IV Domenica di Pasqua

Anno liturgico C (2021-2022) – Tempo di Pasqua – IV Domenica di Pasqua – (8 maggio 2022)

[…] voi non mi potete capire perché pensate già di conoscere Dio e pretendete di comprendere la sua parola senza nemmeno aver ascoltato la sua voce. In effetti, la cosa straordinaria del parlare di Gesù risalta dal fatto che per comprendere la parola bisogna ascoltare la voce. Gesù non dice: “Le mie pecore ascoltano la mia parola”, ma “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono”. Si ascolta la voce, prima ancora della parola che questa voce proferisce. Come a dire: se non si accoglie la parola da dentro un’intimità di rapporto (non ci si emoziona per la parola ascoltata, ma per la voce che parla al cuore con quella parola!), a partire dal dono di quell’intimità, non ci si può disporre ad accogliere anche quello che la voce dice (=mi seguono).

III Domenica di Pasqua

Anno liturgico C (2021-2022) – Tempo di Pasqua – III Domenica di Pasqua – (1 maggio 2022)

Nella tradizione la scena del pesce sulla brace con il pane è stata spiegata in riferimento alla umanità di Gesù che si cuoce al fuoco della carità e la presenza del pane in riferimento alla sua divinità. Ma ciò che risuona potente e che percorre la nostra storia è l’invito: “Venite e prendete! Il cibo che vi attende è lo stesso Signore Gesù Cristo, Dio e uomo; uomo per amor nostro, divorato dal fuoco della carità, Dio eterno, pane degli angeli. Venite tutti e saziatevi: venite e prendete” (Ludolfo di Sassonia). S. Agostino spiega: Piscis assus, Christus passus, vale a dire: il pesce arrostito rappresenta Cristo nella sua passione, e proprio in quanto rinnegato e ucciso, è cibo per tutti, a tutti porta vita. Se mettiamo in relazione il brano con la prima lettura degli Atti degli apostoli, dove viene segnalato la ‘gioia’ dei discepoli che sono giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù (cfr. At 5,41), comprendiamo l’orizzonte in cui situare la missione dei credenti nel mondo. Il fuoco di carità che ha cotto l’umanità di Gesù per farsi cibo è lo stesso fuoco che cuoce l’umanità dei discepoli perché a tutti appaia l’amore del Signore per noi.

II Domenica di Pasqua

Anno liturgico C (2021-2022) – Tempo di Pasqua – II Domenica di Pasqua – (24 aprile 2022)

La confessione di Tommaso, davanti al Signore che lo invita a toccare i segni della sua passione gloriosa, acquista allora la sua vera dimensione. Certamente, Tommaso non è un pavido, un insicuro. Le altre due volte che il vangelo di Giovanni parla di Tommaso ce lo presenta come un uomo generoso, pronto ad andare a morire con Gesù. Il dubbio che aveva espresso procedeva da un cuore che aveva preso così sul serio la vicenda di Gesù che non voleva illudersi. Quando Gesù gli dice di mettere la mano nel costato e nelle cicatrici, non ha bisogno di ricredersi o di scusarsi: si trova tutto teso a quel Signore che ha sempre voluto seguire e che ora riconosce per davvero: ‘mio Signore e mio Dio’, la più solenne professione di fede del vangelo di Giovanni e, nello stesso tempo, la più intima delle professioni. In quel mio, c’è tutto l’anelito del suo cuore, la sua appassionata esperienza di lui; in quel Signore e Dio, c’è tutta la rivelazione di Gesù al suo cuore, l’intelligenza di tutte le Scritture. È l’unica volta nei vangeli che Gesù è chiamato direttamente Dio.

Pasqua di Risurrezione del Signore – 2022

Anno liturgico C (2021-2022) – Tempo di Pasqua – Pasqua di Risurrezione del Signore – (17 aprile 2022)

Il brano evangelico introduce al mistero della risurrezione con un crescendo rispetto alla ‘potenza’ del vedere espressa in greco da tre verbi. Prima semplicemente si guarda (Maria Maddalena vede la pietra tolta dal sepolcro e Giovanni, arrivato per primo al sepolcro, guarda da fuori nel sepolcro e vede i teli); poi si osserva attentamente, si contempla (Pietro, entrato nel sepolcro, guarda attentamente i teli e il sudario posto in un luogo a parte); infine si conosce, si intuisce intimamente la verità delle cose (Giovanni, entrato nel sepolcro, vede e crede). È l’ascesa suggerita dall’evangelista per fare esperienza del mistero della risurrezione, assolutamente imprevedibile per gli uomini.

Domenica delle Palme e della Passione del Signore

Anno liturgico C (2021-2022) – Tempo di Quaresima – Domenica delle Palme – (10 aprile 2022)

La vicenda di Gesù è colta come un rinunciare alla gloria divina per assumere fino in fondo la nostra umanità. Non solo, ma Gesù vive la sua umanità nello stesso movimento di svuotamento, di rinuncia cioè alla gloria, perché da uomo si fa servo, da servo schiavo e schiavo degli schiavi (a questo allude la lavanda dei piedi). Due sono i momenti nevralgici del racconto della passione: al Getsemani, quando Gesù si affida al Padre nella sua tristezza di morte senza neanche potere avere il sostegno dei suoi tre amici, che non reggono al dramma e si addormentano invece di vegliare; sulla croce, quando Gesù affida al Padre tutti prima di morire: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”.

V Domenica

Anno liturgico C (2021-2022) – Tempo di Quaresima – V Domenica – (3 aprile 2022)

Il collegamento con l’episodio narrato dal vangelo della peccatrice perdonata va colto nella profondità e densità della parola di Gesù alla donna: “[…] neanch’io ti condanno”. Ecco, la sublimità della conoscenza del Cristo, di cui parla s. Paolo, deriva da qui, dal suo perdono rigenerante. E non per nulla, il testo giovanneo continua con il presentare Gesù come luce, luce che rende leggerezza e spaziosità al cuore oppresso dal male, ridandogli la possibilità di accogliere e vivere l’amore di Dio.
Quando Gesù si rivolge alla peccatrice chiamandola ‘donna’, dobbiamo ricordare che il vangelo di Giovanni riporta questa espressione altre quattro volte, due rivolte a sua madre (a Cana e sotto la croce), una alla samaritana e una alla Maddalena (nel giardino, da risorto). Quel termine pesca, quanto a tenerezza, proprio nel cap. 43 di Isaia, che la liturgia richiama.