Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo Ordinario – XXVII Domenica (6 ottobre 2024)

“L’uomo è un essere per”. Praticamente un uomo diventa tale quando non è più il centro di se stesso. Ma per farlo uscire da se stesso, occorre un ‘tu’ a cui riferirsi e così Dio crea la donna, in modo che l’uomo (questa volta, il singolo uomo, la singola donna, in ebraico non più ‘adam’ ma ‘ish’ e ‘isshah’) possa agire come Dio. È a quel punto che Dio li definisce nella benedizione mai venuta meno: “Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne”.
Potremmo spiegare la cosa così. Dio è Uno, ma non è solo. In questo mistero insondabile del Dio, uno nella natura e tre nelle Persone, rivelato da Gesù, si fonda il volere di Dio per l’uomo. È come se Dio dicesse: non è possibile che l’uomo non partecipi alla realtà più bella che mi costituisce, l’amore. Non basta che l’uomo ami Me, suo Creatore, se non può amare anche chi è della sua stessa natura; l’amore che Noi, Padre Figlio Spirito Santo, ci costituisce, voglio che anche l’uomo lo possa vivere al pari di Noi. Ora la donna, che non è tratta come Adamo e tutte le cose dalla polvere del suolo, ma dallo stesso Adamo, è plasmata perché l’uomo potesse ‘essere come Dio’, amare come Dio: realizzare la comunione in un’unica natura e tra persone diverse.