XV Domenica T.O.

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo Ordinario – XV Domenica (16 luglio 2023)

[…] nel dare ragione del perché solo ora viene svelato il mistero del regno, Gesù annuncia: “Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!” (Mt 13,16-17). L’intelligenza si accende se si partecipa a questa beatitudine e si può partecipare a questa beatitudine se ci si colloca nella storia degli uomini che da sempre hanno ricercato verità e sapienza. Se il cuore non accoglie le parole di Gesù come risposta agli aneliti più profondi e pressanti che gli uomini da sempre hanno coltivato, non può coglierne la densità, la potenza, la grazia. La novità di intelligenza è data da lui, lui che è il Figlio, inviato perché l’uomo conosca la grandezza e la bellezza dell’amore del Padre.

XIV Domenica T.O.

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo Ordinario – XIV Domenica (9 luglio 2023)

Nel suo racconto evangelico Matteo incastona questa perla straordinaria. Presenta Gesù come il Profeta escatologico, il Maestro, il Figlio, che conosce e fa conoscere la misericordia del Padre. Dopo aver rimproverato la sua generazione per l’incredulità nei confronti di Giovanni Battista e le città di Galilea, che erano state testimoni di molti suoi miracoli senza convertirsi, Gesù svela che comunque l’opera di Dio si sta realizzando, si confida pubblicamente e prorompe in un grido di esultanza: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza”. […] L’esultanza di Gesù si riferisce all’accondiscendenza di benevolenza del Padre per gli uomini, che possono godere del suo amore senza averne alcun titolo.

XIII Domenica T.O.

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo Ordinario – XIII Domenica (2 luglio 2023)

L’esempio profetico è illustrato per sottolineare che, se la salvezza viene da Dio, allora vale la pena riferirsi a Dio in modo assoluto, senza assommargli anche i nostri interessi. Tanto più che l’assolutezza di Dio è compresa nei termini di una compassione viscerale, eterna, per i suoi figli, di cui cerca la comunione perché godano con lui del Bene di cui li investe. Ed è per questo che la seconda parte del brano illustra la dignità e l’onore che Gesù riserva ai suoi discepoli. Gesù non si confonde solo con il ‘povero’ a cui il vangelo va annunciato; si confonde pure con il discepolo che manda ad annunciare tanto da promettere che chiunque tratterà con onore il suo discepolo, riceverà la ricompensa stessa del discepolo.

XII Domenica T.O.

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo Ordinario – XII Domenica (25 giugno 2023)

La persecuzione è descritta nei tre ambiti delle relazioni: quelle familiari per gli affetti, quelle comunitarie per l’appartenenza, quelle civili per il rispetto. Gesù distingue tra quello che possono fare gli uomini e quello che può fare Dio. Gli uomini ti possono sottrarre l’affetto, ti possono ostracizzare, ti possono mettere in prigione e perfino ucciderti. Ma non hanno potere sull’anima. È la sottolineatura del brano di Geremia. La sua vita scaturiva dal legame con il suo Signore che gli aveva rapito il cuore. Così la sua supplica: “possa io vedere la tua vendetta su di loro, poiché a te ho affidato la mia causa” significa: che il povero, per paura del malvagio, non venga meno alla sua dignità, non desista dal fare il bene e non ceda al male. Alla vendetta degli uomini contro il giusto corrisponde la vendetta di Dio contro i malvagi. Da intendere: in modo che il giusto resti nell’intimità con il suo Dio e non ceda alla vendetta. La vendetta non appartiene al giusto.

XI Domenica T.O.

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo Ordinario – XI Domenica (18 giugno 2023)

Gesù “vedendo le folle, ne sentì compassione” (Mt 9,36). Così inizia il brano della costituzione dei dodici e del loro invio. Certo Matteo non si preoccupa della paradossalità delle prerogative degli apostoli: guarire gli infermi, risuscitare i morti, purificare (sanare) i lebbrosi, scacciare i demoni. Come si trattasse di qualcosa di normale! A Matteo non interessa sottolineare la straordinarietà di tali prerogative, ma quella di far rimarcare da dove quelle prerogative provengono: dalla compassione di Gesù. Il ministero degli apostoli sarà quello di far giungere a tutti, in ogni dove, in ogni circostanza di vita, il profumo e il potere sanante della compassione di Gesù. In questo far arrivare, far sentire, dare espressione alla compassione di Gesù si può avvertire che il regno di Dio è vicino.

VII Domenica T.O.

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo Ordinario – VII Domenica (19 febbraio 2023)

[…] il salmo responsoriale riprende con la rivelazione del nome di Dio […]. Se riandiamo al contesto in cui quel nome era stato proclamato possiamo cogliere la portata della santità che definisce Dio nei confronti dei suoi figli e che abilita i suoi figli ad essere tali, come a Lui è gradito, per rivelare al mondo la grandezza del suo amore. Il popolo nel deserto, esasperato e impaziente, costruisce il vitello d’oro e rifiuta l’alleanza con il suo Dio che non sentiva più accanto. Quando Mosè discende dal monte e vede l’idolo eretto nell’accampamento si infuria, spezza le tavole della Legge e cade in profonda prostrazione: cosa farà ora il Signore? Starà ancora dalla parte del suo popolo? E di me che ne sarà? Mosè sta solidale con la sua gente, ricorda a Dio che questo è il suo popolo e per essere confermato chiede a Dio di vedere la sua gloria. E quando la gloria del Signore gli si manifesta, ode la proclamazione del nome: “Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso …” (Es 34,6). È la seconda volta che Dio rivela il suo nome e questa volta nel dramma più assoluto, confermandosi comunque e sempre a favore del suo popolo,