Terzo ciclo
Anno liturgico B (2008-2009)
Tempo Ordinario
26a Domenica
(27 settembre 2009)
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Nm 11,25-29; Sal
18; Gc
5,1-6; Mc
9,38-48
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Il tema della liturgia è sempre lo
stesso: scoprire i misteri del Regno. Dopo l’annuncio della passione risulta
chiaro che il destino del Maestro sarà il destino dei discepoli, l’eredità del
Maestro costituirà l’eredità dei discepoli. Ma destino e eredità non sono
facilmente accoglibili dall’uomo; occorre il dono
dello Spirito, che sarà effuso proprio dalla croce con la testimonianza
dell’amore di Dio per gli uomini da parte del Signore Gesù. In questa ottica la
prima lettura, con l’episodio del dono dello Spirito ai settanta anziani,
compresi i due rimasti nell’accampamento, Eldad e Medad, comporta due significati: 1) l’azione di Dio,
dovunque si manifesti, non va impedita e Gesù lo conferma: “Chi non è contro di noi è per noi”; 2) è
necessaria l’effusione dello Spirito per accedere ai misteri del Regno. Il che
significa: non si conosce la strada per arrivarci, ci deve essere indicata.
Il brano di Marco, al di là del
contenuto specifico delle parole di Gesù, sottolinea due realtà: l’estrema
preziosità della fede nel Signore Gesù e la tensione per il Regno, segreto
della vita. Ambedue le realtà sono suggerite dal canto al vangelo: “La tua parola, Signore, è verità; consacraci
nella verità” (cf Gv
17,17). Come se, davanti alla proclamazione del vangelo, pregassimo: fa’ che
viviamo della verità delle tue parole, aderendovi intimamente, in tutta
evidenza per il nostro cuore. In questo brano, Gesù proclama la verità sotto
forma di promessa e sotto forma di minaccia. La promessa è rivolta a chi non ha
ancora aderito a lui e la minaccia a chi ha già aderito, ma il contenuto della
promessa e della minaccia è il medesimo: quanto è preziosa per la nostra vita
la conoscenza dei misteri del Regno!
Rispetto a chi non ha ancora fede in
lui dice: “Chiunque infatti vi darà da
bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità, io vi
dico, non perderà la sua ricompensa”. La sottolineatura risulta: chi
accoglie voi, accoglie me. Gesù ritiene fatto a sé ogni attenzione o cortesia
rivolta ai suoi discepoli. É la benedizione di Gesù su coloro che non lo
conoscono, ma ne rispettano l’insegnamento con la gentilezza nei confronti dei
suoi discepoli.
Rispetto invece a coloro che già hanno
fede in lui minaccia: “Chi scandalizzerà
uno solo di questi piccoli che credono in me ...”. Si rivolge prima a
quanti hanno responsabilità nella sua chiesa: la fede in lui è così preziosa
che chi, con il suo comportamento altero o litigioso oppure con la sua
eccessiva severità verso i fratelli più deboli, la rende impraticabile o
impossibile a tenersi, perderà ogni frutto e non avrà senso il suo vivere. Con
l’aggiunta del paragone che sarebbe meglio che fosse gettato in mare con appesa
al collo una macina da mulino si allude al tradimento di Giuda (cf Mt 26,24) per sottolineare questa equazione: ricevere un
discepolo di Cristo equivale a ricevere il Cristo, ma scandalizzare un
discepolo di Cristo equivale a tradire il Cristo.
Ma se la fede in Gesù è così preziosa
per la nostra vita, allora – e qui il discorso si rivolge a tutti i discepoli,
indistintamente, senza alcuna differenza rispetto ai ruoli che ricoprono – che
tragedia sarebbe vivere la vita rinnegando ciò che ha di più prezioso, la fede
nel Signore Gesù: “Se la tua mano ti è
motivo di scandalo, tagliala … Se il tuo piede ti è motivo di scandalo,
taglialo ... Se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via ...”! Se
l’amore del Regno non prevarrà, sarà inevitabile vivere e far vivere nella
sofferenza. La fede in Gesù o ti fa vivere nella tensione per il Regno o perde
la sua preziosità. L’avvertimento di Gesù è chiaro: rinuncia a qualsiasi cosa
che contrasti o rinneghi la via della vita. Il che equivale a dire: 1) rinuncia
a tutto ciò che ti impedisce di accogliere la dinamica di vita che porta il
Signore Gesù con il suo far conoscere lo splendore dell’amore di Dio per
l’uomo; 2) non puoi però riuscire in tale rinuncia se non è mai apparsa al tuo
cuore nella sua bellezza la testimonianza del Signore Gesù rispetto all’amore
di Dio per l’uomo, amore che colma ogni desiderio.
I misteri del Regno sono i misteri
della conoscenza del Signore Gesù, fuoco e sale della vita. Non per nulla il
capitolo 9 di Marco termina con queste parole misteriose: “Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale ...
Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri”. Potremmo
interpretare: se vi lascerete convincere a percepire i misteri del Regno come
tesoro del vostro cuore (ecco il fuoco)
e rinuncerete sia a ogni forma di ambizione e rivalità che di impoverimento di
desideri e di tensione spirituale (ecco il sale)
, vivrete custoditi e lieti, potrete godere la pace tra voi come sigillo
dell’opera di Dio in voi, come frutto del dono dello Spirito Santo e godimento
dell’esperienza della conoscenza del vostro Maestro che per voi è venuto, ha
patito, è morto ed è risuscitato.