Anno liturgico B – 2017 / 2018
L’adorazione, la giusta modalità del culto, del rapporto con Dio, è costitutiva per la giusta esistenza umana nel mondo: essa lo è proprio perché attraverso la vita quotidiana ci fa partecipi del modo di esistere del «cielo», del mondo di Dio, lasciando così trasparire la luce del mondo divino nel nostro mondo. […] (Il culto) prefigura una vita più definitiva e, in tal modo, dà alla vita presente la sua misura. Una vita in cui manca tale anticipazione, in cui il cielo non è più abbozzato, diverrebbe plumbea e vuota.
Il diritto e la morale non stanno insieme se non sono ancorati nel centro liturgico e non traggono da esso ispirazione. […] Solo se il rapporto con Dio è giusto anche tutte le altre relazioni dell’uomo – quelle degli uomini tra di loro e dell’uomo con le altre realtà create – possono funzionare.
L’uomo non può «farsi» da sé il proprio culto; egli afferra solo il vuoto, se Dio non si mostra. Quando Mosè dice al faraone: «noi non sappiamo con che cosa servire il Signore» (Es 10,26), nelle sue parole emerge di fatto uno dei principi basilari di tutte le liturgie. […] la vera liturgia presuppone che Dio risponda e mostri come noi possiamo adorarlo. Essa implica una qualche forma di istituzione. Essa non può trarre origine dalla nostra fantasia, dalla nostra creatività, altrimenti rimarrebbe un grido nel buio o una semplice autoconferma.
Questo culto, guidato dal sommo sacerdote Aronne, non doveva affatto servire un idolo pagano. L’apostasia è più sottile. […] non si riesce a mantenere la fedeltà al Dio invisibile, lontano e misterioso. Lo si fa scendere al proprio livello, riducendolo a categorie di visibilità e comprensibilità. In tal modo il culto non è più un salire verso di lui, ma un abbassamento di Dio alle nostre dimensioni. […] L’uomo si serve di Dio secondo il proprio bisogno e così si pone in realtà al di sopra di lui. […] Questo culto diventa così una festa che la comunità si fa da sé; celebrandola, la comunità non fa che confermare se stessa. Dall’adorazione di Dio si passa a un cerchio che gira intorno a se stesso […] La storia del vitello d’oro è un monito contro un culto realizzato a propria misura e alla ricerca di se stessi […]. Ma alla fine resta anche la frustrazione, il senso di vuoto. Non c’è più quell’esperienza di liberazione che ha luogo lì dove avviene un vero incontro con il Dio vivente.
Brani tratti da: J. Ratzinger-BenedettoXVI, Introduzione allo spirito della liturgia.
INTERO ANNO LITURGICO
Divina liturgia celeste – Damaskinos
Intero anno liturgico 2017-2018
Anno liturgico B (2017-2018) – Intero anno
L’intero anno liturgico dalla prima domenica di Avvento fino alla più recente, in sequenza cronologica.
AVVENTO
Porziuncola di Assisi
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IV Domenica T.A.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo di Avvento – IV Domenica – (24 dicembre 2017)
La Vergine è colei che, con le parole del salmo 88, può proclamare in verità: “Canterò per sempre l’amore del Signore”, versetto che nell’ebraico, nel greco e nel latino suona più precisamente: “Le tue misericordie, Signore, canterò in eterno”. Sì, perché l’amore del Signore non è mai presentato nelle Scritture come un ‘sentimento’ ma come una ‘azione’, un’azione che svela il sentimento, azione che si traduce per l’uomo, che è peccatore e smarrito, nelle azioni di misericordia e di perdono.
III Domenica T.A.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo di Avvento – III Domenica – (17 dicembre 2017)
La stessa espressione di Giovanni Battista riportata nel vangelo di Marco, la ritroviamo anche in Giovanni: “Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo” (Gv 1,26-27). È singolare che l’evangelista Giovanni introduca la testimonianza del Battista a proposito di Gesù subito dopo aver scritto: “Dio nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. Questa è la testimonianza di Giovanni …” (Gv 1,18-19). La testimonianza di Giovanni non riguarda solo l’indicazione della persona del Messia ma il fatto che il Messia sia colui che fa conoscere il Padre, sia colui che è lo Sposo di Israele. A tutti dice: io non ho diritto alla Sposa, la Sposa è sua! A questo allude l’immagine di sciogliere il laccio del sandalo.
II Domenica T.A.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo di Avvento – II Domenica – (10 dicembre 2017)
La vigilanza, di cui ci era stato fatto comando domenica scorsa, oggi si fa intuito di speranza e di gioia prossima, con due testimoni singolari: il profeta Isaia e Giovanni Battista. Non lasciamoci impressionare dalla severità della predicazione del Battista, che annuncia un battesimo di penitenza per la remissione dei peccati, perché la sua parola ci riporta l’eco del grido del profeta Isaia: “Consolate, consolate il mio popolo”. Tutte le letture profetiche della prima settimana di avvento ci riportano lì. Nella settimana abbiamo supplicato: “Vieni, Signore, a visitarci con la tua pace: la tua presenza ci riempirà di gioia”; “ridesta la tua potenza e vieni, Signore”. Lo stesso salmo responsoriale di oggi, il salmo 84, può essere definito come il canto della pace portata dal natale di Gesù. Ma occorre che la grazia di quel natale parli al nostro cuore[…]
I Domenica T.A.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo di Avvento – I Domenica – (3 dicembre 2017)
L’anno liturgico comincia come finisce, inscrivendo il tempo della nostra storia nell’attesa della venuta del Signore: la venuta del Cristo alla fine dei tempi come giudice glorioso, la venuta nella carne del Figlio di Dio fatto uomo a Betlemme e la venuta mistica del Signore nel cuore di ciascuno che l’accoglie. L’invito costante è alla vigilanza. Come a dire: lo sguardo sia puntato su quel figlio, morto e risorto per noi, sul quale giocare il nostro desiderio, la nostra responsabilità e il segreto della vita.
