Quinto
ciclo
Anno
liturgico B (2014-2015)
Tempo
di Natale
Maria ss. Madre di Dio
(1° gennaio
2015)
___________________________________________________
Nm
6,22-27; Sal 66; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21
___________________________________________________
Nel
calendario liturgico, l’ottavo giorno dopo il Natale del Signore fu consacrato
a onorare la Vergine Maria, Madre di Dio. A partire dal
1969, l’antica festività di “Maria Santissima Madre di Dio” venne ripristinata
in tutta la sua solennità il 1° gennaio.
Con lei, la
Vergine Madre, che ha dato alla luce il Salvatore, si è compiuta in tutta la
sua estensione l’antica benedizione di Israele: “Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il
Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace” (Num 6, 24-26).
Dante, nell’ultimo canto del Paradiso, dopo aver innalzato una lode sublime
alla Regina del cielo, di lei dice: “Gli occhi da Dio diletti e venerati …”.
Chi ha provato l’estasi di uno sguardo amoroso sa a quale intimità si allude,
quale benedizione si riceve e quale gioia ciò procura. Il mistero grande è il fatto che anche Dio è rapito dallo splendore dello sguardo
della Vergine tanto è puro e sconfinato, specchio limpidissimo dell’amore di
Dio per lei e per tutta l’umanità. Sì, perché la bellezza della Vergine è in
funzione della bellezza, resa visibile, del Figlio Unigenito, nostro Salvatore,
il cui amore per noi lo renderà disposto a perdere ogni ‘bellezza d’uomo’ per ridare a noi quella bellezza che attira il suo
sguardo. In questo sguardo di Dio su di lei si concentra tutto il senso della
sua intercessione allo scopo di ottenerci la suprema benedizione che si risolve
nel voler vedere Dio, vedere il volto di Dio che risplende su di noi, Gesù
Signore.
L’esperienza
dei pastori alla mangiatoia di Betlemme ha a che vedere proprio con
l’esperienza di quella benedizione. Il brano è percorso da un doppio movimento
che caratterizza prima gli angeli e poi i pastori. E ogni movimento ha due
tempi: l’annuncio e la lode. Appaiono gli angeli per annunciare il messaggio di
cui sono portatori e poi lodano Dio ritornando in cielo; i pastori vanno a
Betlemme a sincerarsi della veracità dei fatti e poi lodano Dio ritornando a
casa loro. Consideriamo il movimento dei pastori. “I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello
che avevano udito e visto, com’era stato detto loro”. I verbi sono ben
collocati: prima ‘udito’ e poi ‘visto’. Esprimono la dinamica della fede, la dinamica dell’intelligenza della Parola. Prima occorre
‘udire’, ‘ascoltare’: noi non siamo produttori di
messaggi, tanto meno siamo produttori di significati. Siamo invece invitati a
cogliere i messaggi, ad essere testimoni degli eventi
e ad assimilarne i significati. Non è però nemmeno sufficiente ascoltare, se
l’ascolto non introduce alla visione, all’andare a vedere. Il che significa: se
non sei disposto a praticare quello che ascolti, non potrai mai vedere e non
scoprirai mai se il messaggio aveva una verità per te. E se non si arriva a
vedere, il cuore non potrà convertirsi,
la nostra vita non sarà interessata e non potrà mai risolversi in racconto di
lode, racconto e lode che costituiranno per altri
l’invito angelico: vi annuncio una gioia grande…! Se la dinamica si compie in
tutta la sua estensione, la benedizione che dalla Vergine è riversata
sull’umanità fa sentire i suoi effetti, ricopre i cuori e la Chiesa, a sua
volta, non ha altra vocazione che di rimandare a quella benedizione per tutta
la famiglia umana.
