SS. Trinità

Anno liturgico B (2023-2024) – Solennità e feste – SS. Trinità – (26 maggio 2024)

Non bisogna dimenticare che l’invocazione del Padre come Abbà, così tipica della preghiera di Gesù al Padre, sulle labbra di Gesù compare solo nella sua preghiera al Getsemani (Mc 14,36), cioè nel momento più angoscioso della sua vita terrena. Le altre due volte, nel Nuovo Testamento, che compare quell’appellativo, è messo sulle labbra dei credenti come proferito dallo Spirito Santo nei nostri cuori: “Voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: Abbà! Padre!” (Rm 8,15); “Che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre!” (Gal 4,6). Non posso non pensare che la circostanza nella quale quell’invocazione sgorgherà più potente sarà quella nella quale la prova opprimerà. L’intimità sta insieme all’angoscia perché così è stato per Gesù e così sarà per la nostra umanità, chiamata alla mensa dell’amore di Dio, insieme a tutti i fratelli.

La preghiera

Volti e parole dei padri del deserto romeno

Padre Balan intervista Padre Cleopa (pp. 70-83)

Pentecoste

Anno liturgico B (2023-2024) – Solennità e feste – Pentecoste – (19 maggio 2024)

La gloria è lo splendore dell’amore e il tempio, per cui si invoca l’abitazione dell’amore, è il cuore. Quando s. Paolo, nella seconda lettura della liturgia di oggi, presenta una umanità agita dallo Spirito nella lotta contro la carne, ne elenca i frutti e così possiamo interpretare: i primi tre (amore-gioia-pace) riguardano il rimanere in Cristo; i secondi tre (magnanimità-benevolenza-bontà) costituiscono le radici di luminosità del cuore in Cristo; gli ultimi tre (fedeltà-mitezza-vigilanza) tengono il vissuto aperto alla grazia che godiamo stando uniti a Gesù. Quei frutti realizzano la promessa di Gesù riguardo allo Spirito Santo nella sua duplice azione di memoria e di testimonianza: “Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà” (Gv 16,13-14).

Ascensione

Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo di Pasqua – Ascensione – (12 maggio 2024)

[…] il senso dell’ascensione risiede in questo riportare l’umanità nella gloria di Dio, che è splendore di amore. Tuttavia, la narrazione dei Vangeli e degli Atti degli apostoli non insiste tanto su questo. In effetti, tutti i passi di Matteo, Marco, Luca e Atti, che ricordano l’evento dell’ascensione di Gesù, hanno per contesto la missione alle genti con l’assicurazione della presenza costante del Signore. Quando Gesù, nell’ultima cena, aveva ricordato il suo ritorno al Padre, aveva causato negli apostoli una grande tristezza. Ora che gli apostoli lo vedono sparire in cielo senza poterlo più rivedere provano una grande gioia. Evidentemente il mistero vissuto dagli apostoli era d’altra natura rispetto a quello che immaginiamo. I discepoli hanno visto il fatto materiale dell’ascendere di Gesù al cielo (il testo usa il verbo greco βλέπω, vedere) ma hanno anche intravisto la portata mistica dell’evento (il testo usa il verbo θεάομαι, contemplare). Ciò significa che lo sparire di Gesù dalla loro vista permetteva di coglierlo presente nei loro cuori.