Quinto
ciclo
Anno
liturgico B (2014-2015)
Solennità
e feste
Immacolata
Concezione
(8
dicembre 2014)
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Gn
3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38
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“Benedetto Dio, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni
benedizione …” proclama Paolo nell’esordio della sua lettera agli Efesini.
Come non riferirlo prima di tutto alla Vergine Maria? Lei è la benedizione
dell’umanità in cui tutti siamo benedetti perché da lei nasce il Benedetto che
ci ha consolati, come la liturgia di tutto l’avvento
proclama. Della Sapienza è detto : “ero la sua delizia ogni giorno … ponendo le
mie delizie tra i figli dell’uomo” (Prov
8,30.31). La delizia di Dio tra i figli dell’uomo è proprio
lei, la Vergine Immacolata, come d’altronde lei è la delizia degli stessi figli
dell’uomo perché in lei possiamo contemplare quanto è grande l’amore di Dio per
l’uomo. In lei quella benedizione si fa così ‘concreta’ che prende addirittura
corpo in lei: da lei nasce il Salvatore, che costituisce la Benedizione di Dio
sugli uomini, benedizione oltre la quale non c’è nulla da desiderare. E tutta
la storia, pur nella sua drammaticità, non è mai abbandonata a se stessa perché
da sempre, ‘prima della creazione del mondo’, quella benedizione la sovrasta, l’accompagna.
Quella
benedizione ha raggiunto l’umanità della Vergine in modo così singolare da
renderla tanto ‘umanamente piena’ da essere degna dimora per il Figlio, come
proclama la colletta: “O Padre, che nell’Immacolata Concezione della Vergine
hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di lui l’hai preservata da ogni macchia di peccato,
concedi anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro a te in santità
e purezza di spirito”. La sua umanità, in tutte le sue fibre, è andata incontro
al Signore in santità e purezza di spirito ed è diventata degna dimora del
Figlio. Della sua umanità siamo fatti anche noi, condividiamo con il suo Figlio la stessa umanità perché anche noi, come è nel
disegno divino della creazione fin dall’inizio, possiamo tornare a far
splendere e a far godere nel mondo la stessa benedizione, la dimora di Dio in
mezzo a noi.
A differenza
di noi, la Vergine non è caduta nell’inganno che tormenta i figli degli uomini,
inganno che presenta il brano della Genesi. Anche lei è stata duramente provata
nella sua umanità; con l’offerta della sua umanità ha permesso all’amore di
Dio, nel suo Figlio, di svelarsi al mondo; ha conosciuto la sofferenza
dell’amore con il suo Figlio e ora accompagna ogni
sofferenza umana perché venga aperta all’esperienza dell’amore. In lei la
sofferenza non ha generato ribellione, il dramma non ha velato la fede, il
desiderio non ha compromesso l’amore, l’agire non ha
macchiato la coscienza. E questo perché l’unico rimedio all’inganno è “andare
incontro al Signore”, così tipico dell’anima della Vergine.
L’uomo,
invece, si dibatte nell’inganno: la nostra individualità ce ne certifica la
compromissione con la ribellione, mentre la sofferenza della nostra umanità
svela faticosamente le tracce della nostalgia di Dio. Se rifacciamo a ritroso
il tragitto delineato dal colloquio nel giardino tra Dio e Adamo e Eva dopo la trasgressione, ci ritroveremo nuovamente in
una umanità condivisa e goduta insieme a Dio e a tutti i fratelli. Dio proclama
l’inimicizia tra satana e la donna, simbolo contemporaneamente di Maria e
dell’umanità: la possibilità dell’inganno è sempre reale, ma
quell’inimicizia dichiarata da Dio salvaguarda la nostra umanità che non può
trovare beatitudine nell’inganno e quindi non potrà compiersi stando dalla
parte dell’avversario. Perciò, quando l’uomo cede all’inganno, trasgredendo la
parola del Signore rivolta al suo cuore, si perde, va in frantumi dentro e non
può vivere che in contraddizione, da antagonista, da avversario a sua volta,
sia dentro di sé che fuori di sé, sia con gli uomini
che con gli eventi. Quale sofferenza! Ma la causa è una sola: l’uomo ha ormai
paura di Dio, perché ha vergogna della sua ‘nudità’, della sua perdita di innocenza. E l’inganno più tremendo è quello di rimuovere
quella paura di Dio allontanando la vergogna ma per acconsentire semplicemente
alla legge del più forte, fonte di illusione e di
ingiustizia. Se però l’uomo sa ascoltare l’invito di Dio che continuamente
bussa al suo cuore senza tener conto della sua paura: “dove
sei?’, allora ritorna all’albero della vita, il Cristo Signore, per vivere
nella sua umanità la dimora di Dio, fonte di beatitudine.
La Vergine è
proprio Colei che di quella dimora di Dio ha fatto tutto lo scopo della sua
vita, tutto il desiderio della sua umanità perché l’esperienza di cui è stata
gratificata ridiventi, nel suo Figlio, accessibile a
tutti e a ciascuno. Quando di lei dice che è la serva del Signore allude
proprio a quel desiderio della dimora di Dio che si compie nel mondo, di cui
tutto il suo essere è espressione e testimonianza e intercessione per l’umanità
intera.
§^§^§
I TESTI DELLE LETTURE (dal “Messale
Romano”):
Prima Lettura Gn 3,9-15.20
Dal libro della Gènesi
[Dopo che l’uomo ebbe mangiato del frutto
dell’albero,] il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché
sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi
ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo
comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna
che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e
io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna:
«Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata
e io ho mangiato».
Allora il Signore Dio disse al serpente:
«Poiché hai fatto questo,
maledetto tu fra tutto il bestiame
e fra tutti gli animali selvatici!
Sul tuo
ventre camminerai
e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.
Io porrò
inimicizia fra te e la donna,
fra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno».
L’uomo
chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di
tutti i viventi.
Salmo Responsoriale dal Salmo 97
Cantate al Signore un canto nuovo, perchè ha compiuto meraviglie.
Cantate al
Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato
vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
Il Signore
ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la
sua giustizia.
Egli si è
ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.
Tutti i
confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il
Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!
Seconda Lettura
Ef 1,3-6.11-12
Dalla lettera di san Paolo apostolo
agli Efesini
Benedetto
Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni
benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha
scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte
a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua
volontà,
a lode dello splendore della sua
grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio
amato.
In lui siamo
stati fatti anche eredi,
predestinati – secondo il progetto di colui
che tutto opera secondo la sua volontà
–
a essere lode della sua gloria,
noi, che già prima abbiamo sperato nel
Cristo.
Vangelo Lc 1,26-38
Dal vangelo secondo Luca
In quel
tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata
Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo
della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si
chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di
grazia: il Signore è con te».
A queste
parole ella fu molto turbata e si domandava che senso
avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un
figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli
darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e
il suo regno non avrà fine».
Allora Maria
disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco
uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo
scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra.
Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato
Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha
concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta
sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria
disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.