D’altro
canto, la realtà dell’incarnazione comporta la variabile
tempo. Ogni cosa ha il suo tempo, ogni cosa ha
bisogno del suo tempo. Anche la Vergine
Maria ha avuto bisogno di tempo per assuefarsi
all’agire di Dio. Il brano evangelico la descrive come colei che “custodiva tutte queste cose, meditandole nel
suo cuore”. Evidentemente perché anche per lei la realtà non svelava il suo
mistero di colpo. I due verbi, custodiva
e meditando significano più
direttamente: teneva se stessa e queste cose insieme in cuore, facendole
rimbalzare l'una sull'altra in modo da ottenerne una visione d'insieme. Sono
termini che illustrano il metodo di lettura delle Scritture: una parola si illumina con un'altra parola ed il senso che ne
scaturisce si riverbera nel cuore aprendo la parola al cuore ed il cuore alla
parola. E non se ne tralascia nessuna: tutte
queste cose del testo sono sia le parole udite (dall'angelo, dai profeti,
dai pastori) sia gli eventi successi; non si cerca solo quella 'adatta' a me,
ma ci si 'adatta' a loro tutte, insieme. Non si
preferisce un tempo (il tempo della gioia, del
godimento), ma si tengono insieme tutti i tempi (anche il tempo del dubbio,
dell’afflizione). Allora, poco a poco, anche al nostro cuore si svelerà quella benedizione che Dio ha posto
sull’umanità e la vita torna a risplendere della presenza del nostro Dio.
La colletta,
quando prega: “Padre buono, che in Maria, vergine e madre, benedetta fra tutte
le donne, hai stabilito la dimora del tuo Verbo fatto
uomo tra noi…”, riprende la dichiarazione di Giovanni: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14). Ma anche la promessa di
Gesù ai discepoli: “Se uno mi ama,
osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e
prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23). La
benedizione di Dio per l’uomo consiste proprio nel suo dimorare fra noi, in
noi. L’aspetto straordinario, sconvolgente, dell’amore di Dio per l’uomo, che
però spesso nemmeno siamo più capaci di percepire, è dato dal fatto che
possiamo essere accolti in quella stessa intimità di vita e di relazione che
esiste tra il Padre e il Figlio nel loro amore per noi. Sembra strano, ma
soltanto da dentro quella intimità potremo sperare di
compiere la volontà del Padre nella nostra vita e sentirci avvolti dalla sua
benedizione. Se prima non si gusta la volontà di benevolenza di Dio nei nostri
confronti, che si esprime nella benedizione che è il Cristo per noi, come poter
arrivare alla gioia dell’osservanza dei comandamenti e ad
essere operatori di pace? Se non capiamo come Cristo non antepose nulla
all’amore per noi, come possiamo noi non anteporre nulla all’amore per Cristo e
ritrovarci amati dal Padre, che nel suo Figlio ha posto tutta la sua
compiacenza?
Il mistero
della benedizione di Dio sull’uomo sta tutto qui e tutta la vita della Vergine,
come il suo parto prodigioso, è lì a dimostrarlo. Come canta s. Efrem: “Benedetto Colui che ha
fatto del nostro corpo una tenda per la sua Invisibilità! Sia benedetto Colui che nella nostra lingua ha tradotto i suoi
segreti!...”.
§^§^§
I TESTI DELLE LETTURE (dal “Messale
Romano”):
Prima Lettura Nm 6,22-27
Dal libro dei Numeri
Il Signore
parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così
benedirete gli Israeliti: direte loro:
Ti benedica
il Signore
e ti custodisca.
Il Signore
faccia risplendere per te il suo volto
e ti faccia grazia.
Il Signore
rivolga a te il suo volto
e ti conceda pace”.
Così
porranno il mio nome sugli Israeliti e io li
benedirò».
Salmo Responsoriale dal Salmo 66
Dio abbia pietà di noi e ci
benedica.
Dio abbia
pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo
volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.
Gioiscano le
nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con
rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.
Ti lodino i
popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica
Dio e lo temano
tutti i confini della terra.
Seconda Lettura Gal 4,4-7
Dalla lettera di san Paolo apostolo
ai Gàlati
Fratelli,
quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna,
nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli.
E che voi
siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri
cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà!
Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se
figlio, sei anche erede per grazia di Dio.
Vangelo Lc 2,16-21
Dal vangelo secondo Luca
In quel
tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il
bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del
bambino era stato detto loro.
Tutti quelli
che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte
sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se
ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e
visto, com’era stato detto loro.
Quando
furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo
nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima
che fosse concepito nel grembo.