Secondo
ciclo
Anno
liturgico C (2006-2007)
Solennità
e Feste
Natività di s. Giovanni
Battista
(24 giugno
2007)
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Is
49,1-6; Sal 138; At 13,22-26; Lc 1,57-66
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Giovanni
Battista è l'unico santo di cui la Chiesa festeggia, come per Gesù e la Vergine
Maria, la nascita in questo mondo. La festa dei santi commemora il giorno della
loro 'nascita' al cielo ossia il giorno della morte. Invece, per il Battista,
nella tradizione si danno addirittura tre feste: la festa della sua concezione
(23 settembre), la nascita (24 giugno), il martirio o la decollazione (29
agosto). Evidentemente la Chiesa riconosce qualcosa di assolutamente speciale
nella figura del Battista, il Precursore, Colui che indica ormai venuto tra gli
uomini il Salvatore.
Il nome Giovanni
significa 'il Signore fa grazia' : indica il dono fatto ai genitori con questa nascita, il dono dello Spirito che
riempie Giovanni fin dal seno della madre, il dono accordato ai figli di
Israele di essere ricondotti al Signore loro Dio tramite la sua predicazione,
il dono della grazia fatto al mondo intero tenendo conto che in Giovanni usciamo
dal cerchio della semplice discendenza
carnale di Abramo ed entriamo in quello che la Promessa aveva di universale :
"e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra" (Gen
12,3). Il nome di Giovanni allude a tutta la grazia dell'economia del Vangelo
che lui avrebbe annunciato, indicando la presenza nel mondo dell’Agnello, del
Figlio di Dio, per il quale fu donata al mondo questa grazia, come richiama
l’evangelista Giovanni nel prologo del suo vangelo.
La definizione
più espressiva del mistero della sua nascita l’ascoltiamo dalla bocca di suo
padre, Zaccaria, il quale, sciolto dai vincoli che l’avevano imprigionato per
la sua incredulità all’annuncio dell’angelo, proclama a gran voce: “E tu,
bambino, sarai chiamato profeta dell' Altissimo perché andrai innanzi al
Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della
salvezza nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa
del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall' alto un sole che sorge” (Lc
1,76-78). ‘Darà al suo popolo la conoscenza della salvezza’: non si tratta solo
di ‘far sapere’ che il Salvatore è venuto, che Dio ha fatto visita al suo
popolo. La conoscenza di Dio non si risolve semplicemente nella conoscenza di
certi eventi, ma nella conoscenza del senso della nostra storia con Dio, della
nostra vita e delle nostre persone. Si tratta di una conoscenza che ‘impegna’
la vita come risposta alla rivelazione di senso del nostro destino in una
storia più grande di noi. La straordinaria ‘potenza’ di questa conoscenza si
vede dalla vita stessa del Battista, che però non viene narrata dai vangeli ma
che noi vediamo riassumersi nella forza trascinante della sua predicazione
potente: ‘il regno dei cieli è vicino, convertitevi!’. La sua persona stessa si
era fatta eco vivente di quella ‘Parola fatta carne’ di cui si era rallegrato
fin nel seno materno quando Maria, che portava in grembo Gesù, saluta sua
mamma. Nel deserto, quando predica, lui è la voce, ma la Parola è un altro. E
la grandezza di Giovanni, elogiata da Gesù, sarà proprio quella di dar voce
alla Parola, di prestare la lampada alla Luce.
E Gesù, quando
Giovanni si avvede che non si muove come lui si sarebbe aspettato e gli manda a
dire se si deve aspettare qualcun altro, pone la firma in calce alla vita ed
alla persona del Battista con l'affermazione 'beato chi non si scandalizza di
me'. Effettivamente, conferma Gesù, Giovanni Battista è il più grande fra i
nati di donna. Nell'ordine della grandezza della rivelazione di Dio, il
Battista non è più solo un profeta, il cui compito è quello di annunciare. Lui
è più che un profeta perché ha indicato presente fra gli uomini Colui di cui
tutti gli altri profeti avevano annunciato il mistero e la venuta. Ma Colui che
doveva mostrare l'estensione e la profondità di tale mistero è Gesù, il più
piccolo nel Regno dei Cieli, che risulta più grande di Giovanni Battista. Gesù,
l'Inviato, Colui che 'pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro
geloso la sua uguaglianza con Dio...' (Fil 2,6-8), proprio per la sua
'piccolezza' ha mostrato tutta la grandezza dell'amore di Dio per l'uomo
facendone vedere il suo vero Volto. Ma il Volto di Dio lo vedono coloro che non
si scandalizzano della sua 'piccolezza' quando, ormai sfigurato sulla croce,
allorché nemmeno d'uomo aveva più l'aspetto, accolgono tutto il mistero di Dio
nel suo amore agli uomini, vedono cioè la sua scelta di essere Dio per gli
uomini, non di sembrarlo soltanto. Ilario di Poitiers così commenta: “Il
Signore manifesta tutta la gloria di Giovani dicendo che lui era più che un
profeta perché a lui solo fu permesso sia di annunciare che di vedere il
Cristo. E come si può pensare che non conoscesse il Cristo uno che è stato
inviato con la potenza di un angelo a preparare la sua venuta e che tra i nati
da donna è il più grande profeta che sia mai sorto? Però con questa eccezione
che colui che è più piccolo di lui e cioè colui che viene interrogato, al quale
non si crede, al quale neppure le sue opere danno credito, questi è più grande
nel regno dei cieli” (Commento al vangelo di Matteo, 11,6).
Quando l’evangelista
Giovanni, nel suo prologo, risale alla storia eterna dell’amore di Dio per gli
uomini: “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era
Dio…” per arrivare ad annunciare: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare
in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal
Padre, pieno di grazia e di verità” (Gv 1,1.14), il Battista è il primo
testimone di quella ‘gloria’ che via via apparirà anche agli apostoli, a tutti
i discepoli e ai seguaci loro, fino a noi, fino alla fine del mondo. La sua
testimonianza è ancora tesa a dissipare le incertezze, i dubbi: ‘io non sono…’.
Il Battista non è né il Messia né Elia né il Profeta. Condivide con la gente
l’attesa del Messia, senza poter specificare oltre ma avrà la ‘capacità’
profetica di riconoscerlo presente nel mondo. Toccherà allo stesso Messia dire
poi chi sia, mostrarsi nel suo mistero; sarà Lui ad amministrare appunto il
battesimo in Spirito, mentre il Battista, con il suo battesimo di acqua, ne
prepara solamente la manifestazione. Ma è esattamente il suo titolo di
grandezza, per il quale la Chiesa lo celebra al di sopra degli angeli e dei
santi.