V Domenica T.Q.

Anno liturgico B (2020-2021) – Tempo di Quaresima – V Domenica – (21 marzo 2021)

L’esito drammatico, a cui fa riferimento inconsapevole la domanda dei proseliti, è sottolineato con la manifestazione dei sentimenti di Gesù: “Adesso l’anima mia è turbata”. Se pensiamo che il vangelo di Giovanni non riporta la preghiera di Gesù al Getsemani, qui abbiamo descritto ciò che i lettori del vangelo già sapevano dagli altri racconti: “la mia nima è triste fino alla morte”. Quando Gesù, al culmine della sua angoscia, prega: “Padre, glorifica il tuo nome” manifesta tutta la sua intimità con il Padre, tanto che chiede al Padre di far splendere l’amore suo in lui in tutta la sua potenza, perché il nome del Padre è proprio Gesù, il volto visibile del Padre.

IV Domenica T.Q.

Anno liturgico B (2020-2021) – Tempo di Quaresima – IV Domenica – (14 marzo 2021)

[…] non si può salire al cielo se non discendendo. L’innalzamento sulla croce mostra la reale discesa di Dio fino all’uomo, fino a consegnarsi all’uomo, fino a star sottomesso all’uomo che lo tradisce e lo calpesta. E proprio perché custodisce la sua divinità nell’essere calpestato, rivela tutta la potenza di un’umanità che è irraggiamento dello splendore di Dio, un’umanità che tutta si muove nell’amore perché sia vinto l’odio, perché il mondo torni ancora a risplendere della presenza di Dio. Così anche per noi non esiste altro modo di salire a Dio se non quello di discendere, di stare sottomessi perché risplenda l’amore di Dio. Quando s. Francesco di Assisi parla di perfetta letizia allude proprio a questo mistero.

Questo è il tempo di Dio

Nell’imminenza della seconda guerra mondiale madre Marija Skobcova, teologa e poi martire, pubblicò un saggio che sembra scritto oggi… Il crollo delle sicurezze e il venir meno delle strutture gettano l’uomo nello sconforto. Ma è questo il vero tempo di Dio.

III Domenica T.Q.

Anno liturgico B (2020-2021) – Tempo di Quaresima – III Domenica – (7 marzo 2021)

Quando il salmo responsoriale descrive la natura dei comandamenti di Dio in termini di limpidezza e luminosità partecipandoci la santità di Dio, che è splendore di amore per noi, allude proprio all’opera di Gesù. Potremmo domandarci: da dove deriva alla parola di Dio quella radicale limpidezza e luminosità, che l’umanità di Gesù mostra in tutto il suo splendore? Dal fatto che, come riporta s. Paolo a proposito di Gesù, quella parola è scevra di ogni riferimento alla potenza e alla sapienza del mondo: “noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini” (1Cor 1,22-25).