XXVIII Domenica T.O.

Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XXVIII Domenica (14 ottobre 2018)

L’orizzonte della richiesta del giovane ricco sembra limitato. La vita eterna che mostra di volere è assai diversa da quella che Gesù chiama l’entrare nel regno di Dio. È come se non riuscisse a distinguere il comandamento dalla ispirazione che l’ha dettato. Il dramma dei credenti viene proprio dal fatto che si può praticare il bene e non arrivare mai a gustarne il frutto. La messa in guardia risuona nell’affermazione di Gesù: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo”.

XXVII Domenica T.O.

Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XXVII Domenica (7 ottobre 2018)

La risposta di Gesù, collocandoci nell’interpretazione più rigorista della legge mosaica, affronta la questione in una prospettiva completamente diversa. Gesù, contrapponendo comandamento a concessione, arriva al cuore del problema. In gioco non c’è l’interpretazione restrittiva o estesa di una norma e neppure la norma stessa, ma il fondamento su cui la norma prende valore. E Gesù richiama l’atto della creazione: “Dio li fece maschio e femmina; per questo l’ uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola”.

XXVI Domenica T.O.

Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XXVI Domenica (30 settembre 2018)

Mosè non può essere geloso della visita di Dio perché se Dio visita è appunto per attrarre tutti a Sé; così i discepoli non possono essere gelosi del dono dello Spirito perché quel dono è dato proprio perché tutti entrino nei misteri di Dio. Così, nel salmo responsoriale, la supplica è quella di essere liberati dai peccati nascosti, soprattutto dal peccato di orgoglio che impedisce di vedere in modo puro i doni di Dio: “Assolvimi dai peccati nascosti. Anche dall’orgoglio salva il tuo servo perché su di me non abbia potere…”.

XXV Domenica T.O.

Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XXV Domenica (23 settembre 2018)

La liturgia ci introduce nei sentimenti di Gesù e dei discepoli con la lettura del libro della Sapienza. Il passo non va letto solo come un annuncio profetico della passione di Gesù, ma per la prospettiva nella quale la profezia dona la sua luce. Il brano riporta il discorso degli empi introducendolo con le parole: “Dicono fra loro sragionando…” e concludendolo: “Non conoscono i segreti di Dio”. Ecco, la rivelazione di Gesù consiste nell’essere messi a parte dei segreti di Dio, che sono appunto i misteri del regno dei cieli.

XXIV Domenica T.O.

Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XXIV Domenica (16 settembre 2018)

[…] “cominciò ad insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto…” (Mc 8,31). I due termini indicano che l’uomo non avrebbe mai potuto arrivare al mistero della persona di Gesù dal basso; vi si giunge per rivelazione, dall’alto. Non si vuole sottolineare una necessità di destino, ma il segreto di un amore che si consegna, un segreto di cui si è messi a parte. Non solo, ma che “dall’alto” corrisponde allo “star dietro” a Gesù. Pietro non può comprendere perché, invece di star dietro a Gesù, vuole mettersi davanti, come a far da suggeritore al suo Maestro e si prende il rimprovero: “Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”.

XXIII Domenica T.O.

Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XXIII Domenica (9 settembre 2018)

È caratteristico che il termine con cui, sia nel brano di Isaia che nel vangelo, viene denominato il sordomuto, indichi letteralmente uno che fa fatica a parlare, che farfuglia, che balbetta in modo che non si riesce a capire quel che dice. Chi non ascolta la parola del Signore, cioè è sordo, non può nemmeno dire parole sensate, parole comprensibili. In realtà, non siamo semplicemente afoni; balbettiamo qualcosa, ma senza poter dire parole di vita, parole di senso perché siamo dispersi e vuoti.