Trasfigurazione del Signore

Anno liturgico A (2022-2023) – Solennità e feste – Trasfigurazione del Signore – (6 agosto 2023)

[…] la trasfigurazione è collocata tra due annunci della passione, a sottolineare che il Figlio di Dio risorto e il Figlio dell’uomo che soffre devono stare insieme nella fede dei discepoli. […] Non si tratta di parlare di Gesù in termini di divinità gloriosa e potente, ma in termini pasquali: colui che ha sofferto la passione è colui che viene esaltato con la risurrezione. E questo non poteva essere colto che alla conclusione della storia di Gesù. La cosa ha un risvolto potente, che non è mai assimilato una volta per tutte dai credenti. La profezia di Daniele sul figlio dell’uomo: “Gli furono dati potere, gloria e regno: tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto” (Dn 7,14) risponde all’essenza di quel silenzio perché l’unico potere di vittoria che Gesù si arroga è quello dell’amore crocifisso. Tanto da far dire al papa Leone Magno: “è più importante pregare per la pazienza che per la gloria”.

XVII Domenica T.O.

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo Ordinario – XVII Domenica (30 luglio 2023)

[…] questa è la scoperta singolare. Il tesoro non è solo una ricchezza, ma una potenza, la potenza di un amore che conquista e trascina, potenza che è riferita all’amore misericordioso di Dio che, prevalendo su tutto, rende libero il cuore con la gioia che dona. Non si tratta evidentemente di una gioia soddisfatta, ma di una gioia che fa attraversare tribolazioni e prove pur di non perdere mai l’amore, pur di far arrivare a tutti l’amore. È per questo che l’immagine del tesoro rende bene la natura del Regno annunciato da Gesù. Luca l’aveva proclamato con la parola di Gesù che commentava la scelta di Maria: “di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta” (Lc 10,42). Da intendere perciò: il cuore cerca il suo tesoro; un solo tesoro conta! L’affermazione non riguarda solo la cosa, cioè il tesoro, ma anche il cuore, vale a dire: il cuore è strutturato per godere del tesoro che lo riempie.

XVI Domenica T.O.

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo Ordinario – XVI Domenica (23 luglio 2023)

Il salmo responsoriale di oggi ha un’espressione straordinaria che forse riassume al meglio tutte le invocazioni del cuore davanti al Signore: “Insegnami, Signore, la tua via: camminerò nella tua verità. Unifica il mio cuore perché tema il tuo Nome” (Sal 85/86,11). Ecco: lasciar lavorare la parola ascoltata nel cuore, lasciarla crescere, comporta il processo di unificazione del cuore perché tutto risponda all’amore di Dio che l’ha conquistato.

La parabola della zizzania risponde alla domanda angosciante: perché il male? La spiegazione di Gesù illustra la prospettiva nella quale vivere il presente della storia, segnata dalla presenza dei malvagi e dall’imperversare del male. Come convivere con i malvagi è domanda più pertinente del perché ci sono i malvagi (i servi della parabola chiedono al padrone da dove viene la zizzania). L’unico buon atteggiamento possibile resta quello del padrone: “Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura”. Secondo l’espressione del salmo: non lasciate che i malvagi mandino in pezzi il vostro cuore.

XV Domenica T.O.

Anno liturgico A (2022-2023) – Tempo Ordinario – XV Domenica (16 luglio 2023)

[…] nel dare ragione del perché solo ora viene svelato il mistero del regno, Gesù annuncia: “Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!” (Mt 13,16-17). L’intelligenza si accende se si partecipa a questa beatitudine e si può partecipare a questa beatitudine se ci si colloca nella storia degli uomini che da sempre hanno ricercato verità e sapienza. Se il cuore non accoglie le parole di Gesù come risposta agli aneliti più profondi e pressanti che gli uomini da sempre hanno coltivato, non può coglierne la densità, la potenza, la grazia. La novità di intelligenza è data da lui, lui che è il Figlio, inviato perché l’uomo conosca la grandezza e la bellezza dell’amore del Padre.