NATALE
Gloria in excelsis
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Battesimo del Signore
Anno liturgico B (2017-2018) – Solennità e feste – Battesimo del Signore – (7 gennaio 2018)
Gesù viene al Giordano per farsi battezzare. Marco usa la stessa espressione di Es 2,11, letta nel testo greco della LXX con l’annotazione di Mosè che, una volta raggiunta l’età di quarant’anni, uscì dalla casa del faraone per fare visita al suo popolo. Il riferimento è letto in rapporto alla profezia di Mosè in Dt 18,15: “Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto”. Chi ascolta queste parole è Giosuè, in greco Gesù, colui che traghetta il popolo nella terra di Israele attraversando il Giordano. La deduzione è presto fatta: l’evangelista Marco vede realizzarsi le profezie e l’attesa messianica in Gesù di Nazaret che viene a farsi battezzare, lui, l’Innocente, l’Agnello che toglie i peccati del mondo. Da notare che il Giordano è il fiume della terra che scorre più in basso, raggiungendo circa i 500 m sotto il livello del mare.
Epifania del Signore
Anno liturgico B (2017-2018) – Solennità e feste – Epifania del Signore – (6 gennaio 2018)
Come tutti i racconti sulla nascita e sull’infanzia di Gesù, ciò che viene riferito va letto in contrappunto ai racconti della sua passione-morte-risurrezione. Nella narrazione dei Magi che arrivano a Gerusalemme in cerca del re dei Giudei è presentato il conflitto che opporrà alle autorità ufficiali il vero re e salvatore del suo popolo. Colui che le guide della nazione si rifiutano di ricevere è adorato dalle nazioni; Colui che doveva essere noto a coloro che conoscevano le Scritture, perché di lui le Scritture parlano, viene rivelato a coloro ai quali, non potendo le Scritture parlare, parlano gli astri, messaggeri di Dio.
Natale del Signore 2017
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo di Natale – Natale del Signore – (25 dicembre 2017)
Il mistero del Natale appare in tutto il suo splendore considerando lo sviluppo della liturgia nei suoi quattro formulari delle Messe. Una tensione unica percorre la liturgia, sottolineata dalle collette: Dio si fa uomo perché l’uomo diventi ‘dio’. Ciò significa che la natura dell’uomo è strutturata sulla vita divina e la liturgia del natale del Signore appunta lo sguardo sul mistero da dentro tale prospettiva. Se teniamo presenti i brani evangelici possiamo notare che l’evento della nascita di Gesù, a Betlemme, celebrato nella messa della notte, con la successiva adorazione dei pastori, commemorato nella messa dell’aurora, risulta incastonato dai brani della genealogia di Gesù (messa vespertina della vigilia) e dal prologo di Giovanni (messa del giorno). Il Bambino, contemplato nella mangiatoia, compie finalmente le promesse di Dio.
QUARESIMA
Frate in adorazione della croce. Primo maestro dei corali di san Lorenzo
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Domenica delle Palme e della Passione del Signore
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo di Quaresima – Domenica delle Palme e della Passione del Signore – (25 marzo 2018)
La liturgia della domenica delle Palme introduce alla settimana cruciale per la storia del mondo, quella che permette una visione d’insieme della creazione e della storia dell’umanità: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito … per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi” (Gv 3,16 e 11,52). Le celebrazioni di questa settimana mostrano fino a che punto Dio ha amato il mondo, fino a che punto Gesù ha obbedito a questo amore, fino a che punto l’uomo è prezioso agli occhi di Dio.
V Domenica T.Q.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo di Quaresima – V Domenica – (18 marzo 2018)
Con la richiesta dei gentili a Filippo: “Signore, vogliamo vedere Gesù”, il vangelo ci introduce nell’ora di Gesù, quella nella quale Gesù si mostrerà Salvatore e così apparirà ai nostri sguardi. Diventerà vera per noi la profezia di Geremia: “Porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo…”
IV Domenica T.Q.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo di Quaresima – IV Domenica – (11 marzo 2018)
La liturgia collega il salire a Gerusalemme del popolo liberato dalla schiavitù babilonese al salire di Gesù a Gerusalemme per la Pasqua, che celebrerà con il suo salire sulla croce, che costituisce l’argomento del colloquio con Nicodemo. Il salire o l’esaltazione o l’innalzamento, tutti termini simili, sono in rapporto con la rivelazione dell’amore per il mondo da parte del Padre. L’innalzamento di Gesù corrisponde al suo essere crocifisso.
