XV Domenica T.O.

Anno liturgico B (2020-2021) – Tempo Ordinario – XV Domenica (11 luglio 2021)

Il gesto dello scuotere la polvere dai piedi, quando non dovessero accogliere l’annuncio, – gesto comune al pio israelita quando saliva in pellegrinaggio a Gerusalemme proveniente da territori pagani non volendo contaminare il sacro suolo d’Israele -, assume anche questo significato: la pace che non avete raccolto voi, non ha lasciato noi; avete la possibilità di rifiutarla, ma non avete il potere di fermarla perché sarà rivolta ad altri; e se resta a noi, se è condivisa da altri, è perché prima o poi la possiate desiderare anche voi; non temete, sarà sempre vostra eredità. La forza dell’annuncio evangelico sta in questo potere della pace di Dio che raggiunge tutti. La responsabilità dei discepoli sta appunto nel far vedere la loro vita confermata da quella pace perché possa apparire davvero desiderabile.

XIV Domenica T.O.

Anno liturgico B (2020-2021) – Tempo Ordinario – XIV Domenica (4 luglio 2021)

La liturgia ci invita allora a cogliere il nodo essenziale della vita: la salvezza è data dalla potenza di Dio ma ha bisogno di essere accolta con fede, senza riserve mentali. Il problema più o meno può essere posto così: perché la grazia non compie tutto ciò che promette? Pensiamo al perdono che domandiamo a Dio per i nostri peccati. Perché, pur chiedendolo sinceramente e ottenendolo, non agisce in profondità da trasformarci completamente? Forse che Dio vincola il suo perdono? Non sarebbe morto per noi! Pensiamo alla richiesta di una virtù: “Signore, fammi umile”. Perché dopo la richiesta restiamo ancora in preda all’orgoglio e all’egoismo? Forse che Dio è geloso dei suoi doni? Non ci avrebbe dato il suo Figlio! Ecco dunque la meraviglia di Gesù: la nostra incredulità.

XIII Domenica T.O.

Anno liturgico B (2020-2021) – Tempo Ordinario – XIII Domenica (27 giugno 2021)

I primi due capitoli del libro della Sapienza oppongono l’agire di Dio per la vita e la scelta degli empi per la morte. Il ragionamento degli empi è introdotto con le parole: “Dicono fra loro sragionando” e si conclude con l’annotazione: “Hanno pensato così, ma si sono sbagliati; la loro malizia li ha accecati. Non conoscono i misteriosi segreti di Dio …”. I segreti di Dio però non sono semplicemente quelli che vengono enunciati nel brano della Sapienza: la ricompensa del giusto e l’immortalità dell’uomo. Un particolare è assolutamente illuminante. Il ragionamento degli empi è ripreso nel vangelo di Matteo alla crocifissione di Gesù quando i capi: “… facendosi beffe di lui dicevano: ‘Ha salvato gli altri e non può salvare se stesso! É il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha confidato in Dio, lo liberi lui, ora, se gli vuol bene” (Mt 27,42-43). I segreti di Dio riguardano quel Figlio, venuto perché gli uomini abbiano la vita e la vita in abbondanza.

XII Domenica T.O.

Anno liturgico B (2020-2021) – Tempo Ordinario – XII Domenica (20 giugno 2021)

Collegare l’immagine di Gesù, che comanda al vento e al mare, con quella di Dio che parla a Giobbe in mezzo all’uragano, non ha lo scopo di lasciare i lettori del vangelo a bocca aperta. Suonerebbe banale l’esibizione di potenza da parte di Gesù che domina il mare. Se Dio parla di mezzo al turbine a Giobbe (siamo alla fine del libro, quando Dio ormai ha conquistato Giobbe all’incontro con lui e lo elogia davanti ai suoi amici perché ha pensato più rettamente di loro) è per introdurlo al mistero di un incontro, che apre al senso del vivere. La vita è assai più misteriosa di quanto siamo portati ad ammettere. Così Gesù, che si è messo a dormire sulla barca nel lago in burrasca, non è destato dai discepoli per lasciarli a bocca aperta davanti al suo potere sul mare.

XI Domenica T.O.

Anno liturgico B (2020-2021) – Tempo Ordinario – XI Domenica (13 giugno 2021)

[…] aveste una fede genuina, grande come un minutissimo seme di senape! I semi di senape sono così minuti che, se si mettono sul palmo della mano e si capovolge la mano come per rovesciarli per terra, nemmeno cadono giù. Era proverbiale l’immagine della piccolezza del seme di senape. Il paragone è basato sulla potenza che il seme racchiude. E quando questa potenza si dispiega cresce a dismisura e diventa un albero e tutti gli uccelli del cielo (intesi dalla tradizione: i popoli pagani, i pensieri malvagi, tutti i pensieri dell’uomo) vengono a nidificare sui suoi rami, cioè sono attratti e lì trovano riposo. Tale potenza appartiene al seme, non a noi: questo è il motivo profondo della fiducia del cuore rispetto al peso della vita, al peso dei malvagi nella vita. Non importa se abbiamo una fede grande o piccola, basta che sia genuina e questa ha la potenza di fare miracoli, cioè di fare spazio al regno di Dio che viene, in ogni cosa.

VI Domenica T.O.

Anno liturgico B (2020-2021) – Tempo Ordinario – VI Domenica (14 febbraio 2021)

[…] guarire dalla lebbra vuol dire allora ricevere la rivelazione che è giunto a noi il regno di Dio, vuol dire che possiamo tornare a non avere paura di Dio e del prossimo, vuol dire ritornare a vivere in umiltà e mitezza, in libertà e gratuità, toccati da Dio. Così, la vita santa, quella in rapporto alla santità di Dio goduto nel suo desiderio di comunione con noi, non è più definita secondo i termini della legge. La discriminante tra santo e non santo si sposta e i confini sono radicalmente cambiati perché Dio si è fatto prossimo a noi nella sua compassione. Il nesso guarigione/purificazione, da leggere in rapporto alla beatitudine: “beati i puri di cuore perché vedranno Dio”, acquista la luminosità della tenerezza di Dio che libera e ci rende capaci a nostra volta di tenerezza luminosa per l’uomo.