XVIII Domenica T.O.

Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XVIII Domenica (5 agosto 2018)

Una dichiarazione di Gesù apre il confronto: voi mi cercate non perché avere visto dei segni ma perché vi siete saziati. Potremmo intendere rivolta a noi la sua costatazione: per quale scopo preghiamo? Cosa cerchiamo dal Signore? Vogliamo semplicemente la vita o la vita eterna? Su questa domanda di fondo si regge tutto il dialogo. Come Gesù dicesse: è vero. Su di me il Padre ha posto la sua compiacenza e manifesto il suo regno.

XVII Domenica T.O.

Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XVII Domenica (29 luglio 2018)

È lui, Gesù, come ribadirà nel suo discorso, il vero Pane disceso dal cielo che nutre e dà la vita, che ristora e dà riposo, nel quale celebrare la definitiva Alleanza tra Dio e il suo popolo. Gli accenni al raccogliere gli avanzi valgono a sottolineare la sovrabbondanza di grazia di questa alleanza, data a tutti, oltre la quale non c’è nulla di significativo che possa colmare i desideri degli uomini. I verbi usati per descrivere il miracolo (prese, benedisse, spezzò e diede) sono i verbi caratteristici della celebrazione eucaristica.

XVI Domenica T.O.

Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XVI Domenica (22 luglio 2018)

Gli antichi rabbini hanno pensato che vi fu un atto di creazione anche il settimo giorno: “Che cosa è stato creato il settimo giorno? La ‘menuchà’, la tranquillità, la serenità, la pace e il riposo” (Cfr. Gen Rabbà, 10, 9). È lo stato in cui non vi è contesa né lotta, né paura né diffidenza; è felicità, pace e armonia; vita nel mondo futuro, vita eterna. Quando nel salmo si proclama: “Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce” (Sal 23,1-2) si allude proprio alle acque di ‘menuchoth’.

XV Domenica T.O.

Anno liturgico B (2017-2018) – Tempo Ordinario – XV Domenica (15 luglio 2018)

La bellissima colletta: “Donaci, o Padre, di non avere nulla di più caro del tuo Figlio, che rivela al mondo il mistero del tuo amore e la vera dignità dell’uomo; colmaci del tuo Spirito, perché lo annunziamo ai fratelli con la fede e con le opere”, mostra la radice da dove l’annuncio apostolico prende linfa e vigore. Chi annuncia, mandato dal Signore, ha già sperimentato quel ‘non avere nulla di più caro del Figlio’, lo stesso che invia e l’unico che può colmare i cuori nei loro aneliti e nelle loro angosce.