III Domenica T.Q.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo di Quaresima – III Domenica – (4 marzo 2018)
Il mistero del Figlio di Dio, dato a noi, testimone dell’amore del Padre per noi, è colto oggi sotto l’immagine del tempio. La liturgia collega la santità della Legge alla santità del Luogo dove celebrarla, che non è più il tempio di pietra, ma il corpo del Signore Gesù, nel quale “abita corporalmente tutta la pienezza della divinità” (Col 2,8).
II Domenica T.Q.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo di Quaresima – II Domenica – (25 febbraio 2018)
La liturgia, facendoci contemplare il volto di Gesù risplendente di luce luminosissima, un volto bellissimo, rende ragione del desiderio che abita il nostro cuore e canta con l’antifona di ingresso: “Di te dice il mio cuore: ‘Cercate il suo volto’. Il tuo volto io cerco o Signore. Non nascondermi il tuo volto” (Sal 26/27,8-9). Sono espressioni appassionate di un cuore che conosce l’anelito struggente dell’amore. Collocate nel salmo, queste parole seguono lo scioglimento del dramma dell’attacco dei nemici che non sono riusciti a piegarci, proprio per l’intervento del Signore […]
I Domenica – T.Q.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo di Quaresima – I Domenica – (18 febbraio 2018)
Vittorioso sul diavolo, Gesù inizia la sua ‘evangelizzazione’: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo” (Mc 1,15). Se leggiamo in parallelo i vangeli sinottici, ci accorgiamo che di queste quattro espressioni che definiscono l’annuncio di Gesù, due sono singolari di Marco: “il tempo è compiuto”, “credete al vangelo”. Il vangelo di Marco inizia così: “Inizio del vangelo di Gesù” (Mc 1,1). Mettere in bocca a Gesù, come prima parola di annuncio, ‘il tempo è compiuto’ e ‘credete al vangelo’, significa orientare il lettore all’insieme del vangelo, che è costituito dalla persona stessa di Gesù.
PASQUA
Capolettera pasquale (codice miniato Empoli)
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Pentecoste
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo di Pasqua – Pentecoste – (20 maggio 2018)
[…] quando si sottolinea che lo Spirito dirà tutto ciò che ha udito, non si fa riferimento alle semplici parole di Gesù che noi troviamo nei vangeli, ma al colloquio eterno di Dio in se stesso a proposito della creazione e della salvezza dell’uomo, scopo di tutta la creazione. Quel colloquio riguarda il destino di comunione dell’uomo nella gioia dell’amore con il suo Dio, destino che si gioca sull’immolazione dell’Agnello prima della fondazione del mondo.
Ascensione del Signore
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo di Pasqua – Ascensione del Signore – (13 maggio 2018)
[…] il senso dell’ascensione sta tutto in questo riportare l’umanità nella gloria di Dio. Ma la narrazione dei vangeli e degli Atti degli apostoli non è su questo che insiste. Il contesto del racconto dell’ascensione comporta due orizzonti di senso che si sovrappongono: l’orizzonte della predicazione e della missione degli apostoli nel mondo e l’orizzonte della interiorizzazione della presenza di Gesù nel cuore degli apostoli, che lo sperimenteranno sempre con loro proprio nel loro essere inviati al mondo.
VI Domenica di Pasqua
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo di Pasqua – VI Domenica di Pasqua – (6 maggio 2018)
[…] le frasi di Gesù suonano piuttosto strane. Non ha molto senso infatti dire che uno è amico se fa ciò che gli comanda l’altro oppure unire l’amare al fatto di essere comandati. In questo intensissimo brano, dagli accenti estremamente confidenziali, si aprono continuamente nuovi livelli di comprensione a seconda di come le varie espressioni sono tenute insieme. La complessità è intenzionale perché la densità di ciò che viene rivelato è tale da doverla accostare da più punti e l’ascoltatore o il lettore è condotto, per accostamenti successivi, a entrare sempre più nel profondo.
V Domenica di Pasqua
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo di Pasqua – V Domenica di Pasqua – (29 aprile 2018)
Se, all’inizio del vangelo, i discepoli cercano dove dimora Gesù e stanno con lui, ora questa ricerca si è approfondita e ricevono la promessa che potranno dimorare in lui, non semplicemente con lui. È il frutto dell’evento pasquale. Senza questo radicamento in Gesù nulla può essere compiuto di quello che è gradito al Padre e che ci procura vita nuova e piena.
IV Domenica di Pasqua
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo di Pasqua – IV Domenica di Pasqua – (22 aprile 2018)
La confessione del Risorto come il Vivente, Colui sul quale la morte non ha più potere, in questo periodo pasquale, comporta due verità strettamente collegate: anzitutto la realtà che Gesù e il Padre siano una cosa sola e poi che Gesù sia il Redentore, cioè Colui che introduce l’umanità alla piena comunione con Dio. La figura del ‘buon pastore’, come risalta dal brano evangelico odierno, prende tutto il suo spessore se si collega a queste due verità.
III Domenica di Pasqua
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo di Pasqua – III Domenica di Pasqua – (15 aprile 2018)
Il canto al vangelo riprende l’espressione di meraviglia e commozione dei due discepoli di Emmaus dopo il riconoscimento di Gesù. Si ripetono a vicenda: “Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?” (Lc 24,32). Potremmo rendere, più alla lettera: ‘non bruciava il nostro cuore (oppure: non sentivamo ardere il nostro cuore, non avevamo il cuore incendiato) mentre ci parlava lungo il cammino, quando apriva le Scritture a noi?’. Ecco il collegamento: ardere per veder aprirsi.
