V Domenica T.P.

Anno liturgico A (2019-2020) – Tempo di Pasqua – V Domenica – (10 maggio 2020)

Gesù sta introducendo i suoi discepoli al mistero della sua persona e della sua morte-risurrezione. Per comprendere le parole del brano di oggi dobbiamo fare un passo indietro. Quando Giuda è uscito dal cenacolo, Gesù commenta: “ora è glorificato il Figlio dell’uomo”. E rivela che dove va lui i discepoli non possono venire. È a questo punto che Gesù inserisce il comandamento nuovo dell’amore vicendevole. Spesso la rivelazione evangelica non scaturisce dal contenuto delle affermazioni fatte ma dal collegamento sotterraneo che ci offre il fondale di luce necessario per comprenderle. L’amore vicendevole è collegato alla sua dipartita. Vale a dire: l’amore vicendevole perpetuerà la presenza del Cristo tra di noi, sarà il suo volto visibile tra di noi.

IV Domenica T.P.

Anno liturgico A (2019-2020) – Tempo di Pasqua – IV Domenica – (3 maggio 2020)

Il salmo 22, soprattutto secondo il testo greco e latino, definisce l’azione del pastore nei nostri confronti come un guidarci a un luogo di ristoro dove trovare conversione (che il testo ebraico riporta come un ‘rinfrancare’). È interessante collegare questa azione a quella che, sempre Pietro, nella sua prima lettera, dice avvenire nel cuore dei credenti: “se facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio” (1Pt 2,20). Il testo dice espressamente: questa è la grazia! È l’azione di grazia del pastore delle nostre anime quando è accolto da noi. E il cuore può lasciar operare questa grazia perché ha gustato il ‘ristoro’ che il pastore procura.

III Domenica T.P.

Anno liturgico A (2019-2020) – Tempo di Pasqua – III Domenica – (26 aprile 2020)

I due discepoli avevano, sì, sentito Gesù predire la sua passione, ma a passione avvenuta non si raccapezzavano più e cedettero alla delusione. S. Agostino spiega: “Nel tempo trascorso con loro prima della passione, infatti, egli aveva predetto ogni cosa: che avrebbe patito, che sarebbe morto, che il terzo giorno sarebbe risorto. Aveva predetto tutto, ma la sua morte fu per loro come una perdita di memoria. Quando lo videro sospeso al patibolo furono così turbati che dimenticarono i suoi insegnamenti, non attesero più la sua risurrezione, non rimasero saldi nelle promesse”.

II Domenica T.P.

Anno liturgico A (2019-2020) – Tempo di Pasqua – II Domenica – (19 aprile 2020)

Se Tommaso, che non era stato presente alla prima apparizione di Gesù, non vuol credere ai suoi compagni, non è per mancanza di fede, ma per eccesso di zelo, come ben si attaglia al suo personaggio, fervido e coraggioso. Ha preso sul serio la storia con Gesù e non vuole alcuna illusoria consolazione. Vuole Gesù e basta. Non vuole essere semplicemente informato della verità dell’evento, vuole la presenza di Colui di cui si certifica che è vivo. Parla con foga. Non dice che vuol semplicemente toccare Gesù (non è un fantasma) ma che vuol ficcare il dito e la mano nelle sue ferite (il risorto è davvero il crocifisso).

Pasqua di Risurrezione del Signore

Anno liturgico A (2019-2020) – Tempo di Pasqua – Pasqua di Risurrezione del Signore – (12 aprile 2020)

Dice una preghiera: “Oh, la tua divina, la tua dolcissima voce amica! Con verità hai promesso, Cristo, che saresti rimasto con noi fino alla fine dei secoli. E noi fedeli esultiamo, possedendo quest’ancora di speranza”. L’augurio è proprio quello di sentire la sua voce, come la Maddalena, come i discepoli e non solo quella degli angeli che ci dicono che è vivo. Quella voce, che potremo udire e riconoscere nelle parole di vita del suo vangelo quando penetrano nel nostro cuore, quando rivelano la forza prodigiosa di vita che celano perché in esse sentiamo l’eco della dolcissima voce amica, di Colui che, vivo, vive in mezzo a noi.

Domenica delle Palme

Anno liturgico A (2019-2020) – Tempo di Quaresima – Domenica delle Palme – (5 aprile 2020)

Con la liturgia della Domenica delle Palme ha inizio la settimana cruciale per la storia del mondo. Creazione e redenzione sono considerate con uno sguardo d’insieme, sulla base dell’affermazione evangelica: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito … per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi” (Gv 3,16 e 11,52). Le celebrazioni della settimana santa mostrano fino a che punto Dio ha amato il mondo, fino a che punto Gesù ha obbedito a questo amore, fino a che punto l’uomo è prezioso agli occhi di Dio… quando la liturgia passa dal tono festoso a quello accorato per la proclamazione della passione del Signore, ci invita a guardare con gli occhi dei ciechi guariti che seguono Gesù e con gli occhi della donna che a Betania unge i piedi di Gesù, per accompagnarlo, per testimoniargli il nostro amore, condividendo il suo segreto di amore per noi.