Domenica delle Palme e della Passione del Signore

Anno liturgico B (2020-2021) – Tempo di Quaresima – Domenica delle Palme – (28 marzo 2021)

Nel processo Gesù tace davanti ai suoi accusatori. Risponde solo alla domanda del sommo sacerdote confermando che lui è il Messia e il Figlio di Dio, secondo la profezia di Dan 7,13, passo che i sacerdoti conoscevano bene e da cui deducono le loro ragioni per condannare quel millantatore. Davanti a Pilato non risponde alle accuse ma solo alla domanda: “Tu sei il re dei Giudei?” con quel “Tu lo dici”, che però Pilato non prende come motivo di accusa nei suoi confronti. Gesù si attiene alla figura del Servo sofferente che non apre la bocca (Is 53,7). Non si tratta di credere ad una sua parola, ma a Lui, per come si è presentato fino ad allora e per come morirà sulla croce, testimone dell’amore del Padre per noi, oltre ogni violenza e ingiustizia.

V Domenica T.Q.

Anno liturgico B (2020-2021) – Tempo di Quaresima – V Domenica – (21 marzo 2021)

L’esito drammatico, a cui fa riferimento inconsapevole la domanda dei proseliti, è sottolineato con la manifestazione dei sentimenti di Gesù: “Adesso l’anima mia è turbata”. Se pensiamo che il vangelo di Giovanni non riporta la preghiera di Gesù al Getsemani, qui abbiamo descritto ciò che i lettori del vangelo già sapevano dagli altri racconti: “la mia nima è triste fino alla morte”. Quando Gesù, al culmine della sua angoscia, prega: “Padre, glorifica il tuo nome” manifesta tutta la sua intimità con il Padre, tanto che chiede al Padre di far splendere l’amore suo in lui in tutta la sua potenza, perché il nome del Padre è proprio Gesù, il volto visibile del Padre.

IV Domenica T.Q.

Anno liturgico B (2020-2021) – Tempo di Quaresima – IV Domenica – (14 marzo 2021)

[…] non si può salire al cielo se non discendendo. L’innalzamento sulla croce mostra la reale discesa di Dio fino all’uomo, fino a consegnarsi all’uomo, fino a star sottomesso all’uomo che lo tradisce e lo calpesta. E proprio perché custodisce la sua divinità nell’essere calpestato, rivela tutta la potenza di un’umanità che è irraggiamento dello splendore di Dio, un’umanità che tutta si muove nell’amore perché sia vinto l’odio, perché il mondo torni ancora a risplendere della presenza di Dio. Così anche per noi non esiste altro modo di salire a Dio se non quello di discendere, di stare sottomessi perché risplenda l’amore di Dio. Quando s. Francesco di Assisi parla di perfetta letizia allude proprio a questo mistero.

III Domenica T.Q.

Anno liturgico B (2020-2021) – Tempo di Quaresima – III Domenica – (7 marzo 2021)

Quando il salmo responsoriale descrive la natura dei comandamenti di Dio in termini di limpidezza e luminosità partecipandoci la santità di Dio, che è splendore di amore per noi, allude proprio all’opera di Gesù. Potremmo domandarci: da dove deriva alla parola di Dio quella radicale limpidezza e luminosità, che l’umanità di Gesù mostra in tutto il suo splendore? Dal fatto che, come riporta s. Paolo a proposito di Gesù, quella parola è scevra di ogni riferimento alla potenza e alla sapienza del mondo: “noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini” (1Cor 1,22-25).

II Domenica T.Q.

Anno liturgico B (2020-2021) – Tempo di Quaresima – II Domenica – (28 febbraio 2021)

Gesù era appena stato riconosciuto da Pietro come Figlio di Dio, ma contemporaneamente aveva svelato il suo esito messianico, che cioè avrebbe dovuto soffrire molto, essere ucciso e risuscitare. Non solo, ma aveva ricordato ai discepoli che, se quella era la via del Maestro, non si immaginassero di seguire un’altra via: “Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce…”. I discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni sono gli stessi che vedranno di Gesù il volto sanguinante, teso e stravolto dalla sofferenza, al Getsemani.
I discepoli hanno visto il volto trasfigurato di Gesù sul Tabor perché imparassero a riconoscerlo nella sofferenza della passione, quando hanno dovuto rimirare non l’oltre, ma come l’al di qua della figura, non il volto trasfigurato, ma il volto sfigurato. I vangeli e la tradizione tengono collegate le due esperienze.

I Domenica T.Q.

Anno liturgico B (2020-2021) – Tempo di Quaresima – I Domenica – (21 febbraio 2021)

Vittorioso sul diavolo, Gesù inizia la sua ‘evangelizzazione’: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo” (Mc 1,15). Se leggiamo in parallelo i vangeli sinottici, ci accorgiamo che di queste quattro espressioni che definiscono l’annuncio di Gesù, due sono singolari di Marco: “il tempo è compiuto”, “credete al vangelo”. Il vangelo di Marco inizia così: “Inizio del vangelo di Gesù” (Mc 1,1). Mettere in bocca a Gesù, come prima parola di annuncio, ‘il tempo è compiuto’ e ‘credete al vangelo’, significa orientare il lettore all’insieme del vangelo, che è costituito dalla persona stessa di Gesù. Ma qual è il vangelo annunziato da Gesù se non la rivelazione dello splendore dell’amore del Padre per gli uomini?