Quarto
ciclo
Anno
liturgico A (2010-2011)
Tempo
di Natale
Natale del Signore
(25
dicembre 2010)
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Messa
vespertina nella vigilia: Is 62,1-5; Sal 88;
At 13,16-17.22-25; Mt 1,1-25
Messa
della notte: Is 9,1-6; Sal 95;
Tt 2,11-14; Lc 2,1-14
Messa
dell’aurora: Is
62,11-12; Sal 96; Tt 3,4-7;
Lc 2,15-20
Messa
del giorno: Is
52,7-10; Sal 97; Eb 1,1-6;
Gv 1,1-18
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Se
consideriamo lo sviluppo della liturgia natalizia nei quattro formulari delle
Messe, il mistero del Natale appare in tutto il suo splendore. Una tensione
unica percorre la liturgia, sottolineata dalle collette: Dio si fa uomo perché
l’uomo diventi ‘dio’. Ciò significa che la natura dell’uomo è strutturata sulla
vita divina e la liturgia del natale del Signore appunta lo sguardo sul mistero
da dentro tale prospettiva.
L’evento
della nascita di Gesù, a Betlemme, celebrato nella messa della notte, con la
successiva adorazione dei pastori, commemorato nella messa dell’aurora, risulta
incastonato dai brani della genealogia di Gesù (messa vespertina della vigilia)
e dal prologo di Giovanni (messa del giorno).
È come se la
liturgia insegnasse ad affinare gli sguardi. La genealogia di Matteo dice che
Gesù, discendente di Abramo, è inserito nella storia sacra del popolo
d’Israele. Lui realizza le profezie, Lui compie le promesse, Lui è il Messia.
Nella genealogia di Luca, invece, Gesù non risale ad Abramo, ma discende da
Dio, assumendo Adamo: viene svelato il mistero della sua identità di Figlio di
Dio, il mistero dell’amore di Dio nel quale prende origine la creazione
dell’uomo e la storia di amore di Dio con l’umanità.
Con il
prologo di Giovanni Gesù è considerato nella dimensione trinitaria, alle sorgenti
della creazione come il Figlio, sul quale e per mezzo del quale tutto è stato
creato, sulla base ormai della testimonianza apostolica di aver visto lo
splendore della gloria di Dio in quel Figlio, nato, vissuto, morto e risorto
per noi: “E il Verbo si fece carne e
venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di
verità”.
Quando nella
notte si celebra l’evento della nascita a Betlemme è da dentro questa
prospettiva che gli occhi guardano. Forse noi non ci rendiamo conto della
immensa sproporzione tra la povertà del segno (un bambino nella mangiatoia) e
lo splendore della visione con la letizia incontenibile che riempie i cuori.
Compaiono gli angeli, il Bambino è riconosciuto e adorato, echeggiano canti
celesti, ma la povertà è totale, il rifiuto incombente, la persecuzione
nell'aria, nessuno si appressa se non i pastori, gli ultimi della società. I
pittori di icone della Natività lo hanno mostrato assai bene: la greppia
assomiglia alla tomba, le fasce del bambino assomigliano alle fasce mortuarie.
E poi, non ci sono luci e angeli attorno alla greppia o alla grotta; questi
appaiono ai pastori che vegliano le loro greggi, annunciano il loro messaggio e
spariscono. Alla grotta, davanti al Bambino, vale solo il racconto dei pastori,
e come loro hanno creduto all'annuncio celeste, così gli altri credono alla
loro testimonianza.
Se si
rilegge l’episodio del presepe di Greccio nella vita di s. Francesco di Assisi
ci rendiamo conto della logica di quella visione. “Meditava continuamente le
parole del Signore e non perdeva mai di vista le sue opere. Ma soprattutto
l’umiltà dell’incarnazione e la carità della Passione aveva impresse così
profondamente nella sua memoria, che difficilmente gli riusciva di pensare ad
altro… E ogni volta che diceva ‘Bambino di Betlemme’ o ‘Gesù’ passava la lingua
sulle labbra, quasi a gustare e trattenere tutta la dolcezza di quelle parole”
(FF 467-470). È il desiderio di far memoria di Gesù, il desiderio di
condividere con lui quello che lui vive, sente e opera, perché il cuore è pieno
di lui, a permettere agli occhi di vedere, all’anima di gustare. Allora, la
semplicità del segno parla, si spalanca su spazi immensi perché la storia umana
si apre sulla storia di Dio con l’umanità e la letizia non può non spuntare.
