Quinto
ciclo
Anno
liturgico B (2014-2015)
Tempo
Ordinario
XXVI Domenica
(27 settembre
2015)
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Nm 11,25-29;
Sal 18; Gc 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48
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Il brano di Marco, al di là del contenuto specifico
delle parole di Gesù, sottolinea due realtà: l’estrema preziosità della fede
nel Signore Gesù e la tensione per il Regno, segreto della vita. Ambedue le
realtà sono suggerite dal canto al vangelo: “La tua parola, Signore, è verità; consacraci nella verità” (cf Gv 17,17). Come se, davanti
alla proclamazione del vangelo, pregassimo: fa’ che viviamo della verità delle
tue parole, aderendovi intimamente, in tutta evidenza per il nostro cuore. In
questo brano, Gesù proclama la verità sotto forma di promessa e sotto forma di
minaccia. La promessa è rivolta a chi non ha ancora aderito a lui e la minaccia
a chi ha già aderito, ma il contenuto della promessa e della minaccia è il
medesimo: quanto è preziosa per la nostra vita la conoscenza dei misteri del
Regno!
Ma l’uomo non sa vedere. Anche l’uomo zelante per Dio
rischia di non saper vedere, come Giosuè, il servitore di Mosè. L’episodio del
dono dello Spirito ai settanta anziani, tra i quali sono stati annoverati anche
i due uomini rimasti nell’accampamento, Eldad e Medad, non va visto solo a conferma dell’atteggiamento di
Gesù che non vuole venga impedita l’azione di Dio dovunque si manifesti, a
differenza dei discepoli che vorrebbero invece limitarla al loro gruppo (“Chi non è contro di noi è per noi”). Va
visto in rapporto alla necessità dell’effusione dello Spirito per accedere ai
misteri del Regno. Mosè non può essere geloso della visita di Dio perché se Dio
visita è appunto per attrarre tutti a Sé; così i discepoli non possono essere
gelosi del dono dello Spirito perché quel dono è dato proprio perché tutti
entrino nei misteri di Dio. Così, nel salmo responsoriale, la supplica è quella
di essere liberati dai peccati nascosti, soprattutto dal peccato di orgoglio
che impedisce di vedere in modo puro i doni di Dio: “Assolvimi dai peccati nascosti. Anche dall’orgoglio salva il tuo servo
perché su di me non abbia potere…”.
In rapporto a questa supplica, coloro che hanno
responsabilità nella chiesa sono i primi destinatari della minaccia di Gesù: “Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli
che credono in me...”. La fede in lui è così preziosa che chi, con il suo
comportamento altero o litigioso oppure con la sua eccessiva severità verso i
fratelli più deboli, la rende impraticabile o impossibile a tenersi, sarà
condannato. L’aggiunta del paragone, che sarebbe meglio che fosse gettato in
mare con appesa al collo una macina da mulino, allude al tradimento di Giuda (cf Mt 26,24) per sottolineare questa equazione: ricevere un
discepolo di Cristo equivale a ricevere il Cristo, ma scandalizzare un
discepolo di Cristo equivale a tradire il Cristo. Scandalo, in questo contesto,
è riferito allo scoraggiamento che si istilla nei deboli con un atteggiamento
troppo severo di fronte alle loro mancanze.
Rispetto a chi non ha ancora fede in lui Gesù dice: “Chiunque infatti vi darà da bere un
bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico che
non perderà la sua ricompensa”. Gesù ritiene fatta a sé ogni attenzione o
cortesia rivolta ai suoi discepoli. E potremmo dedurre per tutti in generale:
anche un semplice bicchiere d’acqua è degno di ricompensa, se offerto in
rettitudine di cuore! L’aspetto misterioso consiste appunto nel fatto che ogni
minima cosa, fatta nel nome di Cristo, apre sul mistero del regno dei cieli,
che Gesù è venuto ad indicarci presente, fruibile. Nel nome di Gesù ogni minima
azione può aprirsi sul regno dei cieli e ciò è accessibile a tutti perché a
tutti Gesù rende vicino il Regno.
Rispetto invece ai suoi discepoli Gesù dice: “Se la tua mano ti scandalizza, tagliala … Se
il tuo piede ti scandalizza, taglialo … Se il tuo occhio ti scandalizza,
cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché
con due occhi essere gettato nella Geenna …”. Il senso delle sue parole
potrebbe essere così interpretato: se l’uomo ha il coraggio di agire seguendo i
desideri più profondi del suo cuore, nell’esperienza della fede, allora
abbandonerà i desideri superficiali, momentanei, che sono in contrasto con
quelli. Posso portare un esempio. Vengo offeso da un fratello. Il mio cuore mi
convince di esigere scuse da lui per ristabilire il mio diritto e se il
fratello tarda o si rifiuta io resto nella mia offesa, anche se, a volte, è solo
il senso della mia importanza ad essere ferito o la mia vanità o la mia
presunzione. Vuoi ottenere il tuo diritto? Rischi di perderti completamente. La
tua importanza ti impedisce (=scandalizza) di entrare nel regno dei cieli?