II Domenica di Pasqua
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo di Pasqua – II Domenica di Pasqua – (8 aprile 2018)
Se la liturgia latina celebra la domenica della misericordia, quella bizantina la celebra come la domenica di Tommaso. Il giorno di Pasqua, giorno uno e non semplicemente primo della settimana, ad indicare l’inaugurazione di un tempo nuovo, ha come un completamento nel giorno ottavo quanto alla comprensione della risurrezione di Gesù. Possiamo dire, a causa dell’apostolo Tommaso, che non era presente quando Gesù compare ai compagni la sera di Pasqua.
Pasqua di Resurrezione del Signore
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo di Pasqua – Pasqua di Resurrezione del Signore – (1° aprile 2018)
Beato colui che nell’Uomo sofferente ha visto il Figlio di Dio, il Testimone dell’amore del Padre. Beato colui che lo scandalo della croce non spezza, non deturpa, non divide da Dio e dagli uomini. Beato colui che ha l’intelligenza allenata per cogliere nella passione gloriosa di Gesù il mistero dell’amore di Dio per gli uomini e la dinamica di vita eterna di cui ci rende partecipi con il dono del suo Spirito.
SOLENNITÀ E FESTE
Divina liturgia. Monastero di sant’Andrea 1389
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XXXIV Domenica T.O. – Cristo Re
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XXXIV Domenica – Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo (25 novembre 2018)
Sebbene l’immagine del re richiami la signoria universale di Gesù e il suo ruolo di Giudice alla fine dei tempi, la liturgia sceglie come icona della regalità il brano del processo davanti a Ponzio Pilato e ai capi dei giudei, dove il potere religioso e il potere politico rivelano la loro inconsistenza rispetto alla verità.
Commemorazione di tutti i fedeli defunti
Anno liturgico B (2017-2018) – Solennità e feste – Commemorazione di tutti i fedeli defunti – (2 novembre 2018)
Fare memoria dei nostri defunti significa alludere a quella forza unificante di Dio che ci raccoglie alla mensa del suo amore, dove tutti siamo invitati. Significa fondare la nostra speranza nel suo amore salvatore e misericordioso, oltre il dolore della separazione. La liturgia di oggi suscita un grande senso di solidarietà umana. Non si tratta solo di tenere viva la memoria dei propri cari, ma di fare esperienza di una solidarietà in umanità che gli affetti sanno custodire. È qualcosa che rivela la percezione di una realtà misteriosa, ma potente, coinvolgente, insopprimibile. La radice la ravviso nel brano del giudizio finale narrato da Matteo, il medesimo brano che viene proclamato anche nella solennità di tutti i santi.
Tutti i Santi
Anno liturgico B (2017-2018) – Solennità e feste – Tutti i Santi – (1° novembre 2018)
Le preghiere e le letture di oggi mostrano in cosa consiste la gioia della santità: godere dello splendore dell’amore di Dio per noi. E tutti gli sguardi si accentrano sulla figura dell’Agnello glorioso e immolato ‘fin dalla fondazione del mondo’ (Ap 13,8). Il mondo è uscito dall’amore di Dio, di esso è intessuto e percorso, di esso parla, ma quanta tenebra ne impedisce la visione!
Assunzione della Beata Vergine Maria
Anno liturgico B (2017-2018) – Solennità e feste – Assunzione della Beata Vergine Maria – (15 agosto 2018)
Un bellissimo tropario della liturgia bizantina canta: “Nella tua maternità hai conservato la verginità, nella tua dormizione non hai abbandonato il mondo, o Madre di Dio; hai raggiunto la sorgente della Vita, tu che hai concepito il Dio vivente e che con le tue preghiere libererai le nostre anime dalla morte”. Cosa proclamiamo nella festa di oggi riguardo alla Madre di Dio? Che è stata assunta alla gloria celeste col suo corpo e con la sua anima e dal Signore esaltata come Regina dell’universo, partecipando in modo singolare alla risurrezione del suo Figlio e anticipando quella che sarà la risurrezione di noi tutti.
Natività di San Giovanni Battista
Anno liturgico B (2017-2018) – Solennità e feste – Natività di San Giovanni Battista – (24 giugno 2018)
Spiegano i Padri che il nome Giovanni significa ‘il Signore fa grazia’: indica il dono fatto ai genitori con questa nascita; il dono dello Spirito che riempie Giovanni fin dal seno della madre; il dono accordato ai figli di Israele di essere ricondotti al Signore loro Dio tramite la sua predicazione; il dono della grazia fatto al mondo intero tenendo conto che in Giovanni usciamo dal cerchio della semplice discendenza carnale di Abramo ed entriamo in quello che la Promessa aveva di universale.
Corpus Domini
Anno liturgico B (2017-2018) – Solennità e feste – Corpus Domini – (3 giugno 2018)
[…] l’espressione singolare con cui il libro dell’Esodo riporta la volontà del popolo (“Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto”, Es 25,7), è stata interpretata dalla Tradizione come la norma di intelligenza delle Scritture e della crescita spirituale: metto in pratica e comprendo, faccio e ascolto (ascolto, cioè, l’ispirazione interiore del comandamento, impossibile da cogliere senza la disponibilità a praticarlo, per la fiducia in Colui la cui promessa di vita è iscritta nella parola che mi rivolge). Quella alleanza sinaitica, che si compie definitivamente nella nuova alleanza, spiegata dalla seconda lettura tratta dalla lettera agli Ebrei, è sigillata nel sangue di Gesù.
