XXIX Domenica T.O.

Anno liturgico C (2021-2022) – Tempo Ordinario – XXIX Domenica (16 ottobre 2022)

Gesù aveva appena risposto alla domanda dei farisei: “Quando verrà il regno di Dio?” (Lc 17,20) con il ricordare che il regno di Dio non può essere visto come un fatto osservabile, ma solo nella fede in lui. Fede, che però è messa alla prova dalla fatica del vivere e dello stare nella storia, con le sue assurdità e con i suoi dolori. Aveva ricordato i tempi escatologici, vale a dire aveva cercato di orientare gli sguardi dei suoi ascoltatori verso il punto finale della storia, la venuta del Figlio dell’Uomo, venuta che però si manifesta già nel giudizio della croce, dove prevale la manifestazione dell’amore del Padre per noi. L’invito a pregare senza interruzione, che Luca esprime con gli stessi termini che usa san Paolo nelle sue lettere (si veda in particolare il passo di 1Ts 5,17), mira a sostenere lo sguardo dell’uomo oltre la cronaca, oltre il visibile, oltre le apparenze, per cogliere il mistero dell’amore di Dio, mai scontato per il cuore dell’uomo.

XXVIII Domenica T.O.

Anno liturgico C (2021-2022) – Tempo Ordinario – XXVIII Domenica (9 ottobre 2022)

Gesù, accogliendo il samaritano che torna a ringraziarlo, dice: “Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?”. ‘Rendere gloria’ è un’espressione semita per ‘dire la verità’. Spesso l’uomo dice cose vere, ma senza dire la verità. Oppure, in altri termini, diciamo di essere sinceri, ma spesso non siamo veri. Il fatto è che la sincerità ha a che fare con il dire quello che sentiamo, mentre la verità ha a che fare con quello che siamo. Ringraziare di un dono ricevuto non significa solo esprimere la propria riconoscenza ma prendere atto della benevolenza dell’altro che ci fa sussistere. Dire la verità implica sempre la responsabilità del nostro essere di fronte a Qualcuno. Questo è mancato ai nove che si sono dileguati, mentre è risultato così determinante per la conversione del samaritano.

XXVII Domenica T.O.

Anno liturgico C (2021-2022) – Tempo Ordinario – XXVII Domenica (2 ottobre 2022)

In effetti, tutta la liturgia di oggi mira a svelare la struttura del cuore dell’uomo che si gioca nella fede. Il profeta Abacuc proclama: “Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede”, nel contesto della prova che il giusto subisce e del ritardo di Dio a rispondere, ma fiducioso nella promessa del suo Dio. Il profeta si sta lamentando con il suo Dio della violenza che imperversa e non comprende perché Dio taccia e resti lontano. È l’epoca della conquista di Gerusalemme da parte dei babilonesi. Poi riflette, rivà alla storia di Israele e riscopre la fedeltà di Dio nel tempo, per cui si apre alla fiducia. L’animo retto si riferisce alla fede nelle promesse di Dio proprio quando imperversa la prova.

L’Apocalisse nel mondo russo

Seconda puntata di approfondimento dell’ideologia del mondo Russo. p. Elia Citterio intervista p. Stefano Caprio La guerra in Ucraina è entrata in una nuova fase: l’esercito di Kiev sta riconquistando territori perduti, il potere di Putin sembra vacillare,...