Quarto ciclo
Anno liturgico B (2011-2012)
Solennità e feste
Natività di s.
Giovanni Battista
(24 giugno 2012)
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Is 49, 1-6;
Sal 138; At 13, 22-26; Lc 1, 57-66. 80
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Giovanni Battista è l'unico santo di
cui la Chiesa festeggia, come per Gesù e la Vergine Maria, la nascita in questo
mondo. La festa dei santi commemora il giorno della loro 'nascita' al cielo
ossia il giorno della morte. Invece, per il Battista, nella tradizione si danno
addirittura tre feste: la festa della sua concezione (23 settembre), la nascita
(24 giugno), il martirio o la decollazione (29 agosto). Evidentemente la Chiesa
riconosce qualcosa di assolutamente speciale nella figura del Battista, il Precursore,
Colui che indica ormai venuto tra gli uomini il Salvatore.
Se consideriamo l'iconostasi nelle
chiese di rito bizantino troviamo il Signore Gesù al centro, mentre alla sua
destra è rappresentata la Vergine e alla sua sinistra Giovanni Battista, prima
degli angeli Michele e Gabriele e degli apostoli Pietro e Paolo. Perché?
Spiegano i Padri che il nome Giovanni significa
'il Signore fa grazia' : indica il dono fatto ai genitori con questa nascita, il dono dello Spirito che
riempie Giovanni fin dal seno della madre, il dono accordato ai figli di
Israele di essere ricondotti al Signore loro Dio tramite la sua predicazione,
il dono della grazia fatto al mondo intero tenendo conto che in Giovanni
usciamo dal cerchio della semplice
discendenza carnale di Abramo ed entriamo in quello che la Promessa aveva di
universale : "e in te si diranno
benedette tutte le famiglie della terra" (Gen
12,3). Il nome di Giovanni allude a tutta la grazia dell'economia del Vangelo
che lui avrebbe annunciato, indicando la presenza nel mondo dell’Agnello, del
Figlio di Dio, per il quale fu donata al mondo questa grazia, come richiama
l’evangelista Giovanni nel prologo del suo vangelo.
La definizione più espressiva del
mistero della sua nascita l’ascoltiamo dalla bocca di suo padre, Zaccaria, il
quale, sciolto dai vincoli che l’avevano imprigionato per la sua incredulità
all’annuncio dell’angelo, proclama a gran voce: “E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo perché andrai
innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la
conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla
tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge
dall’alto” (Lc 1,76-78). ‘Dare al popolo la conoscenza della salvezza’: non
si tratta solo di ‘far sapere’ che il Salvatore è venuto, che Dio ha fatto
visita al suo popolo. La conoscenza di Dio non si risolve semplicemente nella
conoscenza di certi eventi, ma nella conoscenza del senso della nostra storia
con Dio, della nostra vita e delle nostre persone. Si tratta di una conoscenza
che ‘impegna’ la vita come risposta alla rivelazione di senso del nostro
destino in una storia più grande di noi. La straordinaria ‘potenza’ di questa
conoscenza si vede dalla vita stessa del Battista, che però non viene narrata
dai vangeli ma che noi vediamo riassumersi nella forza trascinante della sua
predicazione potente: ‘il regno dei cieli è vicino, convertitevi!’. La sua
persona stessa si era fatta eco vivente di quella ‘Parola fatta carne’ di cui si era rallegrato fin nel seno materno quando
Maria, che portava in grembo Gesù, saluta sua mamma. Nel deserto, quando
predica, lui è la voce, ma la Parola è un altro. E la grandezza di Giovanni,
elogiata da Gesù, sarà proprio quella di dar voce alla Parola, di prestare la
lampada alla Luce.
E Gesù, quando Giovanni si avvede
che non si muove come lui si sarebbe aspettato e gli manda a dire se si deve
aspettare qualcun altro, pone la firma in calce alla vita ed alla persona del
Battista con l'affermazione 'beato chi non si scandalizza di me'.
Effettivamente, conferma Gesù, Giovanni Battista è il più grande fra i nati di
donna. Nell'ordine della grandezza della rivelazione di Dio, il Battista non è
più solo un profeta, il cui compito è quello di annunciare. Lui è più che un
profeta perché ha indicato presente fra gli uomini Colui di cui tutti gli altri
profeti avevano annunciato il mistero e la venuta. Ma Colui che doveva mostrare
l'estensione e la profondità di tale mistero è Gesù, il più piccolo nel Regno
dei Cieli, che risulta più grande di Giovanni Battista. Gesù, l'Inviato, Colui
che “pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio l’essere come Dio ...” (Fil 2,6-8), proprio per
la sua 'piccolezza' ha mostrato tutta la grandezza dell'amore di Dio per l'uomo
facendone vedere il suo vero Volto. Ma il Volto di Dio lo vedono coloro che non
si scandalizzano della sua 'piccolezza' quando, ormai sfigurato sulla croce,
allorché nemmeno d'uomo aveva più l'aspetto, accolgono tutto il mistero di Dio
nel suo amore agli uomini, vedono cioè la sua scelta di essere Dio per gli
uomini, non di sembrarlo soltanto. Ilario di Poitiers
così commenta: “Il Signore manifesta tutta la gloria di Giovani dicendo che lui
era più che un profeta perché a lui solo fu permesso sia di annunciare che di
vedere il Cristo. E come si può pensare che non conoscesse il Cristo uno che è
stato inviato con la potenza di un angelo a preparare la sua venuta e che tra i
nati da donna è il più grande profeta che sia mai sorto? Però con questa eccezione
che colui che è più piccolo di lui e cioè colui che viene interrogato, al quale
non si crede, al quale neppure le sue opere danno credito, questi è più grande
nel regno dei cieli” (Commento al vangelo di Matteo, 11,6).