Santissima Trinità
Anno liturgico B (2017-2018) – Solennità e feste – Santissima Trinità – (27 maggio 2018)
Proclamando il Credo, nella liturgia, diciamo: benedico colui che ha fatto questo e questo per me, accetto di rispondere all’alleanza che ha voluto offrirmi, sono suo servo, erede delle sue promesse e fruitore del suo regno. La proclamazione delle Scritture come la celebrazione liturgica sono percepite come memoriale dell’iniziativa di Dio per l’uomo, il quale è chiamato a riconoscere l’amore di Dio per lui nella sua storia che diventa sacra, storia di salvezza.
Battesimo del Signore
Anno liturgico B (2017-2018) – Solennità e feste – Battesimo del Signore – (7 gennaio 2018)
Gesù viene al Giordano per farsi battezzare. Marco usa la stessa espressione di Es 2,11, letta nel testo greco della LXX con l’annotazione di Mosè che, una volta raggiunta l’età di quarant’anni, uscì dalla casa del faraone per fare visita al suo popolo. Il riferimento è letto in rapporto alla profezia di Mosè in Dt 18,15: “Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto”. Chi ascolta queste parole è Giosuè, in greco Gesù, colui che traghetta il popolo nella terra di Israele attraversando il Giordano. La deduzione è presto fatta: l’evangelista Marco vede realizzarsi le profezie e l’attesa messianica in Gesù di Nazaret che viene a farsi battezzare, lui, l’Innocente, l’Agnello che toglie i peccati del mondo. Da notare che il Giordano è il fiume della terra che scorre più in basso, raggiungendo circa i 500 m sotto il livello del mare.
Epifania del Signore
Anno liturgico B (2017-2018) – Solennità e feste – Epifania del Signore – (6 gennaio 2018)
Come tutti i racconti sulla nascita e sull’infanzia di Gesù, ciò che viene riferito va letto in contrappunto ai racconti della sua passione-morte-risurrezione. Nella narrazione dei Magi che arrivano a Gerusalemme in cerca del re dei Giudei è presentato il conflitto che opporrà alle autorità ufficiali il vero re e salvatore del suo popolo. Colui che le guide della nazione si rifiutano di ricevere è adorato dalle nazioni; Colui che doveva essere noto a coloro che conoscevano le Scritture, perché di lui le Scritture parlano, viene rivelato a coloro ai quali, non potendo le Scritture parlare, parlano gli astri, messaggeri di Dio.
Maria SS. Madre di Dio
Anno liturgico B (2017-2018) – Solennità e feste – Maria SS. Madre di Dio – (1° gennaio 2018)
Con lei, la Vergine Madre, che ha dato alla luce il Salvatore, si è compiuta in tutta la sua estensione l’antica benedizione di Israele: “Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace” (Num 6, 24-26). Dante, nell’ultimo canto del Paradiso, dopo aver innalzato una lode sublime alla Regina del cielo, di lei dice: “Gli occhi da Dio diletti e venerati …”.
Santa Famiglia
Anno liturgico B (2017-2018) – Solennità e feste – Santa Famiglia – (31 dicembre 2017)
La liturgia di oggi contempla il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio sottolineandone gli aspetti di veracità storica. Dio si fa uomo in un determinato popolo, dentro una determinata storia, rispettando certe regole: la mamma si dovrà purificare, il bambino ebreo dovrà essere circonciso, gli si darà un nome, sarà presentato al tempio e vivrà in una famiglia che gli assicurerà la crescita e l’educazione.
Immacolata Concezione
Anno liturgico B (2017-2018) – Solennità e feste – Immacolata Concezione – (8 dicembre 2017)
[…] da lei nasce il Salvatore, che costituisce la Benedizione di Dio sugli uomini, benedizione oltre la quale non c’è nulla di prezioso da desiderare. La tradizione venera la Vergine come “la madre del creatore di tutte le cose, colei che ha divinizzato il genere umano e ha divinizzato la terra, che ha fatto di Dio il figlio dell’uomo e ha reso gli uomini figli di Dio”.
ORDINARIO
Cantori medievali (miniatura)
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XXXIV Domenica T.O. – Cristo Re
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XXXIV Domenica – Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo (25 novembre 2018)
Sebbene l’immagine del re richiami la signoria universale di Gesù e il suo ruolo di Giudice alla fine dei tempi, la liturgia sceglie come icona della regalità il brano del processo davanti a Ponzio Pilato e ai capi dei giudei, dove il potere religioso e il potere politico rivelano la loro inconsistenza rispetto alla verità.
XXXIII Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XXXIII Domenica (18 novembre 2018)
Il ciclo dell’anno liturgico volge al termine e la chiesa contempla le cose ultime per collocare nella loro vera luce le cose presenti. Gesù era appena uscito dal tempio dopo aver elogiato l’offerta dei due spiccioli della vedova e i discepoli lo invitano a contemplare le meraviglie della sua costruzione. Siamo al cap. 13 di Marco e l’evangelista mette in bocca a Gesù un lungo discorso di stampo apocalittico. Mescola in un’unica sequenza gli avvenimenti della morte-risurrezione di Gesù, della distruzione di Gerusalemme, delle tragedie della storia umana, delle prove e del martirio dei credenti, dei segni cosmici alla fine dei tempi, del giudizio finale imminente.
