Quinto
ciclo
Anno
liturgico B (2014-2015)
Tempo
di Avvento
IV Domenica
(21 dicembre
2014)
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2 Sam 7,1-5.8b-12.14a.16; Sal
88; Rm
16,25-27; Lc
1,26-38
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La liturgia
dell’avvento ci ha accompagnato nell’attesa del Signore che viene con le
testimonianze dei profeti e di Giovanni Battista. In prossimità del Natale, il
testimone per eccellenza è ormai la stessa Vergine madre sua.
Tutto si concentra sulle parole dell’angelo a lei e di lei
all’angelo: “Rallègrati, piena di grazia:
il Signore è con te” e “Ecco la serva
del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. L’annuncio è di
letizia, la risposta è di disponibilità piena a quella letizia.
Sembra che
l’evangelista Luca intenda presentare Maria come l’arca dell’alleanza del
tempio di Sion, sede della presenza del Signore in
mezzo al suo popolo. Per questo l’angelo evoca l’ombra della nube che copriva
il tempio, come aveva coperto la tenda del convegno
nel deserto (cfr Es 33,7-11). Dalle parole
dell’angelo possiamo cogliere due aspetti del mistero che veniva annunciando.
Il saluto “rallègrati” si ricollega alle profezie per la Vergine di Sion che
poteva vedere lo scendere in campo del suo Re e Salvatore contro i suoi nemici
(Sof 3,14), consolando il suo popolo (Is 49,13), mostrando le cose grandi che il Signore operava
per il suo popolo (Gioele 2,21) e venendo ad abitare
in mezzo al suo popolo (Zac 2,14). Lei, la Vergine
Maria, diventava la letizia del suo popolo perché il Signore veniva a prendere
dimora e contemporaneamente, sempre secondo le profezie, la letizia di tutti i
popoli perché il Signore aveva deciso di estendere a tutti la sua salvezza.
Per questo
lei riceve il ‘nome nuovo’, quello che esprime tutta
l’iniziativa d’amore di Dio per il suo popolo e per tutte le genti: “piena di
grazia”, “ricolmata di ogni grazia”. Non soltanto lei esprimeva tutta la grazia di amore e misericordia che Dio le aveva
riservato perché potesse farsi uno di noi, ma con lei il tempo è colmato di
grazia, della grazia della dimora di Dio in mezzo ai suoi figli. Quel ‘nome nuovo’ è ciò che costituisce la firma di garanzia
dell’amore di Dio per noi, quell’amore che Gesù poi, con la sua vita e il suo
insegnamento, con la sua morte e risurrezione, manifesterà in tutto il suo
splendore.
In questo si
compie la profezia davidica, come leggiamo nella
prima lettura: “Il Signore ti annuncia
che farà a te una casa”. E che il salmo responsoriale 88/89 riprende con la
sottolineatura della fedeltà perenne di Dio a questa sua volontà di bene per
noi: “È un amore edificato per sempre ...
gli conserverò sempre il mio amore, la mia alleanza gli
sarà fedele”. Con la ‘dimora di Dio’ nel seno della Vergine, nostra
sorella, quella volontà di bene di Dio suona assoluta, radicale, totale:
dall’umanità Dio non potrà più togliersi o essere tolto. E siccome questa
volontà di bene è fonte di letizia per l’uomo, quando l’uomo cercherà la letizia
al di fuori di questa volontà di bene resterà sulla
sua fame.
Forse la
nostra indisponibilità ad accogliere la potenza rinnovatrice di tale letizia
deriva dal fatto che non abbiamo coscienza di ciò che comporta una tale
rivelazione, ci siamo stancati di attenderla. Paolo, nella sua lettera ai
Romani, lo fa ben capire quando dice che questo mistero, avvolto nel silenzio
per secoli eterni, viene “ora manifestato mediante le scritture dei Profeti”.
Se mai abbiamo indagato le scritture dei profeti o le profondità dei nostri
cuori, come possiamo commuoverci a quell’ ‘ora’ nella
quale viene manifestato? Cosa riusciremo a vedere nel
bambino della Vergine Maria che tra pochi giorni contempleremo nelle luci del
Natale?
Potremo mai partecipare alla letizia dell’annuncio, alla gioia dell’attesa,
senza essere in qualche modo come Maria la quale proclama di sé: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me
secondo la tua parola”? Lei è serva perché il desiderio di Dio di abitare in
mezzo ai suoi figli finalmente si compia. È serva perché tutto in lei e di lei
è spazio di dimora di Dio in mezzo ai suoi figli. È
serva dell’amore di Dio che vuole manifestarsi ai suoi figli e lei non offre
alcun appiglio, nella sua umanità, al potere del diavolo che lavora per
chiudere gli uomini all’esperienza dell’amore di Dio.
