Quarto
ciclo
Anno
liturgico B (2011-2012)
Tempo
Ordinario
26a Domenica
(30 settembre
2012)
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Nm 11,25-29;
Sal 18; Gc 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48
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Le letture
di oggi evidenziano una strana realtà dei credenti: si può essere gelosi dei
doni di Dio! Giosuè, il servitore fedele di Mosè, non accetta che lo spirito di
profezia possa essere donato al di fuori dell’autorità del suo maestro e i
discepoli di Gesù non accettano che il dono di scacciare i demoni possa essere
esercitato al di fuori della loro cerchia. Dio invece è liberale e libero
nell’elargire i suoi doni, non è vincolato a nulla e da nulla. L’unica
condizione richiesta è che il dono sia attribuito a Dio; il che vuol dire, a
livello della dinamica spirituale, che il dono a uno è elargito in funzione di
tutti, che il dono fatto a ciascuno agisce nel senso di dare a tutti la
comunione con Dio. Presso Dio, la gelosia degli uomini per i suoi doni rivela
l’incomprensione totale dell’agire di Dio, l’incapacità di riconoscere la
dinamica dell’agire di Dio.
Il discorso
di Gesù però va oltre e allude ad un aspetto misterioso della vita. Rispetto a
chi non ha ancora fede in lui Gesù dice: “Chiunque
infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di
Cristo, in verità io vi dico che non perderà la sua ricompensa”. La
sottolineatura risulta: chi accoglie voi, accoglie me. Gesù ritiene fatto a sé
ogni attenzione o cortesia rivolta ai suoi discepoli. É la benedizione di Gesù
su coloro che non lo conoscono, ma ne rispettano l’insegnamento con la
gentilezza nei confronti dei suoi discepoli. E potremmo dedurre per tutti in
generale: anche un semplice bicchiere d’acqua è degno di ricompensa, se offerto
in rettitudine di cuore! L’aspetto misterioso consiste appunto nel fatto che
ogni minima cosa, fatta nel nome di Cristo, apre sul mistero del regno dei
cieli, che Gesù è venuto ad indicarci presente, fruibile. Per i discepoli di
Gesù sembra suoni strano che Dio dia la stessa ricompensa anche a coloro che
discepoli non lo sono! Sono così incomparabili il regno dei cieli ed i nostri
meriti, che non è pensabile di raggiungere il regno dei cieli con qualche
azione straordinaria, strepitosa, sempre immensamente impari allo scopo. La
speranza viene dal fatto che nel nome di Gesù ogni minima azione può aprirsi
sul regno dei cieli e ciò è accessibile a tutti perché a tutti Gesù rende
vicino il Regno.
Ma Gesù si
rivolge poi ai discepoli e indica la condizione di fondo che rende possibile
quell’apertura misteriosa. “Se la tua
mano ti scandalizza, tagliala … Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo … Se
il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio
con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geenna …”.
Gesù parla in modo duro, ma solo per esprimere la radicalità della possibilità
che ci è offerta. Il senso delle sue parole potrebbe essere così interpretato:
se l’uomo ha il coraggio di agire seguendo i desideri più profondi del suo
cuore, nell’esperienza della fede, allora abbandonerà i desideri superficiali,
momentanei, che sono in contrasto con quelli. Posso portare un esempio. Vengo
offeso da un fratello? Il mio cuore mi convince di esigere scuse da lui per
ristabilire il mio diritto e se il fratello tarda o si rifiuta io resto nella
mia offesa. A volte è solo il senso della mia importanza ad essere ferito o la
mia vanità o la mia presunzione. Ebbene, se applichiamo gli esempi di Gesù,
potremmo spiegare: vuoi ottenere il tuo diritto? Rischi di perderti
completamente. La tua importanza ti impedisce (=scandalizza)
di entrare nel regno dei cieli? Abbandonala, tagliala via e tu entrerai nel
regno. La difesa del tuo diritto ti fa entrare in guerra con il tuo fratello?
Lasciala, tagliala via e tu vedrai il regno dei cieli. Oppure: vuoi prevalere
sul tuo fratello? Stagli invece sottomesso: scoprirai la grazia del Regno. È
l’invito perentorio di Gesù: una strada a metà non esiste. Esiste solo
l’incapacità nostra di seguire il Signore fino in fondo, ma questa, una volta
riconosciuta, senza ulteriori giustificazioni, senza più contrapposizioni con
il prossimo, ci può far entrare nel regno per la via dell’umiltà. E l’aspetto più
misterioso della faccenda si rivela nel fatto che quel tagliare via, in realtà,
è un pervenire ad una integrità più fondamentale, più armonica, più profonda.
L’esempio di un s. Francesco di Assisi è di una eloquenza suprema. Rinunciando
completamente ad ogni forma di possesso, non solo dei beni materiali, ma di
ogni diritto personale esigito sugli altri, scopre la
grazia di una nuova fraternità che ha fatto sognare moltitudini immense e che
ancora oggi sa suscitare energie segrete per seguire il Signore e stare in
comunione con gli uomini.
I misteri
del Regno sono i misteri della conoscenza del Signore Gesù, fuoco e sale della
vita. Non per nulla il capitolo 9 di Marco termina con queste parole
misteriose: “Ognuno infatti sarà salato
con il fuoco. Buona cosa è il sale ... Abbiate sale in voi stessi e siate in
pace gli uni con gli altri”. Potremmo interpretare: se vi lascerete
convincere a percepire i misteri del Regno come tesoro del vostro cuore (ecco
il fuoco) e rinuncerete sia a ogni
forma di ambizione e rivalità che di impoverimento di desideri e di tensione
spirituale (ecco il sale) , vivrete
custoditi e lieti, potrete godere la pace tra voi come sigillo dell’opera di
Dio in voi, come frutto del dono dello Spirito Santo e godimento
dell’esperienza della conoscenza del vostro Maestro che per voi è venuto, ha
patito, è morto ed è risuscitato.
Gli
atteggiamenti interiori che rivelano l’esperienza del Regno si riducono così a
due: gioire del bene (sia quello fatto da noi che da altri, in qualsiasi condizione)
e non ferire mai la coscienza del prossimo, specie dei deboli e dei piccoli.
Allora potremo cantare con il salmo responsoriale: “i precetti del Signore
fanno gioire il cuore”.
§^§^§
I TESTI DELLE LETTURE (dal “Messale
Romano”):
Prima Lettura Nm 11, 25-29
Dal libro dei Numeri
In quei
giorni, il Signore scese nella nube e parlò a Mosè: tolse parte dello spirito
che era su di lui e lo pose sopra i settanta uomini anziani; quando lo spirito
si fu posato su di loro, quelli profetizzarono, ma non lo fecero più in
seguito.
Ma erano rimasti
due uomini nell'accampamento, uno chiamato Eldad e
l'altro Medad. E lo spirito si posò su di loro; erano
fra gli iscritti, ma non erano usciti per andare alla tenda. Si misero a
profetizzare nell'accampamento.
Un giovane
corse ad annunciarlo a Mosè e disse: «Eldad e Medad profetizzano nell'accampamento». Giosuè, figlio di Nun, servitore di Mosè fin dalla sua adolescenza, prese la
parola e disse: «Mosè, mio signore, impediscili!». Ma Mosè gli disse: «Sei tu
geloso per me?
Fossero
tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore porre su di loro il
suo spirito!».
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 18
I precetti del Signore fanno gioire
il cuore.
La legge del
Signore è perfetta,
rinfranca
l'anima;
la
testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio
il semplice.
Il timore
del Signore è puro,
rimane per
sempre;
i giudizi
del Signore sono fedeli,
sono tutti
giusti.
Anche il tuo
servo ne è illuminato,
per chi li
osserva è grande il profitto.
Le
inavvertenze, chi le discerne?
Assolvimi
dai peccati nascosti.
Anche
dall'orgoglio salva il tuo servo
perché su di
me non abbia potere;
allora sarò
irreprensibile,
sarò puro da
grave peccato.
Seconda Lettura
Gc 5, 1-6
Dalla lettera di san Giacomo
apostolo
Ora a voi,
ricchi: piangete e gridate per le sciagure che cadranno su di voi! Le vostre
ricchezze sono marce, i vostri vestiti sono mangiati dalle tarme. Il vostro oro
e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si alzerà ad
accusarvi e divorerà le vostre carni come un fuoco.
Avete
accumulato tesori per gli ultimi giorni! Ecco, il salario dei lavoratori che
hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le
proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore onnipotente. Sulla
terra avete vissuto in mezzo a piaceri e delizie, e vi siete ingrassati per il
giorno della strage. Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non vi ha
opposto resistenza.
Vangelo Mc
9,38-43.45.47-48
Dal vangelo secondo Marco
In quel
tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci
seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c'è nessuno che
faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è
contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d'acqua
nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua
ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è
molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia
gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio
per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare
nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di
scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo,
anziché con i due piedi essere gettato nella Geenna. E se il tuo occhio ti è
motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con
un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geenna, dove il loro
verme non muore e il fuoco non si estingue».