XXXII Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XXXII Domenica (11 novembre 2018)
Nella liturgia di oggi qualcosa di strano risuona per il nostro modo di ragionare. Dio ordina al profeta Elia di rifugiarsi a Sarepta, in territorio pagano, perché una vedova provvederà a lui, ma quella donna non ha di che sfamarlo. Come vedova già viveva di elemosine e ora che è tempo di carestia raccoglie solo briciole. Eppure proprio a lei il profeta viene inviato per la sua sopravvivenza. Prima, nella sua solitudine, il profeta riceveva cibo dai corvi, termine che alcuni commentatori rendono con ‘arabi’ intendendo che un israelita viene aiutato proprio da uno straniero. Gesù, che si è messo in posizione di osservazione davanti al tesoro del tempio, elogia una povera vedova per i due spiccioli che vi aveva buttato restando senza più risorse lei per vivere.
XXXI Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XXXI Domenica (4 novembre 2018)
Se Dio è Dio dei vivi, vuol dire allora che la morte non costituisce barriera per Lui; vuol dire che la morte non distrugge la Sua fedeltà che tutto sovrasta. Quando si proclama la verità di Dio, la prima cosa che il cuore enuncia è la realtà di un Dio fedele al suo amore che arriva all’uomo nonostante il suo peccato e la sua miseria, capace di tenere insieme la nostra storia. Dio non è un oggetto di conoscenza, ma un Soggetto di relazione.
XXX Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XXX Domenica (28 ottobre 2018)
Tutti i verbi del brano sono intensivi: Bartimeo grida, non semplicemente chiama; ripetutamente grida (tra l’altro, il grido del cieco è diventato il paradigma dell’invocazione della preghiera di Gesù, della preghiera del cuore!); getta via il mantello, non semplicemente se lo toglie; balza in piedi, non semplicemente si alza; si rivolge a Gesù da dentro un’emozione che aveva già lavorato il suo cuore, sebbene non avesse ancora mai potuto vederlo in faccia e, appena lo vede, non può che mettersi a seguirlo.
XXIX Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XXIX Domenica (21 ottobre 2018)
[…] Gesù rifiuta ogni collegamento tra il desiderio di gloria e la sua sequela. Quel nesso è custodito da Dio solo. Non che non esista, ma guai a volerlo perseguire, perché ne scaturirebbe un fraintendimento colossale per i nostri cuori. La ragione profonda credo risieda nel fatto che ad attirare a Gesù è il Padre: “Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato” (Gv 6,44). Essere mossi dal Padre significa condividere l’amore di benevolenza che in quel Figlio ci raggiunge e ci fa riposare.
XXVIII Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XXVIII Domenica (14 ottobre 2018)
L’orizzonte della richiesta del giovane ricco sembra limitato. La vita eterna che mostra di volere è assai diversa da quella che Gesù chiama l’entrare nel regno di Dio. È come se non riuscisse a distinguere il comandamento dalla ispirazione che l’ha dettato. Il dramma dei credenti viene proprio dal fatto che si può praticare il bene e non arrivare mai a gustarne il frutto. La messa in guardia risuona nell’affermazione di Gesù: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo”.
XXVII Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XXVII Domenica (7 ottobre 2018)
La risposta di Gesù, collocandoci nell’interpretazione più rigorista della legge mosaica, affronta la questione in una prospettiva completamente diversa. Gesù, contrapponendo comandamento a concessione, arriva al cuore del problema. In gioco non c’è l’interpretazione restrittiva o estesa di una norma e neppure la norma stessa, ma il fondamento su cui la norma prende valore. E Gesù richiama l’atto della creazione: “Dio li fece maschio e femmina; per questo l’ uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola”.
XXVI Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XXVI Domenica (30 settembre 2018)
Mosè non può essere geloso della visita di Dio perché se Dio visita è appunto per attrarre tutti a Sé; così i discepoli non possono essere gelosi del dono dello Spirito perché quel dono è dato proprio perché tutti entrino nei misteri di Dio. Così, nel salmo responsoriale, la supplica è quella di essere liberati dai peccati nascosti, soprattutto dal peccato di orgoglio che impedisce di vedere in modo puro i doni di Dio: “Assolvimi dai peccati nascosti. Anche dall’orgoglio salva il tuo servo perché su di me non abbia potere…”.
XXV Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XXV Domenica (23 settembre 2018)
La liturgia ci introduce nei sentimenti di Gesù e dei discepoli con la lettura del libro della Sapienza. Il passo non va letto solo come un annuncio profetico della passione di Gesù, ma per la prospettiva nella quale la profezia dona la sua luce. Il brano riporta il discorso degli empi introducendolo con le parole: “Dicono fra loro sragionando…” e concludendolo: “Non conoscono i segreti di Dio”. Ecco, la rivelazione di Gesù consiste nell’essere messi a parte dei segreti di Dio, che sono appunto i misteri del regno dei cieli.
XXIV Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XXIV Domenica (16 settembre 2018)
[…] “cominciò ad insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto…” (Mc 8,31). I due termini indicano che l’uomo non avrebbe mai potuto arrivare al mistero della persona di Gesù dal basso; vi si giunge per rivelazione, dall’alto. Non si vuole sottolineare una necessità di destino, ma il segreto di un amore che si consegna, un segreto di cui si è messi a parte. Non solo, ma che “dall’alto” corrisponde allo “star dietro” a Gesù. Pietro non può comprendere perché, invece di star dietro a Gesù, vuole mettersi davanti, come a far da suggeritore al suo Maestro e si prende il rimprovero: “Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”.
