XXVIII Domenica T.O.

Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo Ordinario – XXVIII Domenica (13 ottobre 2024)

E se l’antifona di ingresso proclama, eco del salmo 129: “Se consideri le colpe, Signore, Signore chi ti può resistere? Ma con te è il perdono …” vuol dire che l’uomo non può accedere alla sapienza sulla base dei suoi meriti, non può conoscere la sapienza a partire dal suo buon comportamento; vuol dire che si accede alla sapienza con il riconoscere il bisogno del perdono, che non equivale semplicemente a riconoscere la colpa, ma a riconoscerla davanti a Qualcuno che ci vuol far dono di Sé.
Quando si presenta il giovane ricco, sembra che l’orizzonte della sua richiesta sia molto più limitato. Non è soddisfatto delle sue ricchezze e della sua vita, e per questo corre da Gesù, ma non riesce a distinguere tra i beni il Bene. La vita eterna che mostra di volere è assai diversa da quello che Gesù chiama l’entrare nel regno di Dio. È come se non riuscisse a distinguere il comandamento dalla ispirazione che l’ha dettato.

XXVII Domenica T.O.

Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo Ordinario – XXVII Domenica (6 ottobre 2024)

“L’uomo è un essere per”. Praticamente un uomo diventa tale quando non è più il centro di se stesso. Ma per farlo uscire da se stesso, occorre un ‘tu’ a cui riferirsi e così Dio crea la donna, in modo che l’uomo (questa volta, il singolo uomo, la singola donna, in ebraico non più ‘adam’ ma ‘ish’ e ‘isshah’) possa agire come Dio. È a quel punto che Dio li definisce nella benedizione mai venuta meno: “Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne”.
Potremmo spiegare la cosa così. Dio è Uno, ma non è solo. In questo mistero insondabile del Dio, uno nella natura e tre nelle Persone, rivelato da Gesù, si fonda il volere di Dio per l’uomo. È come se Dio dicesse: non è possibile che l’uomo non partecipi alla realtà più bella che mi costituisce, l’amore. Non basta che l’uomo ami Me, suo Creatore, se non può amare anche chi è della sua stessa natura; l’amore che Noi, Padre Figlio Spirito Santo, ci costituisce, voglio che anche l’uomo lo possa vivere al pari di Noi. Ora la donna, che non è tratta come Adamo e tutte le cose dalla polvere del suolo, ma dallo stesso Adamo, è plasmata perché l’uomo potesse ‘essere come Dio’, amare come Dio: realizzare la comunione in un’unica natura e tra persone diverse.

XXVI Domenica T.O.

Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo Ordinario – XXVI Domenica (29 settembre 2024)

[…] anche un semplice bicchiere d’acqua è degno di ricompensa, se offerto in rettitudine di cuore! L’aspetto misterioso consiste appunto nel fatto che ogni minima cosa, fatta nel nome di Cristo, apre sul mistero del regno dei cieli, che Gesù è venuto ad indicarci presente, fruibile. Per i discepoli di Gesù sembra suoni strano che Dio dia la stessa ricompensa anche a coloro che discepoli non sono! Sono così incomparabili il regno dei cieli e i nostri meriti, che non è pensabile di raggiungere il regno dei cieli con qualche azione straordinaria, strepitosa, sempre immensamente impari allo scopo. La speranza viene dal fatto che nel nome di Gesù ogni minima azione può aprirsi sul regno dei cieli e ciò è accessibile a tutti perché a tutti Gesù rende vicino il Regno.

XXV Domenica T.O.

Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo Ordinario – XXV Domenica (22 settembre 2024)

La liturgia ci introduce nei sentimenti di Gesù verso i discepoli con la lettura del libro della Sapienza. Il brano non va letto solo come un annuncio profetico della passione di Gesù, ma per la prospettiva nella quale la profezia dona la sua luce. Il brano riporta il discorso degli empi introducendolo con le parole: “Dicono fra loro sragionando…” e concludendolo: “Non conoscono i segreti di Dio”. Ecco, la rivelazione di Gesù consiste nell’essere messi a parte dei segreti di Dio, che sono appunto i misteri del regno dei cieli. E l’annuncio della passione rivela quanto i segreti di Dio siano lontani dalla mente degli uomini, eppur così essenziali alla vita dei loro cuori.

XXIV Domenica T.O.

Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo Ordinario – XXIV Domenica (15 settembre 2024)

Pietro riconosce il Messia, ma conserva una sua idea di Messia. In pratica, vuole suggerire a Dio come dovrebbe essere. Gesù lo richiama all’unico movimento che gli permetterà l’intelligenza del suo mistero: “Va’ dietro a me”. Gesù riprende la rivelazione di Dio raccontata in Es 33,20-23, là dove Dio dice a Mosè che potrà vederlo solo di spalle. Il che significa: solo accettando di camminare per dove Dio indica lo si potrà vedere in verità. E ancora: solo disponendoci a praticare la sua parola, si può scoprire la verità della promessa di vita che la sua parola comporta. Solo camminando dietro il Maestro si potrà vederlo in verità fino alla ‘contemplazione’[…]

XXIII Domenica T.O.

Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo Ordinario – XXIII Domenica (8 settembre 2024)

Rispetto al mistero di Dio e della vita siamo come sordomuti: non sappiamo ascoltare né parlare ‘bene’. Potremmo chiederci: di quale parola abbiamo bisogno? Nelle preghiere quaresimali, ad es. quella di s. Efrem, domandiamo di venir liberati dalla parola vana, dalla parola vuota. La prima preghiera che la Chiesa fa pronunciare ogni mattina, al sorgere del sole, ripresa dal salmo 50, v. 17, proclama: “Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode”. Ed è significativo che la lode sia contrapposta al sacrificio nel senso che il Signore non vuole il sacrificio, ma la lode di un cuore contrito che torna al suo Signore, pentito e desideroso della sua comunione. Nei riti battesimali dell’apertura e della rinuncia a satana, quando, la vigilia del battesimo, al candidato venivano toccati orecchi e bocca perché diventassero capaci di ascoltare e parlare dei misteri di Dio, la Chiesa si riferisce ai battezzandi come a bambini piccoli che imparano a parlare. E quale parola si suggerisce loro di dire? “Padre nostro” e non: ‘padre mio’, rinunciando così ad ogni dipendenza nei confronti di qualsiasi altro padre terreno e carnale, cioè al diavolo.