Le collette
delle Messe delineano la progressione della comprensione del mistero secondo
questa traiettoria: l’evento sprigiona una tale luce (notte) da investire il
nostro agire (aurora) per partecipare alla stessa vita di Dio (giorno). “O Dio,
che hai illuminato questa santissima notte con lo splendore di Cristo, vera
luce del mondo …” (notte); “Fa’ che risplenda nelle nostre opere il mistero
della fede che rifulge nel nostro spirito” (aurora); “Fa’ che possiamo
condividere la vita divina del tuo Figlio…” (giorno), scopo della nostra
gioiosa adorazione.
Un poema
natalizio di s. Efrem canta: “Sia benedetto Colui che ha consegnato la nostra
anima, che l’ha adornata e se ne è fatta la fidanzata! Sia benedetto Colui che
ha fatto del nostro corpo una tenda per la sua Invisibilità! Sia benedetto
Colui che nella nostra lingua ha tradotto i suoi segreti!... Gloria a Colui che
non ha mai bisogno che noi lo ringraziamo. Ma che ha bisogno di tenerci cari,
che ha sete di amarci e che chiede a noi di dare perché Lui possa darci ancora
di più”. Possano i nostri cuori percepire quei segreti e scoprire le radici
della letizia in questo mondo. La letizia dell’annuncio natalizio costituisca
il vigore dell’anima e lo spazio di intelligenza del cuore per la vita propria
e quella di tutti.
Buon Natale
a tutti.
§^§^§
I TESTI DELLE LETTURE (dal “Messale
Romano”):
MESSA
VESPERTINA NELLA VIGILIA
Prima Lettura
Is 62,1-5
Dal libro del profeta Isaia
Per amore di
Sion non tacerò,
per amore di
Gerusalemme non mi concederò riposo,
finché non
sorga come aurora la sua giustizia
e la sua
salvezza non risplenda come lampada.
Allora le
genti vedranno la tua giustizia,
tutti i re
la tua gloria;
sarai
chiamata con un nome nuovo,
che la bocca
del Signore indicherà.
Sarai una
magnifica corona nella mano del Signore,
un diadema
regale nella palma del tuo Dio.
Nessuno ti
chiamerà più Abbandonata,
né la tua
terra sarà più detta Devastata,
ma sarai
chiamata Mia Gioia
e la tua
terra Sposata,
perché il
Signore troverà in te la sua delizia
e la tua
terra avrà uno sposo.
Sì, come un
giovane sposa una vergine,
così ti
sposeranno i tuoi figli;
come gioisce
lo sposo per la sposa,
così il tuo
Dio gioirà per te.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 88
Canterò per sempre l'amore del
Signore.
«Ho stretto
un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a
Davide, mio servo.
Stabilirò
per sempre la tua discendenza,
di
generazione in generazione edificherò il tuo trono».
Beato il
popolo che ti sa acclamare:
camminerà,
Signore, alla luce del tuo volto;
esulta tutto
il giorno nel tuo nome,
si esalta
nella tua giustizia.
«Egli mi
invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e
roccia della mia salvezza”.
Gli
conserverò sempre il mio amore,
la mia
alleanza gli sarà fedele».
Seconda Lettura
At 13,16-17.22-25
Dagli Atti degli Apostoli
Paolo,
[giunto ad Antiòchia di Pisìdia, nella sinagoga,] si alzò e, fatto cenno con la
mano, disse:
«Uomini
d’Israele e voi timorati di Dio, ascoltate. Il Dio di questo popolo d’Israele
scelse i nostri padri e rialzò il popolo durante il suo esilio in terra
d’Egitto, e con braccio potente li condusse via di là.
Poi suscitò
per loro Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato
Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei
voleri”.
