Quarto
ciclo
Anno
liturgico A (2010-2011)
Tempo
di Avvento
3a Domenica
(12 dicembre
2010)
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Is
35,1-6a.8a.10; Sal 146; Gc 5,7-10; Mt 11,2-11
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Insieme
all’invito a rallegrarci per la vicinanza del Natale (“Rallegratevi sempre nel
Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino” – antifona di
ingresso) la liturgia oggi ci fa prendere coscienza del dubbio che può
assillarci: “Sei tu colui che deve venire
o dobbiamo aspettare un altro?”. È la domanda di una vita. Di Giovanni
Battista, anzitutto. Tutta la sua vita era consistita nel predisporre la via a
un Altro: ‘bisogna che lui cresca e io
diminuisca’. Accoglierne il mistero non significa però saperne in anticipo
l'esito. Significa, più semplicemente, ma più sinceramente, stare disposto ad
accogliere comunque tutta l'esperienza umana e spirituale che quel mistero
comporta nel suo dispiegamento. Così Giovanni, in carcere, alla fine della
vita, riformula la stessa domanda con un risvolto angosciante: mi sono forse
illuso? È lui quel Tu che tutti attendono e che io sono stato chiamato a
svelare al mondo?
Gesù
risponde in due tempi alla domanda del Battista: in un primo tempo,
direttamente a lui e in un secondo tempo, parlando di lui alla gente. La
risposta di Gesù è intessuta di citazioni del profeta Isaia: 29,18; 35,5;
26,19; 61,1. L’aspetto singolare della sua risposta è che l’unica espressione
non desunta dalle Scritture è l’ultima: ‘beato
è colui che non trova in me motivo di scandalo’. Nel vangelo di Matteo, in
altre due occasioni si parla di scandalo a proposito di Gesù: in 13,57,
allorché i compatrioti di Nazaret fanno resistenza
all’insegnamento di Gesù e in 26,31, allorché i discepoli restano scandalizzati
nella notte della cattura di Gesù. Sta di fatto che il Messia si manifesta
diversamente da quanto ci si aspetta. E questo vale per i profeti, per i
discepoli di Gesù e per noi tutti. Lo scandalo del Messia povero e disarmato
non finisce mai nella nostra vita.
Se Giovanni
sembra avanzare dei dubbi su Gesù, Gesù però non ha dubbi su Giovanni Battista.
Ecco il secondo tempo della sua risposta. Parla alla gente in termini molto
elogiativi di Giovanni: “Egli è colui del
quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te
egli preparerà la tua via”. Nella tradizione ebraica la composizione del
passo di Malachia 3,1, riferito a Elia, con l’altro
passo di Esodo 23,20, riferito al Messia, ha fatto pensare al ritorno di Elia
come preparazione alla venuta del Messia. Gesù si riferisce proprio a quella
tradizione e, sebbene non risponda a Giovanni con il dirgli: ‘sì, sono io
quello che deve venire’, proclama: ‘tu sei l’Elia che deve venire’. Se Giovanni
è il precursore del Messia, allora non ci saranno dubbi a proposito di Gesù
come Messia. In tal modo, Gesù non risponde solo alla domanda del Battista, ma
anche a quella di tutti i suoi discepoli.
L’affermazione:
‘beato è colui che non trova in me motivo
di scandalo’ è la firma apposta da Gesù in calce alla vita ed alla persona
del Battista. Effettivamente, conferma Gesù, Giovanni Battista è il più grande
fra i nati di donna. Commenta Ilario di Poitiers: “Il Signore manifesta tutta
la gloria di Giovani dicendo che lui era più che un profeta perché a lui solo
fu permesso sia di annunciare che di vedere il Cristo. E come si può pensare
che non conoscesse il Cristo uno che è stato inviato con la potenza di un
angelo a preparare la sua venuta e che tra i nati da donna è il più grande
profeta che sia mai sorto? Però con questa eccezione che colui che è più
piccolo di lui e cioè colui che viene interrogato, al quale non si crede, al
quale neppure le sue opere danno credito, questi è più grande nel regno dei
cieli”.
