Anno liturgico B (2023-2024) – Solennità e feste – Cristo Re – (24 novembre 2024)

Quando Pilato rientra nel pretorio e fa chiamare Gesù, prima di chiedere che cosa abbia fatto di male, gli chiede: “Sei tu il re dei Giudei?”. Non usa l’espressione tradizionale ‘re di Israele’, dal significato messianico, improprio sulla bocca di un romano. Secondo lui, il fatto che sia reo di morte per le autorità giudaiche comporta che si sia fatto passare per re. E quando Pilato chiede a Gesù cosa abbia fatto di male, Gesù risponde parlando della propria regalità. E abbina il suo essere re alla testimonianza della verità. È questo il passaggio determinante che va compreso.
Nel linguaggio biblico verità e fedeltà sono espresse da un unico termine ‘èmet’. A differenza della lingua greca per la quale la verità è la rivelazione di ciò che è nascosto, nella lingua ebraica la verità è ciò che resta fedele a se stesso, che rimane stabile senza cambiamenti. Ora, la verità e la fedeltà che di Dio si professa in tutte le Scritture è la sua misericordia, il suo amore misericordioso, che non viene mai meno nonostante le ribellioni dell’uomo. Potremmo dire: la verità di Dio è la fedeltà ininterrotta al suo amore per l’uomo. Gesù è proprio il Testimone per eccellenza di quella verità.