Quarto
ciclo
Anno
liturgico C (2012-2013)
Tempo
di Quaresima
DOMENICA DELLE
PALME E DELLA
PASSIONE DEL
SIGNORE
(24 marzo
2013)
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Lc 19,28-40 // Is
50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Lc 22,14-23.56
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Con la
liturgia delle palme si dà inizio alle celebrazioni della Settimana Santa. Un
sentimento di esultanza, di euforia quasi, introduce agli avvenimenti pasquali:
Gesù entra trionfalmente in Gerusalemme acclamato da ali festanti di discepoli.
Presto l’euforia cederà il passo alla paura, al tradimento. E quando tutto
sembrerà ormai definitivamente cancellato nel silenzio della morte, risuonerà
ancora un grido di gioia la domenica di Pasqua, ma questa volta senza nessuna
euforia, come strappato a forza, trasfigurante nella sua assoluta
imprevedibilità. Sarà il grido, non che vince la morte, ma che l’attraversa,
che l’assume, che la libera dai suoi confini mondani aprendola allo splendore
del mistero di Dio.
Tutti i
vangeli riportano il solenne ingresso di Gesù in Gerusalemme, nell’ottica del
compimento della profezia di Zaccaria, unico testo messianico dove il Messia è
umile: “Esulta grandemente, figlia di
Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto
e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio d’asina” (Zc 9,9). L’accentuazione di Luca cade sulla ‘regalità’ di
Gesù, con le allusioni alla consacrazione di Salomone (cfr 1Re 1,33-40) e alla
proclamazione di Ieu re di Israele con lo stendere da
parte dei grandi i mantelli per terra (cfr 2Re 9,13), regalità che la liturgia
latina sottolinea con la solenne processione.
È
assolutamente significativo che Gesù accolga il riconoscimento del suo essere
re soltanto a partire da questo ingresso in Gerusalemme che introduce la sua
passione. Nel racconto di Luca Gesù aveva puntato diritto a Gerusalemme nel
corso del suo ministero. Quando sta per entrarvi, i discepoli lo acclamano festosi
pensando evidentemente altra cosa rispetto a quello che ha in mente lui, pur
sottolineando comunque la Benedizione che rappresenta per loro tutti da parte
di Dio. La liturgia, prima segue i pensieri dei discepoli con la solenne
processione e, subito dopo, quelli di Gesù - quei pensieri che i discepoli non
potevano ancora leggere - facendo intravedere i pensieri di Dio sul suo Figlio
venuto a rivelare l’amore del Padre per gli uomini. Gesù si proclamerà re
davanti a Pilato quando ormai nessuna ambiguità impedirà la comprensione di
quel titolo e verrà proclamato re dalla croce con il titolo che compare sugli
antichi crocifissi: ‘re della gloria’.
È curioso
osservare che l’esultanza dei discepoli richiama l’esultanza degli angeli a
Betlemme: la proclamazione della pace, dono di Dio all’umanità, là annunciata,
qui si delinea in tutta la sua drammaticità, senza che alcuno ancora se ne
renda conto, eccetto Gesù. Forse, la sua risposta ai farisei, sorpresi e
intimoriti per le possibili conseguenze di fronte all’occupante romano: “Io vi dico che, se questi taceranno,
grideranno le pietre”, allude al ‘giudizio’ della storia nella tragedia
della prossima distruzione di Gerusalemme. Gesù si rivolge alla città, piange
su di essa, la richiama a riconoscere la visita del suo Dio. Già altre volte
Gerusalemme era stata richiamata dai profeti a leggere gli avvenimenti tragici
nell’ottica della storia con il suo Dio.