In lei si realizza quello che l’antifona di ingresso canta: “Stillate dall’alto, o cieli, la vostra
rugiada e dalle nubi scenda a noi il Giusto: si apra la terra e germogli il
Salvatore” (cf. Is
45,8). Il passo di Isaia è citato secondo la versione latina della Volgata di
s. Girolamo che interpreta in chiave messianica l’invocazione del profeta: “le nubi facciano piovere la giustizia ... si apra la terra e
produca la salvezza”.
Il Salvatore
viene dall’alto, ma contemporaneamente germoglia dalla terra. Vale per la
Vergine, la nostra terra, che ha dato
alla luce il Salvatore, ma vale per ogni cuore, che comunque è terra feconda
del Salvatore. Bisogna che si compia finalmente quello che preghiamo con il
Padre Nostro: ‘sia fatta la tua volontà come in cielo
così in terra’. Intendendo: fa’ che facciamo tale esperienza della bontà del tuo amore per noi tutti i
giorni finché la terra del nostro cuore diventi tutta cielo, finché il nostro
cuore abbia fatto germogliare Colui che del cielo è sovrano e farà vivere in
terra come nel cielo.
Il desiderio
di Dio di abitare con gli uomini, di prendere dimora fra gli uomini,
di farsi dimora degli uomini, finalmente si compie. E la Vergine vi acconsente,
acconsente a che il disegno di Dio si compia in tutto
il suo splendore. Il suo acconsentire rivela tutta la purità e sincerità del
suo cuore: non sa come si realizzerà il disegno di Dio, ma vi acconsente; non
sa cosa le sarà richiesto, ma vi acconsente. Nello stesso tempo, rivela tutta
l’intimità del suo cuore, che comunque sta dalla parte di Dio, è un tutt’uno
con il sentire di Dio, non cerca altro sentire se non quello stesso di Dio. In
effetti, quando il sentire interiore è profondo, il rapporto è potente e quando
il sentire tocca le radici del cuore, l’intimità è
compiuta: nessun estraneo avrà più accesso in quello spazio. Da quell’intimità
mai più si allontanerà e permetterà così che la gioia di Dio e dell’umanità si
compia. Il prodigio della concezione e della nascita del Figlio, di cui lei
sola conosce il mistero, conferma quell’intimità, non la crea. La fede non ci
strappa dalla nostra umanità, ma l’avvalora, la compie
nella sua dignità e nei suoi aneliti.
§^§^§
I TESTI DELLE LETTURE (dal “Messale
Romano”):
Prima Lettura 2
Sam 7, 1-5.8b-12.14a.16
Dal secondo libro di Samuèle.
Il re
Davide, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato
riposo da tutti i suoi nemici all’intorno, disse al profeta Natan:
«Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di
una tenda». Natan rispose al re: «Va’,
fa’ quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te».
Ma quella stessa
notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va’ e di’ al mio servo Davide: “Così dice il Signore: Forse
tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? Io ti ho preso dal pascolo,
mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele. Sono
stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te
e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra.
Fisserò un luogo per Israele, mio popolo, e ve lo pianterò perché vi abiti e
non tremi più e i malfattori non lo opprimano come in passato e come dal giorno
in cui avevo stabilito dei giudici sul mio popolo Israele. Ti darò riposo da
tutti i tuoi nemici. Il Signore ti annuncia che farà a te una casa.
Quando i
tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un
tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo
regno. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio.
La tua casa
e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a me, il tuo trono sarà reso
stabile per sempre”».
Salmo Responsoriale dal Salmo 88
Canterò per sempre l'amore del
Signore.
Canterò in
eterno l’amore del Signore,
di
generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua
fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per
sempre;
nel cielo rendi stabile la tua
fedeltà».
«Ho stretto
un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò
per sempre la tua discendenza,
di
generazione in generazione edificherò il tuo trono».
«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Gli
conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele».
Seconda Lettura Rm 16, 25-27
Dalla lettera di san Paolo apostolo
ai Romani.
Fratelli,
a colui che ha il potere di
confermarvi
nel mio vangelo, che annuncia Gesù
Cristo,
secondo la rivelazione del mistero,
avvolto nel silenzio per secoli eterni,
ma ora manifestato mediante le
scritture dei Profeti,
per ordine dell’eterno Dio,
annunciato a tutte le genti
perché giungano all’obbedienza della fede,
a Dio, che solo è sapiente,
per mezzo di
Gesù Cristo,
la gloria nei secoli. Amen.
Vangelo Lc 1, 26-38
Dal vangelo secondo Luca
In quel
tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata
Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo
della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si
chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di
grazia: il Signore è con te».
A queste
parole ella fu molto turbata e si domandava che senso
avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un
figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli
darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e
il suo regno non avrà fine».
Allora Maria
disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco
uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo
scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra.
Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato
Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha
concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta
sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria
disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.