Quando l’evangelista Giovanni, nel
suo prologo, risale alla storia eterna dell’amore di Dio per gli uomini: “In principio era il Verbo, e il Verbo era
presso Dio e il Verbo era Dio…”, per arrivare ad annunciare: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare
in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio
unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Gv 1,1.14), il Battista è il primo testimone di quella
gloria che via via apparirà anche agli apostoli, a tutti i discepoli e ai
seguaci loro, fino a noi, fino alla fine del mondo. La sua testimonianza è
ancora tesa a dissipare le incertezze, i dubbi: ‘io non sono…’. Il Battista non è né il Messia né Elia né il
Profeta. Condivide con la gente l’attesa del Messia, senza poter specificare
oltre ma avrà la capacità profetica di riconoscerlo presente nel mondo.
Toccherà allo stesso Messia dire poi chi sia, mostrarsi nel suo mistero; sarà
Lui ad amministrare appunto il battesimo in Spirito, mentre il Battista, con il
suo battesimo di acqua, ne prepara solamente la manifestazione. Ma è
esattamente il suo titolo di grandezza, per il quale la Chiesa lo celebra al di
sopra degli angeli e dei santi.
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I TESTI DELLE LETTURE (dal “Messale Romano”):
Prima Lettura Is 49,1-6
Dal libro del profeta Isaìa
Ascoltatemi,
o isole,
udite
attentamente, nazioni lontane;
il Signore
dal seno materno mi ha chiamato,
fino dal
grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome.
Ha reso la
mia bocca come spada affilata,
mi ha
nascosto all’ombra della sua mano,
mi ha reso
freccia appuntita,
mi ha
riposto nella sua faretra.
Mi ha detto:
«Mio servo tu sei, Israele,
sul quale
manifesterò la mia gloria».
Io ho
risposto: «Invano ho faticato,
per nulla e
invano ho consumato le mie forze.
Ma, certo,
il mio diritto è presso il Signore,
la mia
ricompensa presso il mio Dio».
Ora ha
parlato il Signore,
che mi ha
plasmato suo servo dal seno materno
per
ricondurre a lui Giacobbe
e a lui
riunire Israele
– poiché ero
stato onorato dal Signore
e Dio era
stato la mia forza –
e ha detto:
«È troppo poco che tu sia mio servo
per
restaurare le tribù di Giacobbe
e ricondurre
i superstiti d’Israele.
Io ti
renderò luce delle nazioni,
perché porti
la mia salvezza
fino
all’estremità della terra».
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 138
Io ti rendo grazie: hai fatto di me
una meraviglia stupenda.
Signore, tu
mi scruti e mi conosci,
tu conosci
quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da
lontano i miei pensieri,
osservi il
mio cammino e il mio riposo,
ti sono note
tutte le mie vie.
Sei tu che
hai formato i miei reni
e mi hai
tessuto nel grembo di mia madre.
Io ti rendo
grazie:
hai fatto di
me una meraviglia stupenda.
Meravigliose
sono le tue opere,
le riconosce
pienamente l’anima mia.
Non ti erano
nascoste le mie ossa
quando
venivo formato nel segreto,
ricamato
nelle profondità della terra.
Seconda Lettura
At 13,22-26
Dagli Atti degli Apostoli
In quei
giorni, [ nella sinagoga di Antiochia di Pisìdia, ]
Paolo diceva:
«Dio suscitò
per i nostri padri Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho
trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio
cuore; egli adempirà tutti i miei voleri”.
Dalla
discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele,
Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di
conversione a tutto il popolo d’Israele.
Diceva
Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma
ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”.
Fratelli,
figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è
stata mandata la parola di questa salvezza».
Vangelo Lc 1, 57-66.
80
Dal vangelo secondo Luca
Per
Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e
i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande
misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni
dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di
suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si
chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si
chiami con questo nome».
Allora
domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una
tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati.
All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo
Dio.
Tutti i loro
vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si
discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in
cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del
Signore era con lui.
Il bambino
cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al
giorno della sua manifestazione a Israele.