Il volto di
Dio lo vedono coloro che non si scandalizzano della sua piccolezza quando, ormai sfigurato sulla croce, allorché nemmeno
d'uomo aveva più l'aspetto, accolgono tutto il mistero di Dio nel suo amore
agli uomini, vedono cioè la sua scelta di essere Dio per gli uomini, non di
sembrarlo soltanto.
La domanda
di Giovanni Battista non è che l'eco dell'angoscia di Gesù al Gethsemani e al Calvario dove la sua piccolezza raggiunge la punta massima, ma dove si rivela in tutto
il suo splendore la grandezza di Dio. E la domanda del Battista è anche la
nostra domanda di credenti che sempre ci troviamo confrontati, lungo il
percorso della nostra vita, con il mistero della scoperta del vero Volto di
Dio. L'esito dell'incontro con Dio non è mai scontato. L'esperienza che siamo
invitati continuamente a fare va sempre al di là di quello che ci immaginiamo o
ci aspettiamo: in gioco è l'incontro con il Dio Vivente e non con un simulacro
di Dio che risulterebbe soltanto la proiezione delle nostre pretese. Ma tutto
questo esige l'entrata nella piccolezza di Dio a cui risponde, specularmente,
la piccolezza dell'uomo che trova
vita, se la perde, che vive se è capace di morire, che si ritrova libero se
rinnega se stesso, ecc., al seguito ‘del più piccolo nel Regno dei Cieli’, cioè
Gesù.
Un’ultima
osservazione. L'immagine di Dio che accarezziamo spesso risponde al desiderio
di vendetta: i cattivi devono sparire, i buoni devono prevalere. Evidentemente,
in nome di una giustizia divina, ma pensata in termini troppo mondani. Le
stesse espressioni profetiche sembrano alludervi: “Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli
viene a salvarvi” (Is 35,4). Ebbene, qual è la
vendetta di Dio? “Oggi, nella città di
Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il
segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”:
sarà l’annuncio del Natale.
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I TESTI DELLE LETTURE (dal “Messale
Romano”):
Prima Lettura Is 35,1-6a.8a.10
Dal libro del profeta Isaia
Si
rallegrino il deserto e la terra arida,
esulti e
fiorisca la steppa.
Come fiore
di narciso fiorisca;
sì, canti
con gioia e con giubilo.
Le è data la
gloria del Libano,
lo splendore
del Carmelo e di Saron.
Essi
vedranno la gloria del Signore,
la
magnificenza del nostro Dio.
Irrobustite
le mani fiacche,
rendete
salde le ginocchia vacillanti.
Dite agli
smarriti di cuore:
«Coraggio,
non temete!
Ecco il
vostro Dio,
giunge la
vendetta,
la
ricompensa divina.
Egli viene a
salvarvi».
Allora si
apriranno gli occhi dei ciechi
e si
schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo
zoppo salterà come un cervo,
griderà di
gioia la lingua del muto.
Ci sarà un
sentiero e una strada
e la
chiameranno via santa.
Su di essa
ritorneranno i riscattati dal Signore
e verranno
in Sion con giubilo;
felicità
perenne splenderà sul loro capo;
gioia e
felicità li seguiranno
e fuggiranno
tristezza e pianto.
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 146
Vieni, Signore, a salvarci.
Il Signore
rimane fedele per sempre
rende
giustizia agli oppressi,
dà il pane
agli affamati.
Il Signore
libera i prigionieri.
Il Signore
ridona la vista ai ciechi,
il Signore
rialza chi è caduto,
il Signore
ama i giusti,
il Signore
protegge i forestieri.
Egli
sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge
le vie dei malvagi.
Il Signore
regna per sempre,
il tuo Dio,
o Sion, di generazione in generazione.
Seconda Lettura
Gc 5,7-10
Dalla lettera di san Giacomo
apostolo
Siate
costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore:
egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto
le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri
cuori, perché la venuta del Signore è vicina.
Non
lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il
giudice è alle porte. Fratelli, prendete a modello di sopportazione e di
costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore.
Vangelo Mt
11,2-11
Dal vangelo secondo Matteo
In quel
tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del
Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve
venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a
Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi
camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai
poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di
scandalo!».
Mentre
quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa
siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che
cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli
che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete
andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è
colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,
davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io
vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il
Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».