Pasqua di Risurrezione del Signore – 2023

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo di Pasqua – Pasqua di Risurrezione del Signore – (9 aprile 2023)

A differenza dei sinottici, Giovanni non aveva menzionato per la circostanza della sepoltura la presenza delle donne. La mistura di mirra e aloe era stata portata da Nicodemo e Giuseppe di Arimatea. I sinottici narrano dell’arrivo al sepolcro, all’alba, delle donne con gli oli per completare l’unzione del corpo di Gesù. Giovanni sorvola su tutto questo. Parla solo di Maria Maddalena e l’accento è posto sulla motivazione profonda, interiore, della sua presenza al sepolcro. Essa vive un’angoscia personale, un sentimento di assenza irrimediabile; per lei oramai il Signore è l’Assente; non può che sentirlo che così. Per prima vede la pietra del sepolcro tolta via e corre ad avvertire i discepoli: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove lo hanno posto”. Dall’angoscia dell’assenza passa all’angoscia dello smarrimento. Ma Giovanni parla della pietra tolta via dal sepolcro per sottolineare, in questo Giorno della Risurrezione, che viene tolto l’ultimo impedimento alla ‘vista’, alla ‘visione’, come poi il brano dirà a proposito di Giovanni entrato nel sepolcro.

Domenica delle Palme e della Passione del Signore

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo di Quaresima – Domenica delle Palme – (2 aprile 2023)

La proclamazione della passione è introdotta con il terzo canto del Servo del Signore di Isaia (primo canto: 42,1-9; secondo canto: 49,1-7; terzo canto: 50,4-10; quarto canto: 52,13-53,12) e l’inno di Paolo nella sua lettera ai Filippesi: “… svuotò se stesso assumendo una condizione di servo … umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce” (Fil 2,7.8). La risposta dell’assemblea è espressa con le parole del salmo 21 (22) che traduce in parole i sentimenti dei credenti alla vista del Servo del Signore percosso e messo a morte. L’aspetto straordinario di rivelazione messo in risalto dal testo paolino è il fatto che il movimento di svuotarsi (non ritenere un privilegio l’essere come Dio) continua nel suo essere uomo, perché vive la sua umanità nel farsi servo, nel farsi schiavo fino a essere calpestato e ucciso. Però Gesù vive la sua umanità nell’obbedienza, vale a dire nella condivisione più intima dell’amore del Padre per i suoi figli, di cui Gesù è il Testimone per eccellenza. Così il suo svuotarsi diventa un inno d’amore, il dono di accessibilità per tutti a godere di questo grande amore. È tutto il mistero della redenzione che i riti della settimana santa illustreranno.

V Domenica di Quaresima

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo di Quaresima – V Domenica – (26 marzo 2023)

Alla notizia della malattia dell’amico, Gesù non va subito a trovarlo ma deliberatamente aspetta. La sua spiegazione: questa malattia non è per la morte ma per la gloria di Dio. Cosa siamo invitati a scoprire? Non credo voglia alludere solo al fatto che compirà un miracolo strepitoso per cui tutti daranno gloria a Dio. Tra l’altro, a miracolo compiuto, non sarà esaltata la sua persona e il capitolo finisce con la decisione di mettere a morte Gesù. La gloria di cui parla Gesù riguarda appunto la disponibilità sua a morire crocifisso perché si conosca la grandezza dell’amore del Padre per noi. L’andare da Lazzaro, lasciando prima che la morte faccia il suo corso, ha lo scopo di scatenare la sua ora, di andare incontro alla sua morte. Nel racconto giovanneo, la risurrezione di Lazzaro è il settimo ‘segno’, l’ultimo, prima del racconto della sua passione-morte-risurrezione.

IV Domenica di Quaresima

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo di Quaresima – IV Domenica – (19 marzo 2023)

Già il profeta Isaia aveva prospettato la rivelazione di Dio al popolo in termini di luce: “Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla su di te …” (Is 60,1-2). Se poi teniamo conto della prima lettura, con l’episodio della consacrazione regale di Davide da parte del profeta Samuele, allora possiamo comprendere l’immagine della luce in termini molto concreti, come avverrà per il cieco guarito. La luce, sempre allusiva del battesimo, è l’irradiazione della santità di Dio, splendore di amore per noi, nelle nostre persone rese re-sacerdote-profeta, secondo l’umanità di Gesù. E potremmo spiegare così: chi non serve nessun idolo non è schiavo di niente (re); chi sa benedire per ogni cosa il suo Dio celebra il culto a lui gradito (sacerdote); chi si fa illuminare dalla Parola di Dio non può che annunciare al mondo il mistero di Dio che si è fatto prossimo all’uomo (profeta).

Ora, proprio perché Gesù è la luce di santità di Dio che irradia dalla sua umanità, può rimodellare la nostra umanità e schiuderla al Regno, alla Presenza.

III Domenica di Quaresima

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo di Quaresima – III Domenica – (12 marzo 2023)

In effetti è Gesù che chiede da bere alla samaritana, è lui che ha sete. Evidente il rimando alla sete di Gesù sulla croce: “Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: ‘Ho sete’” (Gv 19,28). Come a dire che tutta la Scrittura è l’espressione della sete di Dio per noi. Gesù è affaticato da un viaggio e si siede sul pozzo, assetato; Gesù è sulla croce, riarso dalla sete, come spasimo di un corpo ormai distrutto. Eppure, l’annotazione dell’evangelista non ha un valore cronachistico, ma simbolico, teologico. Ciò che aveva colto madre Teresa, tanto da far scrivere sull’abside di tutte le cappelle delle sue comunità: Ho sete!

II Domenica di Quaresima

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo di Quaresima – II Domenica – (5 marzo 2023)

Nel cammino degli apostoli l’evento della trasfigurazione, riservato ai tre discepoli che presenzieranno al dramma del Getsemani, ha un valore di conferma della loro fede in Gesù, fede che sarà duramente messa alla prova al tempo della passione. Non che l’evento risparmi agli apostoli la prova, ma farà in modo che i loro cuori, quando saranno smarriti e confusi, non si separeranno dal loro maestro, anche se momentaneamente lo abbandoneranno. È anche lo scopo segreto della preghiera. Non si tratta di godere di una visione, ma di essere confermati nel cuore per poter sostenere la prova e seguire il Signore fino a gustarne la compagnia nelle afflizioni sopportate per amore di lui. Quella ‘sopportazione’ non riguarda la propria fedeltà, ma la solidarietà con i nostri fratelli fino a far splendere davanti a loro la bontà del Signore che non vuole che nessuno si perda, ma che tutti abbiano la vita. Lì conduce la visione della ‘gloria’ di Gesù, il Testimone per eccellenza dell’amore del Padre per gli uomini. E questo è il senso della preghiera della Chiesa nel tempo quaresimale.