Quarto
ciclo
Anno
liturgico C (2012-2013)
Tempo
di Natale
Maria ss. Madre di
Dio
(1 gennaio
2013)
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Nm
6,22-27; Sal
66; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21
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Nel
calendario liturgico, l’ottavo giorno dopo il Natale del Signore fu consacrato
a onorare la Vergine Maria, Madre di Dio. A partire dal 1969, l’antica
festività di “Maria Santissima Madre di Dio” venne ripristinata in tutta la sua
solennità il 1° gennaio, con la chiesa che continua a sottolineare la verità e
la veridicità dell’incarnazione del Figlio di Dio, Salvatore, ricordando, da
una parte, la gloria della madre nella sua divina maternità, ‘madre del Cristo
e di tutta la chiesa’, come recita la preghiera dopo la comunione espressamente
voluta da papa Paolo VI e, dall’altra, il rito della
circoncisione e dell’imposizione del nome al bambino nell’ottavo giorno.
Consacrando poi la giornata all’intercessione per la pace, la chiesa annunzia
al mondo che in Cristo è fatta pace tra cielo e terra e che la pace tra gli
uomini ne è come il riverbero, lo splendore di benedizione.
Con lei, la
Vergine Madre, che ha dato alla luce il Salvatore, si è compiuta in tutta la
sua estensione l’antica benedizione di Israele: “Ti benedica il Signore e ti custodiscsa…”. Come devono risplendere gli
occhi di Dio guardando questa sua umile ancella! Dante, nell’ultimo canto del
Paradiso, dopo aver innalzato una lode sublime alla Regina del cielo, di lei
dice: “Gli occhi da Dio diletti e venerati …”. Chi ha provato l’estasi di uno
sguardo amoroso sa a quale intimità si allude, quale ‘benedizione’ si riceve e
quale gioia ciò procura. Il mistero grande è il fatto che anche Dio è rapito
dallo splendore dello sguardo della Vergine tanto è puro e sconfinato, specchio
limpidissimo dell’amore di Dio per lei e per tutta l’umanità. Sì, perché la
bellezza della Vergine è in funzione della bellezza, resa visibile, del Figlio
Unigenito, nostro Salvatore, il cui amore per noi lo renderà disposto a perdere
ogni ‘bellezza d’uomo’ per ridare a noi quella bellezza che attira il suo
sguardo. In questo sguardo di Dio su di lei si concentra tutto il senso della
sua intercessione allo scopo di ottenerci la suprema benedizione che si risolve
nel voler vedere Dio, vedere il volto di Dio che risplende su di noi.
‘Il nome di
Dio è ormai posto su di noi’: non c’è più motivo di paura e se la paura non fa
più presa sui cuori, allora vengono meno anche la violenza e l’ingiustizia che
di quella paura sono gli strumenti di offesa per autodifesa. Quel nome di Dio,
pur nel suo mistero, ha un volto, risponde a un nome che è stato scelto
umanamente, anche se dietro suggerimento angelico, che definisce il figlio
della Vergine Maria, Gesù. Quel ‘Gesù’, che ora adoriamo bambino nella stalla
di Betlemme – questa è la bella notizia
per il mondo intero! – è ormai la benedizione e la protezione di Dio per gli
uomini, è il volto di Dio che risplende benevolo e misericordioso, è il sigillo
della pace di Dio sugli uomini, come la solenne preghiera di benedizione
israelita profetizzava: “Ti benedica il
Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti
faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”. Ora
possiamo vedere che il Signore ha effettivamente benedetto, ha rivolto il suo
volto e ci ha concesso la sua pace. È un bambino ‘nato da donna’, a
sottolineare che è veramente figlio, contemporaneamente suo e del Padre, motivo
per cui coloro che come tale lo riconosceranno, a loro volta saranno chiamati
figli di Dio. Ma chi sono coloro che sono chiamati figli di Dio? Coloro che lo
Spirito Santo guida, coloro che lo Spirito Santo governa, coloro che in forza
di quello Spirito saranno operatori di pace (‘beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio’).
Nella lettera ai Galati s. Paolo scrive: “…Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo
Figlio il quale grida: Abbà, Padre! Quindi non sei
più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio”.
Operare la pace da figli, non da schiavi! Non schiavi di nessuno e di nessuna
ideologia, non schiavi per comodo o per paura, non schiavi di beni, esteriori o
interiori, che non procedano da quell’unico Bene, che è Cristo stesso, pace di
Dio, il cui godimento sorpassa ogni intelligenza e custodisce cuori e pensieri
(cfr. Fil 4,7). Anche la pace si può cercare da schiavi. Favorirà violenze
ancora più terribili, non custodendo la dignità di nessuno. La pace che viene
da Dio non tollera mascheramenti o ambiguità, perché porterà tutti a
riconoscere la stessa dignità condivisa che deriva dall’unico Padre, l’unico
che è Giusto perché Misericordioso. Il Figlio, Gesù, che fa risplendere il suo
volto tra gli uomini, ha fatto vedere come sia possibile declinare la pace di
Dio nella storia degli uomini. Coloro che vogliono vivere e gustare la sua
eredità non hanno che da seguirlo e, a loro volta, far risplendere il suo volto
tra gli uomini: è il dono più bello che possono regalare ai loro fratelli, come
la Vergine che, dandoci il Verbo di Dio, ha fatto il regalo più bello
all’umanità. Così la preghiera non può che essere quella della colletta: “
Padre buono che in Maria, vergine e madre, benedetta fra tutte le donne, hai
stabilito la dimora del tuo Verbo fatto uomo tra noi, donaci il tuo Spirito,
perché tutta la nostra vita nel
segno della tua benedizione si renda disponibile ad accogliere il tuo dono”,
cioè la pace del tuo Cristo e nulla resti fuori.
§^§^§
I TESTI DELLE LETTURE (dal “Messale
Romano”):
Prima Lettura Nm 6,22-27
Dal libro dei Numeri
Il Signore
parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così
benedirete gli Israeliti: direte loro:
Ti benedica
il Signore
e ti
custodisca.
Il Signore
faccia risplendere per te il suo volto
e ti faccia
grazia.
Il Signore
rivolga a te il suo volto
e ti conceda
pace”.
Così
porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».
Salmo Responsoriale
dal Salmo 66
Dio abbia pietà di noi e ci
benedica.
Dio abbia
pietà di noi e ci benedica,
su di noi
faccia splendere il suo volto;
perché si
conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza
fra tutte le genti.
Gioiscano le
nazioni e si rallegrino,
perché tu
giudichi i popoli con rettitudine,
governi le
nazioni sulla terra.
Ti lodino i
popoli, o Dio,
ti lodino i
popoli tutti.
Ci benedica
Dio e lo temano
tutti i
confini della terra.
Seconda Lettura
Gal 4,4-7
Dalla lettera di san Paolo apostolo
ai Gàlati
Fratelli,
quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna,
nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché
ricevessimo l’adozione a figli.
E che voi
siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo
Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! Quindi non sei
più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.
Vangelo Lc 2,16-21
Dal vangelo secondo Luca
In quel
tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il
bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del
bambino era stato detto loro.
Tutti quelli
che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte
sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se
ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e
visto, com’era stato detto loro.
Quando
furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo
nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel
grembo.