XXIII Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XXIII Domenica (9 settembre 2018)
È caratteristico che il termine con cui, sia nel brano di Isaia che nel vangelo, viene denominato il sordomuto, indichi letteralmente uno che fa fatica a parlare, che farfuglia, che balbetta in modo che non si riesce a capire quel che dice. Chi non ascolta la parola del Signore, cioè è sordo, non può nemmeno dire parole sensate, parole comprensibili. In realtà, non siamo semplicemente afoni; balbettiamo qualcosa, ma senza poter dire parole di vita, parole di senso perché siamo dispersi e vuoti.
XXII Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XXII Domenica (2 settembre 2018)
Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente” (Dt 4,6). Interessante notare la ragione di tale intelligenza: “Infatti quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo?” (Dt 4,7). Ecco, la vicinanza di Dio, la percezione della sua vicinanza, l’esperienza custodita della sua vicinanza, questa è la radice di intelligenza.
XXI Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XXI Domenica (26 agosto 2018)
L’esito dell’incontro con Gesù è drammatico. Non sono soltanto i giudei a sfiduciarlo, ma gli stessi discepoli: “Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?”. Il brano poi rivela tutta la sua drammaticità con l’accenno a Giuda Iscariota, colui che consegnerà il maestro nelle mani dei suoi avversari, anche se la liturgia di oggi omette quei versetti. È Gesù stesso a sottolinearlo: “Non sono forse io che ho scelto voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!” (Gv 6,70). L’elezione non mette al riparo dalla tentazione. Nulla è scontato, se tutto è grazia. Davanti all’abbandono di tanti, Gesù non abbassa la posta in gioco …
XX Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XX Domenica (19 agosto 2018)
La grande questione è la seguente: come ottenere l’intelligenza della vita. Essa appare desiderabile, chi non la vuole? Non è segreta, non è inaccessibile, non è complicata, non richiede studi particolari. Eppure, non è proprio a portata di mano. E nonostante tutto, il cuore la gradirebbe sempre.
XIX Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XIX Domenica (12 agosto 2018)
Tutto il lungo discorso eucaristico di Gesù narrato nel cap. 6 di Giovanni può essere letto come l’illustrazione della difficoltà per l’uomo di cogliere e accogliere i segreti di Dio. Davanti alla difficoltà di riconoscere la sua provenienza divina, Gesù esorta: “non mormorate tra voi”. Mormorare vuol dire prendere le distanze, vuol dire uscire dalla fiducia, uscire da una storia con. Ma appena si esce da una storia con, tutto si fa incomprensibile e soprattutto si resta nell’impossibilità di soddisfare i desideri del cuore, si resta cioè sulla nostra fame.
XVIII Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XVIII Domenica (5 agosto 2018)
Una dichiarazione di Gesù apre il confronto: voi mi cercate non perché avere visto dei segni ma perché vi siete saziati. Potremmo intendere rivolta a noi la sua costatazione: per quale scopo preghiamo? Cosa cerchiamo dal Signore? Vogliamo semplicemente la vita o la vita eterna? Su questa domanda di fondo si regge tutto il dialogo. Come Gesù dicesse: è vero. Su di me il Padre ha posto la sua compiacenza e manifesto il suo regno.
XVII Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XVII Domenica (29 luglio 2018)
È lui, Gesù, come ribadirà nel suo discorso, il vero Pane disceso dal cielo che nutre e dà la vita, che ristora e dà riposo, nel quale celebrare la definitiva Alleanza tra Dio e il suo popolo. Gli accenni al raccogliere gli avanzi valgono a sottolineare la sovrabbondanza di grazia di questa alleanza, data a tutti, oltre la quale non c’è nulla di significativo che possa colmare i desideri degli uomini. I verbi usati per descrivere il miracolo (prese, benedisse, spezzò e diede) sono i verbi caratteristici della celebrazione eucaristica.
XVI Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XVI Domenica (22 luglio 2018)
Gli antichi rabbini hanno pensato che vi fu un atto di creazione anche il settimo giorno: “Che cosa è stato creato il settimo giorno? La ‘menuchà’, la tranquillità, la serenità, la pace e il riposo” (Cfr. Gen Rabbà, 10, 9). È lo stato in cui non vi è contesa né lotta, né paura né diffidenza; è felicità, pace e armonia; vita nel mondo futuro, vita eterna. Quando nel salmo si proclama: “Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce” (Sal 23,1-2) si allude proprio alle acque di ‘menuchoth’.
XV Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XV Domenica (15 luglio 2018)
La bellissima colletta: “Donaci, o Padre, di non avere nulla di più caro del tuo Figlio, che rivela al mondo il mistero del tuo amore e la vera dignità dell’uomo; colmaci del tuo Spirito, perché lo annunziamo ai fratelli con la fede e con le opere”, mostra la radice da dove l’annuncio apostolico prende linfa e vigore. Chi annuncia, mandato dal Signore, ha già sperimentato quel ‘non avere nulla di più caro del Figlio’, lo stesso che invia e l’unico che può colmare i cuori nei loro aneliti e nelle loro angosce.
