Secondo
ciclo
Anno
liturgico B (2005-2006)
Tempo
di Quaresima
5a Domenica
(2 aprile
2006)
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Ger
31,31-34; Sal 50; Eb 5,7-9; Gv 12,20-33
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Nella narrazione
del vangelo di Giovanni il brano evangelico di oggi è situato nell'ultima
settimana di vita di Gesù. Gesù era appena entrato trionfante in Gerusalemme,
la notizia della risurrezione di Lazzaro correva sulla bocca di tutti e tutti
accorrevano per vedere l'uno e l'altro. Era prossima la festa di pasqua. Si trovavano
a Gerusalemme ebrei e 'greci', cioè pagani simpatizzanti, vicini alla religione
ebraica, venuti per partecipare al pellegrinaggio pasquale, desiderosi di
adorare il vero Dio. La loro richiesta: "vogliamo vedere Gesù",
introduce l'ora del Figlio dell'uomo. Tutti, ebrei e pagani, ora, potranno
'vedere' la salvezza, potranno entrare in quella nuova, definitiva, alleanza di
Dio con gli uomini annunciata fin dalla fondazione del mondo con l'immagine
dell'Agnello immolato. Vedere Gesù vuol dire vedere il Salvatore, vedere il Dio
che salva, vedere il Regno di Dio venire con potenza, vedere lo splendore
dell'amore di Dio che tutto intride e porta a compimento. Quando Gesù,
commentando la richiesta dei pagani di vederlo, annuncia la sua ora arrivata,
parla della sua morte come della sua gloria e rivela la comunanza di destino
con i suoi discepoli: "dove sono io, là sarà anche il mio servo". Non
vuol dire semplicemente: io soffro, anche voi soffrirete; io sono ripudiato dal
mondo, anche voi lo sarete; io muoio sulla croce, anche voi avrete la vostra
croce. Dice piuttosto: io sono nell'amore del Padre, anche voi lo sarete; io
sono il testimone del suo amore in questo mondo, anche voi lo sarete; io
risplendo della gloria dell'amore del Padre, anche voi risplenderete dello
stesso amore; e tanto più quanto più sopporto l'ingiustizia e la violenza senza
venir meno alla potenza dell'amore, come anche voi; per questo amore, per la
rivelazione di questo amore, perché questo amore porti vita a tutti sono venuto
al mondo e così sarà di voi, se state con me. E dicendo 'quando sarò elevato da
terra, attirerò tutti a me', allude evidentemente alla sua morte in croce, ma
anche al destino dei suoi discepoli perché anche per loro varrà la stessa
dinamica di salvezza: quando saranno 'elevati' con il loro Signore crocifisso,
quando cioè subiranno il martirio per Lui, sotto qualsiasi forma avvenga,
allora risplenderà la loro vita, allora gli uomini capiranno cosa i loro cuori
portavano dentro e si sentiranno attratti dal loro stesso amore.
Come accedere
allora a questa 'visione' di Gesù? Come vederlo Salvatore? Ce lo rivela il
profeta Geremia: "Questa sarà l’alleanza che io concluderò con la casa di
Israele dopo quei giorni, dice il Signore: Porrò la mia legge nel loro animo,
la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo.
Non dovranno più istruirsi gli uni gli altri, dicendo: Riconoscete il Signore,
perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice il Signore;
poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato”.
'Tutti lo conosceranno' .... 'perché io perdonerò la loro iniquità' : ecco i
due passaggi nevralgici. Quel 'perché' dice la condizione e il tempo del
conoscere. Possiamo conoscere Dio solo sperimentando il suo perdono. E possiamo
venire perdonati solo riconoscendo di essere peccatori. Più forte è la
coscienza del nostro essere peccatori, più profonda sarà l'esperienza del
perdono e più rigenerante l'incontro con il Signore, finalmente 'conosciuto'
nel suo amore per noi. E per non cadere nell'illusione sentimentale di sentirsi
peccatori, senza averne la coscienza in verità, basta riferirsi alle nostre
reazioni di fronte all'ingiustizia e alla violenza che ci arrivano addosso dai
fratelli. Se davvero abbiamo coscienza di essere peccatori, non rivendicheremo
nulla, non ci offenderemo, non resteremo contrariati od oppressi o intristiti,
perché non vogliamo perdere l'esperienza di quell'amore di perdono che
costituisce il vero tesoro di vita del nostro cuore. Allora l'alleanza conclusa
da Dio con noi è scritta davvero sul nostro cuore. Allora resteremo 'innalzati'
con il nostro Signore, crocifisso, e la salvezza, mentre tiene saldi noi,
attirerà anche i nostri fratelli.