Abbandonala, tagliala via e tu entrerai nel regno. La difesa del tuo diritto ti
fa entrare in guerra con il tuo fratello? Lascialo, taglialo via e tu vedrai il
regno dei cieli. Vuoi prevalere sul tuo fratello? Taglia via quella volontà,
stagli invece sottomesso: scoprirai la grazia del Regno.
I misteri del Regno sono i misteri della conoscenza
del Signore Gesù, fuoco e sale della vita. Non per nulla il capitolo 9 di Marco
termina con queste parole misteriose: “Ognuno
infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale ... Abbiate sale in voi
stessi e siate in pace gli uni con gli altri”. Potremmo interpretare: se vi
lascerete convincere a percepire i misteri del Regno come tesoro del vostro
cuore (ecco il fuoco) e rinuncerete
sia a ogni forma di ambizione e rivalità che di impoverimento di desideri e di
tensione spirituale (ecco il sale) ,
vivrete custoditi e lieti, potrete godere la pace tra voi come sigillo
dell’opera di Dio in voi, come frutto del dono dello Spirito Santo e godimento
dell’esperienza della conoscenza del vostro Maestro che per voi è venuto, ha
patito, è morto ed è risuscitato.
Gli atteggiamenti interiori che rivelano l’esperienza
del Regno si riducono così a due: gioire del bene (sia quello fatto da noi che
da altri, in qualsiasi condizione) e non ferire mai la coscienza del prossimo,
specie dei deboli e dei piccoli. Allora potremo cantare con il salmo
responsoriale: “i precetti del Signore fanno gioire il cuore”.
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I TESTI DELLE LETTURE (dal “Messale
Romano”):
[I testi delle letture sono protetti dal © Libreria
Editrice Vaticana e ne è vietata la riproduzione, anche parziale e con
qualsiasi mezzo]
Prima Lettura Nm
11, 25-29
Dal libro dei Numeri
In quei
giorni, il Signore scese nella nube e parlò a Mosè: tolse parte dello spirito
che era su di lui e lo pose sopra i settanta uomini anziani; quando lo spirito
si fu posato su di loro, quelli profetizzarono, ma non lo fecero più in
seguito.
Ma erano
rimasti due uomini nell'accampamento, uno chiamato Eldad
e l'altro Medad. E lo spirito si posò su di loro;
erano fra gli iscritti, ma non erano usciti per andare alla tenda. Si misero a
profetizzare nell'accampamento.
Un giovane
corse ad annunciarlo a Mosè e disse: «Eldad e Medad profetizzano nell'accampamento». Giosuè, figlio di Nun, servitore di Mosè fin dalla sua adolescenza, prese la
parola e disse: «Mosè, mio signore, impediscili!». Ma Mosè gli disse: «Sei tu
geloso per me?
Fossero
tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore porre su di loro il
suo spirito!».
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 18
I precetti del Signore fanno gioire
il cuore.
La legge del
Signore è perfetta,
rinfranca
l'anima;
la
testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio
il semplice.
Il timore
del Signore è puro,
rimane per
sempre;
i giudizi
del Signore sono fedeli,
sono tutti
giusti.
Anche il tuo
servo ne è illuminato,
per chi li
osserva è grande il profitto.
Le
inavvertenze, chi le discerne?
Assolvimi
dai peccati nascosti.
Anche
dall'orgoglio salva il tuo servo
perché su di
me non abbia potere;
allora sarò
irreprensibile,
sarò puro da
grave peccato.
Seconda Lettura
Gc 5,1-6
Dalla lettera di san Giacomo
apostolo
Ora a voi,
ricchi: piangete e gridate per le sciagure che cadranno su di voi! Le vostre
ricchezze sono marce, i vostri vestiti sono mangiati dalle tarme. Il vostro oro
e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si alzerà ad
accusarvi e divorerà le vostre carni come un fuoco.
Avete
accumulato tesori per gli ultimi giorni! Ecco, il salario dei lavoratori che
hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le
proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore onnipotente. Sulla
terra avete vissuto in mezzo a piaceri e delizie, e vi siete ingrassati per il
giorno della strage. Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non vi ha
opposto resistenza.
Vangelo Mc
9,38-43.45.47-48
Dal vangelo secondo Marco
In quel
tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci
seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c'è nessuno che
faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro
di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio
nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua
ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è
molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia
gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio
per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare
nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di
scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo,
anziché con i due piedi essere gettato nella Geenna. E se il tuo occhio ti è
motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un
occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geenna, dove il loro
verme non muore e il fuoco non si estingue».