XIV Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XIV Domenica (8 luglio 2018)
L’episodio della predicazione di Gesù a Nazaret va letto nella premura di Dio per il suo popolo. La scena è racchiusa da due identici sentimenti di valore però diametralmente opposti. Si apre con la meraviglia, sospettosa, diffidente, che si tramuta poi in ostilità da parte degli ascoltatori presenti nella sinagoga e si chiude con la meraviglia, dispiaciuta, di Gesù che si vede costretto a fuggire: “E si meravigliava della loro incredulità”. Una meraviglia, quella di Gesù, però, che non si tramuta in ostilità con la sua fuga, bensì in tenacia e immaginazione per creare nuove occasioni, fino alla fine…
XIII Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XIII Domenica (1° luglio 2018)
Paolo, alla fine della sua vita, nell’imminenza del martirio, sintetizza il senso del vangelo nello splendore della vita che il Signore Gesù ha fatto scaturire per l’uomo riscattandolo dalla morte. A dire il vero, il testo greco non riporta ‘ha vinto’, ma, in contrapposizione al ‘fece risplendere’, dice con più precisione ‘ha reso inefficace la morte’, vale a dire ha svigorito la morte di tutto il suo potere, potendola ormai patire senza subirne la condanna.
XI Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XI Domenica (17 giugno 2018)
Il brano di vangelo di oggi è introdotto con un avvertimento: “Fate attenzione a quello che ascoltate” (Mc 4,24). La spiegazione di Beda il Venerabile è quanto mai significativa: “Continuate a ricordare e a indagare con tutta la vostra attenzione la Parola che avete ascoltato poiché a colui che ama la Parola sarà data anche l’intelligenza di capire l’oggetto del suo amore, ma chi non ama la Parola che ascolta, anche se per ingegno naturale o per cultura sembra intenderne il significato, non gioirà di alcuna dolcezza della vera sapienza”.
X Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – X Domenica (10 giugno 2018)
Sembra che il personaggio in gioco nella trama della liturgia di oggi sia il diavolo. Con la prima lettura compare come prevaricatore sull’uomo, con il vangelo come sconfitto da Gesù. Tutto il mistero di questo inevitabile confronto è ben illustrato dal canto al vangelo: “Ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”. […] Il potere del diavolo è direttamente proporzionale alla tragica possibilità di essere ingannati. E l’inganno si configura come l’illusione del bene, come la pretesa di volere comunque il bene.
VI Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – VI Domenica (11 febbraio 2018)
Oggi le letture parlano di lebbra, le preghiere di peccato. È esattamente la corrispondenza da cogliere, intuendo la natura del peccato nell’orrore della lebbra. Se confrontiamo il passo di Marco con i passi paralleli di Matteo e Luca riusciamo a cogliere più in profondità il mistero della compassione di Gesù. Anzitutto, è solo Marco che annota: “Ne ebbe compassione”. Antichi codici riportano la lezione “Si sdegnò”, ad indicare il coinvolgimento di Gesù davanti al lebbroso. In effetti, lo statuto del lebbroso secondo la legge era terribile, come riporta la prima lettura del Levitico.
V Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – V Domenica (4 febbraio 2018)
La preghiera di Gesù non ha forse a che fare con il desiderio di comunione con gli uomini da parte di Dio prima ancora che essere espressione del desiderio degli uomini di stare in compagnia di Dio? Se gli uomini non percepissero l’eco di quel desiderio di Dio, potrebbero mai pregare davvero? Potrebbero mai essere solidali con i loro fratelli e farsi raggiungere dal Suo amore tanto da essere rinnovati totalmente?
IV Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – IV Domenica (28 gennaio 2018)
La colletta della liturgia di oggi ci fa chiedere una cosa assolutamente straordinaria. Dopo averci condotto a riconoscere che Gesù è il Maestro che ci introduce nei segreti di Dio e il Liberatore dal male che ci insidia e opprime, fa pregare: “O Dio […] rendici forti […] perché testimoniamo la beatitudine di coloro che a te si affidano”. Dà per avvenuta l’esperienza della gioia invincibile che deriva dalla fede nel Signore Gesù. Possiamo noi pregare in sincerità in questo modo?
III Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – III Domenica (21 gennaio 2018)
Tutti i Sinottici riportano la notizia che Gesù comincia a predicare dopo l’incarcerazione di Giovanni Battista e partendo dalla Galilea, un territorio dove convivono ebrei e gentili. La sua predicazione è riassunta nelle parole: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1,15). Come intendere l’annuncio che ‘il tempo è compiuto’? Non significa solo che ormai i tempi dell’attesa sono compiuti e quello che Dio aveva promesso ora lo realizza. Ha a che fare anche con l’esperienza che la sua predicazione aveva suscitato.
II Domenica T.O.
Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – II Domenica (14 gennaio 2018)
La liturgia del tempo ordinario, in tutti e tre i cicli, comporta la lettura dei sinottici, ma l’inizio è sempre riservato a brani del capitolo primo di Giovanni con il riconoscimento di Gesù da parte del Battista al Giordano, la scoperta del Messia da parte dei discepoli e la manifestazione di Gesù a Cana. Tutti i testi evangelici che si leggeranno nell’anno non faranno che dare storia a quella rivelazione degli inizi perché chiunque ascolti si ritrovi nella stessa dinamica vissuta dai discepoli.