La liturgia
si fa carico di mostrarci tale drammaticità, subito dopo la solenne
processione, con la colletta: “Dio onnipotente ed eterno, che hai dato come
modello agli uomini il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore, fatto uomo e
umiliato fino alla morte di croce …”. Non c’è più ombra dell’esultanza di
prima. Viene letto il terzo canto del Servo del Signore del profeta Isaia: “Ho presentato il mio dorso ai flagellatori
... non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi”. Si canta il
salmo 21: “hanno scavato [forato] le mie mani e i miei piedi... Si dividono le
mie vesti”. S. Paolo canta la figura di Gesù nella sua passione d’amore per
gli uomini: “… svuotò se stesso assumendo
una condizione di servo ... umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla
morte e a una morte di croce”. E viene proclamato solennemente il racconto
della passione di Gesù.
Proprio su questo
Gesù la chiesa invita a fissare gli sguardi, in tutta la potenza della sua
rivelazione quanto all’amore di Dio per gli uomini. Quanto sono preziosi gli
uomini per lui! Quanto può essere rivoluzionata la vita se vissuta dentro e a
partire dal suo amore! Quando la colletta ci propone l’immagine di Gesù
umiliato non è per suggerirci un modello di umanità sofferente. Gesù resta
modello perché, per realizzare la nostra vocazione all’umanità, non possiamo
non rifarci a lui che di questa umanità ha svelato tutta la bellezza nel suo
stare fedele in comunione con Dio, dalla parte degli uomini ed in comunione con
gli uomini, dalla parte di Dio. E la sua bellezza traspare proprio nel momento
in cui, sfigurato dal dolore e calpestato, non rinnega l’alleanza di Dio ed
apre, per lui e per tutti, la promessa di una vita inattaccabile dalla morte.
Ed è la sua bellezza a generare speranza, quella di cui il mondo oggi, come
sempre, ha tremendamente ed urgentemente bisogno.
§^§^§
I TESTI DELLE LETTURE (dal “Messale
Romano”):
Commemorazione dell'ingresso di Gesù in Gerusalemme Lc 19,28-40
Dal vangelo secondo Luca
In quel
tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu
vicino a Bètfage e a Betània,
presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel
villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai
salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché
lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”».
Gli inviati
andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i
proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il
Signore ne ha bisogno».
Lo
condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero
salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era
ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei
discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i
prodigi che avevano veduto, dicendo:
«Benedetto
colui che viene,
il re, nel
nome del Signore.
Pace in
cielo
e gloria nel
più alto dei cieli!».
Alcuni
farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma
egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».
Prima Lettura Is 50,4-7
Dal libro del profeta Isaìa
Il Signore
Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io
sappia indirizzare
una parola
allo sfiduciato.
Ogni mattina
fa attento il mio orecchio
perché io
ascolti come i discepoli.
Il Signore
Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho
opposto resistenza,
non mi sono
tirato indietro.
Ho
presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie
guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho
sottratto la faccia
agli insulti
e agli sputi.
Il Signore
Dio mi assiste,
per questo
non resto svergognato,
per questo
rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di
non restare confuso.
Salmo Responsoriale
dal Salmo 21
Mio Dio, mio Dio, perché mi hai
abbandonato?
Si fanno
beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le
labbra, scuotono il capo:
«Si rivolga
al Signore; lui lo liberi,
lo porti in
salvo, se davvero lo ama!».
Un branco di
cani mi circonda,
mi accerchia
una banda di malfattori;
hanno
scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso
contare tutte le mie ossa.
Si dividono
le mie vesti,
sulla mia
tunica gettano la sorte.
Ma tu,
Signore, non stare lontano,
mia forza,
vieni presto in mio aiuto.
Annuncerò il
tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in
mezzo all’assemblea.
Lodate il
Signore, voi suoi fedeli,
gli dia
gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema
tutta la discendenza d’Israele.
Seconda Lettura
Fil 2,6-11
Dalla lettera di san Paolo apostolo
ai Filippesi
Cristo Gesù,
pur essendo
nella condizione di Dio,
non ritenne
un privilegio
l’essere
come Dio,
ma svuotò se
stesso
assumendo
una condizione di servo,
diventando
simile agli uomini.
Dall’aspetto
riconosciuto come uomo,
umiliò se
stesso
facendosi
obbediente fino alla morte
e a una
morte di croce.
