Sacratissimo Cuore di Gesù

Anno liturgico C (2021-2022) – Solennità e feste – Sacratissimo Cuore di Gesù – (24 giugno 2022)

Il mistero della parabola evangelica riguarda non semplicemente l’amore di Dio, ma l’esperienza che fa il nostro cuore dell’amore di Dio. Con le sue parabole Gesù vuol rispondere alle mormorazioni del cuore dell’uomo che non è più capace di onorare i suoi fratelli perché non sa più riconoscere il mistero di Dio; non riesce più a percepire il cuore di Dio. Per noi, in effetti, si tratta appunto di riconoscere e credere a questo amore di Dio che viene a cercarci, ad usarci premura, a fare dono di Sé a noi, a perdonarci! Ma il nostro cuore, irretito nelle illusioni del peccato, è stranamente più aspro di quello di Dio; crede di salvare una specie di nobiltà teorica condannandosi, rinchiudendosi in una condanna sfiduciata. Non è che manchino nella vita motivi di sfiducia, ma la vita dell’uomo si gioca invece nella fiducia a Qualcuno, che è riconosciuto come Colui che ‘si perde’ per noi e ci ridà dignità.

Corpus Domini

Anno liturgico C (2021-2022) – Solennità e feste – Corpus Domini – (19 giugno 2022)

Due aspetti mi sembrano importanti: 1) Se l’alleanza nuova ci è offerta, vuol dire che dipende dall’iniziativa di Dio e non dal merito nostro. Questo acquieta l’ansia del cuore che teme sempre di non essere raggiunto, per la sua indegnità, dall’amore al quale anela e di cui avverte acutamente il bisogno; 2) L’alleanza nel Corpo e nel Sangue di Cristo, è un ‘memoriale perenne’: non c’è altro evento così significativo nella storia delle persone e del mondo da desiderarne il compimento, in cui far risiedere tutte le tensioni del cuore per aver riposo e pienezza. Il problema, caso mai, è portare la nostra coscienza a percepire questa realtà, a sentirla, a viverne la potenza: è tutto il cammino di crescita nella fede sia come singoli che come comunità.

Santissima Trinità 2022

Anno liturgico C (2021-2022) – Solennità e feste – Santissima Trinità – (12 giugno 2022)

Le letture di oggi aprono uno squarcio di cielo nel cuore dell’uomo. Il libro dei Proverbi descrive l’origine della Sapienza, definendola con quella straordinaria immagine che presiede alla creazione: “io ero con lui come artefice ed ero la sua delizia ogni giorno; giocavo davanti a lui in ogni istante, giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo” (Pr 8,30). Se la Sapienza è generata prima degli abissi e presiede alla creazione, allora significa che tutto di lei è intessuto e, cosa ancora più straordinaria, che tutto è finalizzato alla creazione dell’uomo, perché l’uomo può condividere la delizia di Dio nel suo amore per le sue creature. Rivelazione che verrà ripresa dal prologo di Giovanni: “tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste” (Gv 1,3).

Ascensione del Signore

Anno liturgico C (2021-2022) – Solennità e feste – Ascensione del Signore – (29 maggio 2022)

Con l’ascensione al cielo di Gesù la Chiesa professa la sua fede nel Signore risorto: in cielo è entrato l’uomo, nella sua corporeità; non solo, ma ci è entrato con i segni indelebili della sua passione, non più visti come richiamo alla cattiveria degli uomini, ma come prova dell’immensità dell’amore di Dio per gli uomini. Tanto che gli angeli, se vogliono conoscere il loro Signore nella sua immensità, hanno dovuto aspettare il suo ingresso nei cieli con i segni della passione nella sua carne. Commentando il salmo 46 (47), letto in rapporto al mistero dell’ascensione, i Padri spiegano che agli angeli viene rivelata la sapienza di Dio che si è compiuta nel Cristo, in favore degli uomini.

VI Domenica di Pasqua

Anno liturgico C (2021-2022) – Tempo di Pasqua – VI Domenica di Pasqua – (22 maggio 2022)

Le parole di Gesù sono la risposta alla domanda di Giuda: “Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?”. Domanda, che era stata originata dal parlare di Gesù: “Chi accoglie [letteralmente: chi ha] i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui” (Gv 14,21). Ciò che aveva colpito l’apostolo Giuda era l’accenno alla manifestazione. Pensava che la manifestazione del regno si sarebbe dovuta imporre al mondo nel senso che la potenza di Dio avrebbe stabilito il suo regno vincendo tutti i nemici che fino a quel momento l’avevano avversato. Capisce però che Gesù dice altra cosa e per questo fa la domanda, che è la domanda messianica per eccellenza: come si rivelerà il regno di Dio? Come lo vedremo? Gesù collega la manifestazione del regno all’esperienza dell’amore. E l’amore, nella spiegazione di Gesù, è colto a partire da una precisa condizione.[…]

V Domenica di Pasqua

Anno liturgico C (2021-2022) – Tempo di Pasqua – V Domenica di Pasqua – (15 maggio 2022)

[…] il ‘come’ dell’amore non indica uguaglianza, ma intimità. Sarebbe oltremodo presuntuoso immaginare di amare con la stessa radicalità e intensità del Figlio di Dio. Invece – e questa è la promessa di Gesù e non solo il comandamento! – amarci come lui ci ha amati indica da dove pescare questo amore, da dove prende vigore; indica il dinamismo che lo sottende, lo scopo che lo caratterizza, la modalità di compimento che lo esprime. Per questo è importante comprendere a cosa allude Gesù quando dice che dove va lui i discepoli non possono ancora venire. Subito dopo, infatti, interviene Pietro che, protestandogli il suo amore, pronto a morire per lui, si chiede perché non possa subito seguire Gesù.