I Domenica T.A.

Anno liturgico B (2020-2021) – Tempo di Avvento – I Domenica – (29 novembre 2020)

L’invito che percorre tutto l’Avvento è ‘fate attenzione’, ‘vegliate’. L’invito riguarda la tensione dello sguardo puntato verso un unico punto. Volgete lo sguardo al Figlio dell’uomo che per voi ha patito, è morto, è risorto, sul quale giocare il desiderio del cuore, la responsabilità dell’agire e il segreto della vita. È caratteristico che il passo evangelico proclamato oggi: “Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!” (Mc 13,37) sia seguito immediatamente dal racconto della passione di Gesù. La vigilanza, di cui ci è fatto comando, riguarda la capacità di cogliere la grandezza dell’amore di Dio che in Gesù si è manifestato in tutto il suo splendore. È quell’amore che ci salva dall’angoscia, che ci custodisce nell’agire e ci fa scoprire il segreto del vivere.

XXXIV Domenica T.O. – Cristo Re

Anno liturgico A (2019-2020) – Tempo Ordinario – XXXIV Domenica – Cristo Re (22 novembre 2020)

Il brano di oggi, che chiude l’anno liturgico, non è una semplice parabola, ma la visione di un giudizio profetico che ci fa contemplare nello stesso tempo, in uno sguardo d’insieme, la verità di questo mondo e quella del mondo futuro. Mette in scena la fondamentale chiamata comune alla premura vicendevole come senso del vivere. Tale chiamata risponde all’imprinting che sigilla la creazione: se il mondo è stato creato per amore, solo con l’amore trova il compimento, solo con l’amore se ne coglie il senso.

XXXIII Domenica T.O.

Anno liturgico A (2019-2020) – Tempo Ordinario – XXXIII Domenica (15 novembre 2020)

La parabola di oggi è incastonata tra la parabola delle dieci vergini, che invita a stare vigilanti e la parabola del giudizio finale, che rivela su cosa saremo giudicati nel nostro fare. La vigilanza è fedeltà nelle piccole cose e la fedeltà è la premura per il prossimo. A sottolineare la preziosità di quel ‘poco’ che l’uomo può realizzare, la parabola parla di una somma cospicua affidata e soprattutto della ricompensa: ‘entra nella gioia del tuo padrone’ (traduzione più letterale del ‘prendi parte alla gioia’).
La parabola dei talenti invita all’operare. Il padrone distribuisce i suoi beni per mettere gli uomini nella opportunità di giocare la loro vita, concepita nei termini di un esercizio di responsabilità. La domanda di accesso al mistero della parabola può essere la seguente: cosa è in gioco nella nostra operosità? In che cosa siamo servi? Servi per che cosa?