Quarto
ciclo
Anno
liturgico C (2012-2013)
Tempo
di Avvento
1a Domenica
(2 dicembre
2012)
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Ger
33,14-16; Sal 24; 1Ts 3,12-4,2; Lc 21,25-28,34-36
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Il tempo
dell’Avvento è celebrato nelle sue tre dimensioni attorno alla figura di Gesù:
a) l’evento della nascita di Gesù nella storia; b) il suo ritorno glorioso alla
fine della storia; c) l’oggi della storia vissuto nel Signore che nasce e
cresce nei cuori. Il colore viola dei paramenti liturgici richiama la fatica
storica della rivelazione dello splendore del Cristo in e tra di noi, in attesa
della letizia del Natale con la consuetudine di farci doni perché ci è stato
fatto il Dono per eccellenza: Dio si è fatto uno di noi, la terra può vivere
come il cielo. Proprio come diciamo nel Padre nostro: sia fatta la tua volontà
come in cielo così in terra, cioè perché la nostra terra diventi tutta cielo.
Il tema
della vigilanza, tipico dell’Avvento, si innesta nella corrispondenza tra
l’antifona di ingresso: “Mio Dio in te confido” e il versetto 14 del
salmo responsoriale: “Il Signore si confida con chi lo teme”, versetto che il testo
ebraico proclama in modo ancora più eloquente: “Il segreto (l’intimità) del Signore è per chi lo teme”. Il segreto
del Signore è quello rivelato dal profeta Geremia, mentre si trovava in
prigione e riceve la rivelazione: “Invocami
e io ti risponderò… perdonerò tutte le iniquità… verranno giorni nei quali io realizzerò le
promesse di bene che ho fatto”. E il salmo, come interpretando i bisogni
del cuore dell’uomo e la difficoltà di incontrare il Signore che viene,
continua a sottolineare: “Fammi
conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri”. Come a dire: le
vie del Signore che chiediamo di conoscere sono la verità del suo amore, che in
Gesù si è reso toccabile. Non c’è evento nella nostra vita che possa
cancellarlo o soffocarlo o far desistere il Signore dal suo amore. Temere lui
vuol dire non impedire al cuore di vivere di quel suo desiderio di amore per
noi. Non è proprio agevole né per nulla scontato accettare che i sentieri di
Dio nei nostri confronti siano amore e fedeltà. Ma il Signore Gesù, nato nella
nostra storia, è lì a proclamarlo, a ricordarcelo, a far risplendere il suo
amore perché ci conquisti e ci acquieti, ciascuno e tutti insieme.
La vigilanza
serve a questo: a tenerci desti all’amore del Signore. E l’uomo è colui che alza il capo per essere capace di vedere le promesse di Dio, di vederle
compiersi nel suo cuore. Per tutto l’avvento risuonerà l’esortazione: ‘vegliate
e pregate’, come a dire: abbiate un occhio acuto e un cuore ardente. Non si
tratta solo di un esercizio di intelligenza (vegliate!) ma di un processo di confidenza (pregate!). Un antico saluto degli indiani Hopi suona: sta’ attento
a che la tua testa resti aperta verso l’alto! Tenere aperta la testa verso
l’alto significa allora superare la paura, perché il Dio che siamo chiamati a
conoscere è un Dio di amore per noi. Attende solo – anche Dio attende! – di
incontrare cuori aperti alla sua promessa, fiduciosi di vedere il bene che la
sua promessa ci rivela.
L’esortazione
alla vigilanza allude all’attesa del cuore, mentre l’invito alla preghiera
allude alla possibilità del compimento delle promesse di Dio. Attesa e promessa
che sono ben espresse dalle parole di Gesù riportate in Giovanni: “Chi ama me sarà amato dal Padre mio e
anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui … Se uno mi ama, osserverà la mia
parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso
di lui” (Gv 14,21.23). Costituisce il godimento
dell’ultima promessa di Gesù: “Ecco, io
sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). E che il
prefazio della liturgia di Avvento interpreta: “Ora che egli viene incontro a
noi in ogni uomo e in ogni tempo, perché lo accogliamo nella fede e
testimoniamo nell’amore la beata speranza del suo regno”.
Il
compimento di quelle promesse si sperimenta in ciò che Paolo esorta a vivere
scrivendo ai Tessalonicesi: “Fratelli, il
Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti,
come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e
irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del
Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi”. La lettera è il più antico
documento letterario del Nuovo Testamento, scritta da Paolo verso l’anno 51,
appena una ventina d’anni dopo la morte e risurrezione di Gesù. La generosità
degli inizi con la partecipazione entusiasta alla carità di Dio rivelata in
Gesù che tutti coinvolge trasformando la vita si riflette nella fede
nell’imminenza del ritorno di Gesù.
Gesù invita
a vegliare e a pregare nell’imminenza della sua passione. Se ricorda gli eventi
della fine è per convogliare i desideri dell’anima su colui che tutti
riconosceranno come giudice giusto perché pieno di amore per noi. Ogni evento
può essere aperto a tale riconoscimento: vegliamo e preghiamo perché i nostri
sguardi trovino sempre gli occhi compassionevoli di Chi ha preferito noi a se
stesso e ci insegna a vivere del suo stesso amore.
§^§^§
I TESTI DELLE LETTURE (dal “Messale
Romano”):
Prima Lettura Ger 33,14-16
Dal libro del profeta Geremia
Ecco,
verranno giorni - oràcolo del Signore - nei quali io
realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d'Israele e alla casa di
Giuda.
In quei
giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che
eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra.
In quei
giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia.
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 24
A te, Signore, innalzo l'anima mia,
in te confido.
Fammi
conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i
tuoi sentieri.
Guidami
nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei
tu il Dio della mia salvezza.
Buono e
retto è il Signore,
indica ai
peccatori la via giusta;
guida i
poveri secondo giustizia,
insegna ai
poveri la sua via.
Tutti i
sentieri del Signore sono amore e fedeltà
per chi
custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.
Il Signore
si confida con chi lo teme:
gli fa
conoscere la sua alleanza.
Seconda Lettura
1 Ts 3,12-4,2
Dalla prima lettera di san Paolo
apostolo ai Tessalonicési
Fratelli, il
Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell'amore fra voi e verso tutti,
come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e
irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del
Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi. Per il resto, fratelli, vi
preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi
il modo di comportarvi e di piacere a Dio - e così già vi comportate -,
possiate progredire ancora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi
abbiamo dato da parte del Signore Gesù.
Vangelo Lc 21,25-28,34-36
Dal vangelo secondo Luca
In quel
tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e
nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare
e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò
che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno
sconvolte.
Allora
vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando
cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché
la vostra liberazione è vicina.
State
attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni,
ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso
all'improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro
che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando,
perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di
comparire davanti al Figlio dell'uomo».