Per questo
Dio lo esaltò
e gli donò
il nome
che è al di
sopra di ogni nome,
perché nel
nome di Gesù
ogni ginocchio
si pieghi
nei cieli,
sulla terra e sotto terra,
e ogni
lingua proclami:
«Gesù Cristo
è Signore!»,
a gloria di
Dio Padre.
Vangelo Lc 22,14-23,56
Dal vangelo secondo Luca
La passione del Signore
Indicazioni
per la lettura dialogata:
X = Gesù; C = Cronista; D =Discepoli
e amici; F =Folla;
A =Altri
personaggi
Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi,
prima della mia passione
C Quando venne l’ora, [Gesù] prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e
disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della
mia passione, perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia
nel regno di Dio». C E, ricevuto un
calice, rese grazie e disse: X
«Prendetelo e fatelo passare tra voi, perché io vi dico: da questo momento non
berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio».
Fate questo in memoria di me
C Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: X «Questo è il mio corpo, che è dato
per voi; fate questo in memoria di me». C
E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: X «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato
per voi».
Guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene
tradito!
«Ma ecco, la
mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell’uomo se ne
va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene
tradito!». C Allora essi
cominciarono a domandarsi l’un l’altro chi di loro avrebbe fatto questo.
Io sto in mezzo a voi come colui che serve
E nacque tra
loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. Egli
disse: X «I re delle nazioni le
governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. Voi
però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e
chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o
chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi
come colui che serve. Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie
prove e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me,
perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in trono a
giudicare le dodici tribù di Israele.
Tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli
Simone,
Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho
pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito,
conferma i tuoi fratelli». C E
Pietro gli disse: D «Signore, con te
sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte». C Gli rispose: X
«Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte,
abbia negato di conoscermi».
Deve compiersi in me questa parola della Scrittura
C Poi disse loro: X «Quando vi ho
mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». C Risposero: D «Nulla». C Ed egli
soggiunse: X «Ma ora, chi ha una
borsa la prenda, e così chi ha una sacca; chi non ha spada, venda il mantello e
ne compri una. Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della
Scrittura: “E fu annoverato tra gli empi”. Infatti tutto quello che mi riguarda
volge al suo compimento». C Ed essi
dissero: D «Signore, ecco qui due
spade». C Ma egli disse: X «Basta!».
Entrato nella lotta, pregava più intensamente
C Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo
seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: X
«Pregate, per non entrare in tentazione». C
Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava
dicendo: X «Padre, se vuoi,
allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua
volontà». C Gli apparve allora un
angelo dal cielo per confortarlo. Entrato nella lotta, pregava più
intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra.
Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano
per la tristezza. E disse loro: X
«Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».
Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?
C Mentre ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava
Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo. Gesù gli
disse: X «Giuda, con un bacio tu
tradisci il Figlio dell’uomo?». C
Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: D «Signore, dobbiamo colpire con la
spada?». C E uno di loro colpì il
servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio destro. Ma Gesù intervenne
dicendo: X «Lasciate! Basta così!». C E, toccandogli l’orecchio, lo guarì.
Poi Gesù disse a coloro che erano venuti contro di lui, capi dei sacerdoti,
capi delle guardie del tempio e anziani: X
«Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. Ogni giorno ero con
voi nel tempio e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è l’ora vostra
e il potere delle tenebre».
Uscito fuori, Pietro pianse amaramente
C Dopo averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa
del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Avevano acceso un fuoco in
mezzo al cortile e si erano seduti attorno; anche Pietro sedette in mezzo a
loro. Una giovane serva lo vide seduto vicino al fuoco e, guardandolo
attentamente, disse: A «Anche questi
era con lui». C Ma egli negò
dicendo: D «O donna, non lo
conosco!». C Poco dopo un altro lo
vide e disse: A «Anche tu sei uno di
loro!». C Ma Pietro rispose: D «O uomo, non lo sono!». C Passata circa un’ora, un altro
insisteva: A «In verità, anche
questi era con lui; infatti è Galileo». C
Ma Pietro disse: D «O uomo, non so
quello che dici». C E in quell’istante,
mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore si voltò e fissò lo
sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva
detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito
fuori, pianse amaramente.
Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito?
E intanto
gli uomini che avevano in custodia Gesù lo deridevano e lo picchiavano, gli
bendavano gli occhi e gli dicevano: A
«Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito?». C E molte altre cose dicevano contro di lui, insultandolo.
Lo condussero davanti al loro Sinedrio
Appena fu
giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i capi dei
sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al loro Sinedrio e gli dissero: A «Se tu sei il Cristo, dillo a noi». C Rispose loro: X «Anche se ve lo dico, non mi crederete; se vi interrogo, non mi
risponderete. Ma d’ora in poi il Figlio dell’uomo siederà alla destra della
potenza di Dio». C Allora tutti
dissero: A «Tu dunque sei il Figlio
di Dio?». C Ed egli rispose loro: X «Voi stessi dite che io lo sono». C E quelli dissero: A «Che bisogno abbiamo ancora di
testimonianza? L’abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».
Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna
C [ Tutta l’assemblea si alzò; lo condussero da Pilato e cominciarono ad
accusarlo: A «Abbiamo trovato costui
che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare
e affermava di essere Cristo re». C
Pilato allora lo interrogò: A «Sei
tu il re dei Giudei?». C Ed egli
rispose: X «Tu lo dici». C Pilato
disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: A
«Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna». C Ma essi insistevano dicendo: A
«Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato
dalla Galilea, fino a qui». C Udito
ciò, Pilato domandò se quell’uomo era Galileo e, saputo che stava sotto
l’autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli
a Gerusalemme.
Erode con i suoi soldati insulta Gesù
Vedendo
Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per
averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo
interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. Erano
presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo.
Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli
mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e
Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.
Pilato abbandona Gesù alla loro volontà
Pilato,
riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, disse loro: « A Mi avete portato quest’uomo come
agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato
in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; e neanche Erode: infatti
ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò,
dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà». C Ma essi si misero a gridare tutti insieme: F «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!». C Questi era stato messo in prigione
per una rivolta, scoppiata in città, e per omicidio. Pilato parlò loro di
nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. F Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». C Ed egli, per la terza volta, disse
loro: A «Ma che male ha fatto
costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo
rimetterò in libertà». C Essi però
insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida
crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise
in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che
essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere.
Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me
Mentre lo
conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene,
che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù.
Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il
petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: X «Figlie di Gerusalemme, non piangete
su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni
nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni
che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”,
e alle colline: “Copriteci!”. Perché, se si tratta
così il legno verde, che avverrà del legno secco?».
C Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano
malfattori.
Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno
Quando
giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a
destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: X
«Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno».
C Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.
Costui è il re dei Giudei
Il popolo
stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: A «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio,
l’eletto». C Anche i soldati lo
deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: A «Se tu sei il re dei Giudei, salva te
stesso». C Sopra di lui c’era anche
una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Oggi con me sarai nel paradiso
Uno dei
malfattori appesi alla croce lo insultava: A
«Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». C L’altro invece lo rimproverava dicendo: A «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa
pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le
nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». C E disse: A «Gesù,
ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». C Gli rispose: X «In
verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito
C Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre
del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò
a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: X
«Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.
(Qui si
genuflette e si fa una breve pausa)
C Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: A «Veramente quest’uomo era giusto». C Così pure tutta la folla che era
venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne
tornava battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano
seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo. ]
Giuseppe pone il corpo di Gesù in un sepolcro scavato
nella roccia
Ed ecco, vi
era un uomo di nome Giuseppe, membro del Sinedrio, buono e giusto. Egli non
aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Era di Arimatèa, una città della Giudea, e aspettava il regno di
Dio. Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo depose dalla
croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella
roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. Era il giorno della
Parascève e già splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con
Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era
stato posto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli
profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto.