Quinto
ciclo
Anno
liturgico A (2013-2014)
Tempo
Ordinario
XIX Domenica
(10 agosto
2014)
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1 Re
19,9a.11-13a; Sal 84; Rm 9,1-5; Mt 14,22-33
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Le parole
della Scrittura vanno colte nella stessa intensità drammatica con cui sono
state vissute. Il brano evangelico di oggi è narrato in Matteo, Marco e
Giovanni, ognuno apportandovi dettagli estremamente rivelatori.
Gesù aveva
appena operato il miracolo della moltiplicazione dei pani, che aveva scatenato
l’immaginario messianico della gente. Gesù però accetterà di essere proclamato
re solamente durante la passione, davanti a Ponzio Pilato
e sulla croce. Deve quindi rifiutare il delirio della gente e si premura di salvaguardare
i discepoli. Congeda la folla e si ritira sul monte, a pregare. Non è usuale
una annotazione del genere nel vangelo di Matteo, mentre Luca accenna più volte
alla preghiera di Gesù e sempre in circostanze particolarmente significative
(al battesimo, Lc 3,21; alla chiamata degli apostoli,
Lc 6,12; alla trasfigurazione, Lc
9,28). Il fatto che Gesù si predisponga con la preghiera a determinate azioni
sottolinea il valore di rivelazione di quelle azioni. Tanto più che altri
particolari qui indicano l’intensità e la finalità. Si trova solo, sul monte,
in attesa di ricongiungersi con i discepoli, ma camminando sul mare, come a rivelare
qualcosa del suo mistero a loro e a noi. Ad esempio, Matteo non dice che i
discepoli faticavano ai remi per il vento contrario; parla della barca agitata
dalle onde, della barca in cui Pietro e i discepoli fanno la loro confessione
di fede, della barca che, una volta accolto a bordo Gesù, non ha più il vento
contrario. Tutti particolari che danno all’episodio una forte valenza
simbolica: la barca è la Chiesa, che con la presenza del suo Signore non teme
alcuna traversata, alcun vento contrario.
Non solo, ma
l’intervento di Pietro e dei discepoli è collocato dentro una linea di sviluppo
della loro fede in Gesù che si fa via via più coinvolgente
e totale. L’evangelista aveva notato come i discepoli, al miracolo della
tempesta sedata, siano rimasti colmi di stupore; qui, riconoscono Gesù come
Figlio di Dio; poi riconosceranno Gesù il loro Signore. Pietro, in particolare,
attira l’attenzione dell’evangelista Matteo. Pietro è affascinato dalla figura
di Gesù, vuole seguirlo, ma stenta ad accettare la rivelazione di Dio. Cammina
anche lui sulle acque, ma ha paura e affonda. Nell’ultima cena non vuole essere
lavato, al Gethsemani estrae la spada, segue Gesù
nella sua cattura, ma per paura lo rinnega. Tuttavia, sempre ritorna a Gesù,
vuole seguire Gesù, piange il suo tradimento e finalmente il Maestro lo
rassicura sulla sua fedeltà a Lui, ormai conquistato alla fede in Lui e al suo
amore fino a dare la vita per Lui.
La preghiera
di Gesù sul monte ha a che fare appunto con la rivelazione del disegno di Dio,
con la rivelazione della sua persona e dell’amore salvatore di Dio, rivelazione
che ha bisogno di tempi e spazi per conquistare i cuori, cosa che il Signore sa
benissimo e che con fantasia persegue pazientemente. Così, quando Gesù viene
incontro ai discepoli camminando sulle acque – Marco annota che Gesù fa come
finta di passare oltre – il gesto è collocato dentro una successione di rivelazioni
che costellano tutto il percorso della Scrittura al fine di conquistare al suo mistero
i discepoli.
Qui ci
soccorre il parallelo della prima lettura, il racconto della rivelazione di Dio
al profeta Elia sull’Oreb, in un contesto altamente drammatico.
Come per Mosè, così per Elia, il Signore è il ‘Dio che passa’, e per Elia il
Dio che passa dentro ‘il fruscìo di un silenzio leggero’, come letteralmente si dovrebbe
tradurre il passo. Anche Mosè e Elia si trovano sul monte, in preghiera. La
preghiera ha sempre a che vedere con la rivelazione del volto di Dio e la
rivelazione del volto di Dio ha sempre a che vedere con la missione ai propri
fratelli, in quanto, se Dio si rivela, si rivela solo come amante e salvatore
degli uomini. In effetti, la voce che viene rivolta al profeta: “Che fai qui, Elia?” precede e segue la
manifestazione di Dio. Nulla è detto di quanto avviene tra il profeta e il suo
Signore nel momento misterioso della manifestazione. Quello che sappiamo è che
Dio rimanda il profeta sui suoi passi, tra i suoi fratelli, a continuare
l’opera di cui lui, forse presuntuosamente, si era immaginato essere l’unico
testimone credibile.
La
denominazione del ‘Dio che passa’, come Gesù fa mostra di assumere, rivela il
fatto che Dio può essere conosciuto solo stando dietro, solo seguendolo, solo
camminando dietro a Lui, solo osservando la sua parola. Ed è quello che fa la
Chiesa nel mondo: seguire Cristo, che rivela al mondo lo splendore dell’amore
di Dio. E sarà solo seguendo Gesù che l’amore agli uomini comporterà lo
splendore della presenza di Dio in questo mondo.
Noi tutti
siamo invitati a identificarci con Pietro, con le sue generosità e debolezze.
Ci si può appoggiare sul Cristo più e meglio che su qualsiasi realtà fluida di
questo mondo. È nella fiducia di quel ‘se sei tu, comanda che io venga da te
sulle acque’ che si intraprende il cammino spirituale di una vita. Ma c'è da
vincere la paura che agita, paralizza, chiude, affonda. E allora non si parla
più semplicemente, come se si trattasse di una provocazione, di una sfida, di
una competizione; si comincia a gridare: è il tono della preghiera quando è
sincera. Non c'è più ombra di sfida, di pretesa, di vanità. È il momento della
verità ed invece di affondare, sentiamo una mano tesa che ci sottrae ai gorghi.
Quante stupide pretese ci condannano a restare nei gorghi! Ed è allora che
capiremo qualcosa di più di quel Signore che abbiamo accolto venirci incontro e
sentiremo il suo nome che si rivela al nostro cuore: “il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira, ricco di
grazia e di fedeltà ...” (Es 34,6).
§^§^§
I TESTI DELLE LETTURE (dal “Messale
Romano”):
Prima Lettura 1
Re 19,9a.11-13a
Dal primo libro dei Re
In quei
giorni, Elia, [essendo giunto al monte di Dio, l’Oreb],
entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola
del Signore in questi termini: «Esci e fèrmati sul monte alla presenza del
Signore».
Ed ecco che
il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e
spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il
vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un
fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una
brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si
fermò all’ingresso della caverna.
Salmo Responsoriale
dal Salmo 84
Mostraci, Signore, la tua
misericordia.
Ascolterò
che cosa dice Dio, il Signore:
egli
annuncia la pace
per il suo
popolo, per i suoi fedeli.
Sì, la sua
salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la
sua gloria abiti la nostra terra.
Amore e
verità s’incontreranno,
giustizia e
pace si baceranno.
Verità
germoglierà dalla terra
e giustizia
si affaccerà dal cielo.
Certo, il
Signore donerà il suo bene
e la nostra
terra darà il suo frutto;
giustizia
camminerà davanti a lui:
i suoi passi
tracceranno il cammino.
Seconda Lettura
Rm 9, 1-5
Dalla lettera di san Paolo apostolo
ai Romani
Fratelli,
dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza me ne dà testimonianza
nello Spirito Santo: ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua.
Vorrei
infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo
a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne.
Essi sono
Israeliti e hanno l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione,
il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene
Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli.
Amen.
Vangelo Mt 14, 22-33
Dal vangelo secondo Matteo
[Dopo che la
folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e
a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata
la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava
lassù, da solo.
La barca
intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento
infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro
camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti
e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro
dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Pietro
allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle
acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare
sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e,
cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la
mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena
saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono
davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».