Dalla
discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele,
Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di
conversione a tutto il popolo d’Israele.
Diceva Giovanni
sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco,
viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”».
Vangelo Mt
1,1-25
Dal vangelo secondo Matteo
Genealogia
di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo
generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli,
Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram
generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò
Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re
Davide.
Davide
generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò
Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat
generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz
generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò
Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in
Babilonia.
Dopo la
deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele,
Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor
generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar,
Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo
sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo,
tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla
deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo
quattordici.
[Così fu
generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe,
prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito
Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla
pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però
stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del
Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te
Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito
Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti
salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo
è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del
profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà
dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi».
Quando si
destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e
prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce
un figlio ed egli lo chiamò Gesù.]
MESSA DELLA
NOTTE
Prima Lettura
Is 9,1-6
Dal libro del profeta Isaia
Il popolo
che camminava nelle tenebre
ha visto una
grande luce;
su coloro
che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai
moltiplicato la gioia,
hai
aumentato la letizia.
Gioiscono
davanti a te
come si
gioisce quando si miete
e come si
esulta quando si divide la preda.
Perché tu
hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra
sulle sue spalle,
e il bastone
del suo aguzzino,
come nel
giorno di Màdian.
Perché ogni
calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni
mantello intriso di sangue
saranno
bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un
bambino è nato per noi,
ci è stato
dato un figlio.
Sulle sue
spalle è il potere
e il suo
nome sarà:
Consigliere
mirabile, Dio potente,
Padre per
sempre, Principe della pace.
Grande sarà
il suo potere
e la pace
non avrà fine
sul trono di
Davide e sul suo regno,
che egli
viene a consolidare e rafforzare
con il
diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà
lo zelo del Signore degli eserciti.
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 95
Oggi è nato per noi il Salvatore.
Cantate al
Signore un canto nuovo,
cantate al
Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al
Signore, benedite il suo nome.
Annunciate
di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo
alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i
popoli dite le sue meraviglie.
Gioiscano i
cieli, esulti la terra,
risuoni il
mare e quanto racchiude;
sia in festa
la campagna e quanto contiene,
acclamino
tutti gli alberi della foresta.
Davanti al
Signore che viene:
sì, egli
viene a giudicare la terra;
giudicherà
il mondo con giustizia
e nella sua
fedeltà i popoli.
Seconda Lettura
Tt 2,11-14
Dalla lettera di san Paolo apostolo
a Tito
Figlio mio,
è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna
a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con
sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della
manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato
se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo
puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
Vangelo Lc
2,1-14
Dal vangelo secondo Luca
In quei
giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di
tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era
governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria
città.
Anche
Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di
Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di
Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si
trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla
luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una
mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in
quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la
notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a
loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande
timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande
gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi
un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un
bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito
apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e
diceva:
«Gloria a
Dio nel più alto dei cieli
e sulla
terra pace agli uomini, che egli ama».
MESSA DELL'
AURORA
Prima Lettura
Is 62,11-12
Dal libro del profeta Isaia
Ecco ciò che
il Signore fa sentire
all’estremità
della terra:
«Dite alla
figlia di Sion:
Ecco, arriva
il tuo salvatore;
ecco, egli
ha con sé il premio
e la sua
ricompensa lo precede.
Li
chiameranno Popolo santo,
Redenti del
Signore.
E tu sarai
chiamata Ricercata,
Città non
abbandonata».
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 96
Oggi la luce risplende su di noi.
Il Signore
regna: esulti la terra,
gioiscano le
isole tutte.
Annunciano i
cieli la sua giustizia
e tutti i
popoli vedono la sua gloria.
Una luce è
spuntata per il giusto,
una gioia
per i retti di cuore.
Gioite,
giusti, nel Signore,
della sua
santità celebrate il ricordo.
