Quarto ciclo
Anno liturgico A (2010-2011)
Tempo Ordinario
14a Domenica
(3
luglio 2011)
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Zc 9,9-10; Sal 144; Rm 8,9-13; Mt 11,25-30
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Nel vangelo di Matteo e di Luca il
brano di oggi costituisce forse la rivelazione più esplicita di Gesù quanto al
suo rapporto con il Padre. Matteo non specifica la circostanza di questa
solenne benedizione di Gesù, ma il passo parallelo di Lc
10,21-22 lo riporta chiaramente. Gesù prorompe nel suo grido di esultanza
davanti ai 72 discepoli che tornano dalla predicazione: “Ti rendo lode, o Padre … perché hai nascosto queste cose ai sapienti e
ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”. È l’esultanza di fronte
all’accondiscendenza di benevolenza del Padre per gli uomini, che possono
godere del suo amore senza averne alcun titolo. L’uomo non deve conquistare
Dio, ma aprirsi alla sua rivelazione. Dio è già dalla sua parte: la presenza di
Gesù, l’Inviato del Padre, lo dimostra. L’unica conquista è quella di acquisire
quell'atteggiamento del cuore che consente di ricevere la rivelazione del suo
amore. Questo caratterizza i ‘piccoli’, la cui qualità è definita in rapporto
ai ‘sapienti’ che si affannano invece a volere che Dio sia come è stabilito che
sia, come a cercare le condizioni possibili per una presenza accettabile di
Dio.
I pensieri degli uomini non
corrispondono ai pensieri di Dio e chi preferisce quelli di Dio ai propri
appartiene al numero dei ‘piccoli’. La condivisione da parte di Gesù del
piacere di Dio, non allude semplicemente al fatto che a Dio piace rivelarsi ai
piccoli, ma alla condizione essenziale perché Dio possa rivelarsi, come a dire:
appena ci si fa piccoli, nella misura in cui ci si fa piccoli, Dio si rivela a
noi. Qui si cela il segreto dell’obbedienza al Padre di Gesù, dell’obbedienza
del discepolo al suo Maestro, dell’obbedienza della fede. L’esultanza di Gesù
come del credente deriva da qui, come la preghiera alla comunione testimonia:
“fa’ che viviamo sempre in rendimento di grazie” per l’esperienza che ci è
stato dato di fare in Gesù.
È l’esultanza che deriva dalla
grazia di venir messi a parte dei segreti di Dio, in Gesù. Segreti, che la
profezia di Zaccaria, compiuta con l’ingresso di Gesù a Gerusalemme la domenica
delle palme, collega al mistero pasquale; che il salmo responsoriale descrive
come il compimento della rivelazione del nome di Dio a Mosè sul Sinai; di cui
la lettera ai Romani ci fa ‘debitori’ per la vita che ne scaturisce. Se teniamo
presente che il brano evangelico di oggi è lo stesso brano che viene proclamato
nella festa del S. Cuore, allora possiamo intuire la verità della testimonianza
di Gesù sul Padre: “di generazione in generazione durano i pensieri del suo
Cuore” (antifona di ingresso, che riprende sal 32,11)
e la testimonianza su se stesso: “Tutto è
stato dato a me dal Padre mio” (Mt 11,27), ripresa alla fine del vangelo: “A me è stato dato ogni potere in cielo e in
terra” (Mt 28,18).
Le espressioni ‘tutto’ e ‘ogni
potere’ si riferiscono ai misteri del regno dei cieli di cui Gesù può svelare
la verità e con la conoscenza dei quali portare felicità ai cuori, che di quei
misteri sono intessuti, benché incapaci di viverli. Ciò che rende, però, accoglibile per i nostri cuori la rivelazione di Gesù è la
sua ‘mitezza e umiltà’, che parla dell’amore di compassione di Dio che in lui
risplende e tutto investe. L’unione tra mitezza e umiltà costituisce la cifra
divina dell’umanità perché al mite e all’umile sono svelati i segreti di Dio,
che sono i segreti di amore per gli uomini di cui il Figlio è il Testimone per
eccellenza. Il ‘ristoro’ che il cuore cerca non può che venire da quella
‘mitezza e umiltà’ perché generatrice di comunione, di condivisione in
benevolenza.
La colletta interpreta assai bene il
movimento di rivelazione che ci è dato gustare: “O Dio, che ti riveli ai
piccoli e doni ai miti l’eredità del tuo regno, rendici poveri, liberi ed
esultanti, a imitazione del Cristo tuo figlio, per portare con lui il giogo
soave della croce e annunziare agli uomini la gioia che viene da te”. Tre le
caratteristiche dell'imitazione del Cristo: 'poveri, liberi ed esultanti'.
Poveri di tutto ciò che ci allontana dalla rivelazione dell’amore del Padre,
liberi da tutto ciò che si oppone a quella rivelazione ed esultanti per tutto
ciò che la consente. E quando gli uomini coglieranno da noi l'eco di
quell'esultanza, allora sapranno che la gioia viene da Dio e la desidereranno
anche loro. Anche loro torneranno piccoli per non perdere la possibilità di
godere della stessa gioia.
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I TESTI DELLE LETTURE (dal “Messale Romano”):
Prima Lettura Zc 9, 9-10
Dal libro del profeta Zaccaria.
«Esulta
grandemente, figlia di Sion,
giubila,
figlia di Gerusalemme!
Ecco, a te
viene il tuo re.
Egli è
giusto e vittorioso,
umile,
cavalca un asino,
un puledro
figlio d’asina.
Farà sparire
il carro da guerra da Èfraim
e il cavallo
da Gerusalemme,
l’arco di
guerra sarà spezzato,
annuncerà la
pace alle nazioni,
il suo
dominio sarà da mare a mare
e dal Fiume
fino ai confini della terra».
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 144
Benedirò il tuo nome per sempre,
Signore.
O Dio, mio
re, voglio esaltarti
e benedire
il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio
benedire ogni giorno,
lodare il
tuo nome in eterno e per sempre.
Misericordioso
e pietoso è il Signore,
lento
all’ira e grande nell’amore.
Buono è il
Signore verso tutti,
la sua
tenerezza si espande su tutte le creature.
Ti lodino,
Signore, tutte le tue opere
e ti
benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la
gloria del tuo regno
e parlino
della tua potenza.
Fedele è il
Signore in tutte le sue parole
e buono in
tutte le sue opere.
Il Signore
sostiene quelli che vacillano
e rialza
chiunque è caduto.
Seconda Lettura
Rm 8, 9. 11-13
Dalla lettera di san Paolo apostolo
ai Romani
Fratelli,
voi non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che
lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non
gli appartiene.
E se lo
Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha
risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per
mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Così dunque,
fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri
carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo
Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete.
Vangelo Mt 11,
25-30
Dal vangelo secondo Matteo
In quel
tempo Gesù disse:
«Ti rendo
lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose
ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così
hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio;
nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il
Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me,
voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio
giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e
troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio
peso leggero».