Ago 31, 2024 | Tempo Ordinario 2023-2024
Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo Ordinario – XXII Domenica (1 settembre 2024)
La grande questione che oggi la liturgia propone è come acquisire l’intelligenza della vita. Gesù appunto rimprovera i suoi discepoli: “Così neanche voi siete capaci di comprendere?” (Mc 7,18). Nel libro del Deuteronomio, Mosè dice al popolo: “Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente” (Dt 4,6). Interessante notare la ragione di tale intelligenza: “Infatti quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo?” (Dt 4,7). Ecco, la vicinanza di Dio, la percezione della sua vicinanza, l’esperienza custodita della sua vicinanza, questa è la radice di intelligenza. Il che significa che il cuore dell’uomo ha bisogno di quella ‘prossimità’ per fiorire nella sua umanità. E, nello stesso tempo, significa che è la parola di Dio a nutrire il cuore dell’uomo, a custodire il suo cuore.
Ago 23, 2024 | Tempo Ordinario 2023-2024
Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo Ordinario – XXI Domenica (25 agosto 2024)
La prima lettura, tratta dal libro di Giosuè, descrive il popolo d’Israele entrato nella Terra promessa, dopo la liberazione dalla schiavitù dell’Egitto e la tortuosa peregrinazione nel deserto. Nessuno di coloro che in età adulta avevano lasciato l’Egitto, nemmeno Mosè, e con la sola eccezione di Giosuè, era entrato nella Terra promessa. Si tratta ora di impostare la vita nella nuova condizione di libertà. Chi si vuole servire? Quale dio servire? La scelta è appunto tra Dio e gli dèi, gli idoli. L’insegnamento di fondo è che l’uomo non dispone di libertà assoluta; ha la libertà di scegliere chi servire. Nel linguaggio della Scrittura ‘servire’ Dio allude a un rapporto gioioso e liberatorio che esalta le energie dell’anima, sottraendola alle schiavitù quotidiane e all’oppressione del male. E il ‘servizio’ funziona in ragione della continuamente reiterata libertà di scelta per la verità. Ma per quale verità si è disposti ad impegnarsi?
Ago 16, 2024 | Tempo Ordinario 2023-2024
Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo Ordinario – XX Domenica (18 agosto 2024)
Il dono dello Spirito è il contenuto della preghiera nel senso di imparare a percepire la volontà di Bene di Dio per noi; il rendere grazie esprime l’esperienza della percezione di quel Bene per noi e lo stare sottomessi indica il radicamento di quel Bene nel cuore da risultare il tesoro più prezioso. Ma tra il rendere grazie e lo stare sottomessi c’è tutto il tragitto del cammino da fare. Se si rende grazie senza stare sottomessi si è boriosi; se si è sottomessi senza rendere grazie si è servili. Invece, il segno che un cuore adora sinceramente il suo Dio è proprio il fatto di rendere grazie continuamente (= sempre, in ogni circostanza, comunque) e di stare sottomessi (ai propri fratelli, ma anche alla vita in generale) portando pazienza con il tempo, le cose, le circostanze, il nostro cuore e i nostri difetti, il prossimo.
Ago 9, 2024 | Tempo Ordinario 2023-2024
Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo Ordinario – XIX Domenica (11 agosto 2024)
L’uomo, benché desideri la vita, ha paura a viverla. L’uomo fa difficoltà a cogliere e accogliere i segreti di Dio. Possiamo leggere in questa ottica il brano evangelico di oggi. Davanti all’offerta di un pane speciale da parte di Gesù, tutti chiedono: ‘dacci allora questo pane!’. Come la samaritana al pozzo, quando Gesù le parla di un’acqua speciale, chiede di averla. Forse, la richiesta, qui come là, nasconde una punta di ironia: sarebbe bello avere l’acqua, avere il pane, in modo da non avere più sete o fame, in modo da non fare più fatica, ma così non è. Chi promette questo non ci sta illudendo? Tuttavia, il desiderio del cuore è pur sempre quello e resta profondamente vero: il cuore cerca davvero un’acqua e un pane speciali, che ristorino, che rigenerino, che fortifichino, che facciano gustare la vita.
Ago 3, 2024 | Tempo Ordinario 2023-2024
Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo Ordinario – XVIII Domenica (4 agosto 2024)
Gesù si presenta come il ‘Pane disceso dal cielo’, quindi come cibo. Ora, il cibo è in rapporto alla vita, e il passo da tenere bene a mente è l’affermazione solenne del prologo del vangelo: “In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini” (Gv 1,4). Quando Gesù si definisce pane è a questa rivelazione che si riferisce. A sottolinearne l’assolutezza, Gesù ritorna al suo battesimo al Giordano quando si aprono i cieli e ode la voce del Padre: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento» (Mt 3,17). L’aspetto straordinario dell’allusione è dato dal fatto che viene riportata con gli stessi termini della sposa in Cant 8,6: “Mettimi come sigillo sul tuo cuore”. La relazione a cui si allude è una relazione di intimità di amore sconfinato. Presentandosi come ‘cibo per la vita eterna’, Gesù allude a quella relazione a noi partecipata perché è lui che fa conoscere il Padre nel suo amore per noi, è lui a introdurci nella sua stessa intimità con il Padre.
Lug 26, 2024 | Tempo Ordinario 2023-2024
Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo Ordinario – XVII Domenica (28 luglio 2024)
È interessante costatare che la prima lettura, che riporta il miracolo della moltiplicazione dei pani ad opera del profeta Eliseo, è commentata con il salmo 144 (145), salmo che nell’interpretazione dei Padri è letto sulla falsariga della preghiera del Padre Nostro secondo le tre invocazioni: venga il tuo regno, dacci il pane quotidiano, liberaci dal male. Lo esplicita bene Cipriano di Cartagine: “Noi chiediamo che il regno di Dio sia ricreato in noi, così come chiediamo che anche il suo nome sia santificato dentro di noi. Aggiungiamo anche questo: ‘Sia fatta la tua volontà’, non perché Dio faccia ciò che vuole ma perché noi possiamo realizzare ciò che Dio vuole. La volontà di Dio è quella che Cristo ha compiuto e insegnato. L’umiltà nella vita, la fermezza nella fede, l’onestà nel comportamento, la misericordia nelle opere di bene, il non saper offendere e il saper sopportare l’offesa ricevuta, essere in pace con i fratelli”.