Seconda Lettura
Tt 3,4-7
Dalla lettera di san Paolo apostolo
a Tito
Figlio mio,
quando
apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,
e il suo
amore per gli uomini,
egli ci ha
salvati,
non per
opere giuste da noi compiute,
ma per la
sua misericordia,
con un’acqua
che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
che Dio ha
effuso su di noi in abbondanza
per mezzo di
Gesù Cristo, salvatore nostro,
affinché,
giustificati per la sua grazia,
diventassimo,
nella speranza, eredi della vita eterna.
Vangelo Lc 2,15-20
Dal vangelo secondo Luca
Appena gli
angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un
l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il
Signore ci ha fatto conoscere».
Andarono,
senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella
mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto
loro.
Tutti quelli
che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte
sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se
ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e
visto, com’era stato detto loro.
MESSA DEL
GIORNO
Prima Lettura
Is 52,7-10
Dal libro del profeta Isaia
Come sono
belli sui monti
i piedi del
messaggero che annuncia la pace,
del
messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a
Sion: «Regna il tuo Dio».
Una voce! Le
tue sentinelle alzano la voce,
insieme
esultano,
poiché vedono
con gli occhi
il ritorno
del Signore a Sion.
Prorompete
insieme in canti di gioia,
rovine di
Gerusalemme,
perché il
Signore ha consolato il suo popolo,
ha
riscattato Gerusalemme.
Il Signore
ha snudato il suo santo braccio
davanti a
tutte le nazioni;
tutti i
confini della terra vedranno
la salvezza
del nostro Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 97
Tutta la terra ha veduto la salvezza
del nostro Dio.
Cantate al
Signore un canto nuovo,
perché ha
compiuto meraviglie.
Gli ha dato
vittoria la sua destra
e il suo
braccio santo.
Il Signore
ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi
delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è
ricordato del suo amore,
della sua
fedeltà alla casa d’Israele.
Tutti i
confini della terra hanno veduto
la vittoria
del nostro Dio.
Acclami il
Signore tutta la terra,
gridate,
esultate, cantate inni!
Cantate inni
al Signore con la cetra,
con la cetra
e al suono di strumenti a corde;
con le
trombe e al suono del corno
acclamate
davanti al re, il Signore.
Seconda Lettura
Eb 1,1-6
Dalla lettera agli Ebrei
Dio, che
molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per
mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo
del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha
fatto anche il mondo.
Egli è
irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene
con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati,
sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore
agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a
quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»?
e ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»? Quando invece introduce
il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio».
Vangelo Gv
1,1-18
Dal vangelo secondo Giovanni
[In
principio era il Verbo,
e il Verbo
era presso Dio
e il Verbo
era Dio.
Egli era, in
principio, presso Dio:
tutto è
stato fatto per mezzo di lui
e senza di
lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era
la vita
e la vita
era la luce degli uomini;
la luce
splende nelle tenebre
e le tenebre
non l’hanno vinta.]
Venne un
uomo mandato da Dio:
il suo nome
era Giovanni.
Egli venne come
testimone
per dare
testimonianza alla luce,
perché tutti
credessero per mezzo di lui.
Non era lui
la luce,
ma doveva
dare testimonianza alla luce.
[Veniva nel
mondo la luce vera,
quella che
illumina ogni uomo.
Era nel
mondo
e il mondo è
stato fatto per mezzo di lui;
eppure il
mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i
suoi,
e i suoi non
lo hanno accolto.
A quanti
però lo hanno accolto
ha dato
potere di diventare figli di Dio:
a quelli che
credono nel suo nome,
i quali, non
da sangue
né da volere
di carne
né da volere
di uomo,
ma da Dio
sono stati generati.
E il Verbo
si fece carne
e venne ad
abitare in mezzo a noi;
e noi
abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come
del Figlio unigenito
che viene
dal Padre,
pieno di
grazia e di verità. ]
Giovanni gli
dà testimonianza e proclama:
«Era di lui
che io dissi:
Colui che
viene dopo di me
è avanti a
me,
perché era
prima di me».
Dalla sua
pienezza
noi tutti
abbiamo ricevuto:
grazia su
grazia.
Perché la
Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e
la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno
lo ha mai visto:
il Figlio
unigenito, che è Dio
ed è nel
seno del Padre,
è lui che lo
ha rivelato.