XXIV Domenica T.O.

Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XXIV Domenica – (17 settembre 2017)

L’accento del brano di oggi non verte su una norma di comportamento all’interno della comunità, come nel caso della correzione fraterna che era stato proclamato domenica scorsa. Qui viene mostrata la ragione di fondo, il mistero su cui può far leva l’invito al perdono. Pietro, oltrepassando le tre volte di perdonare al fratello che la legge rabbinica ingiungeva al credente, avanza il numero di sette volte, già abbondantemente oltre le norme consuete. Ma Gesù, facendo riferimento alla selvaggia decisione di Lamec che rivelava come la violenza dilagava nell’umanità (“Lamec disse alle mogli: «Ada e Silla, ascoltate la mia voce; mogli di Lamec, porgete l’orecchio al mio dire. Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido. Sette volte sarà vendicato Caino, ma Lamec settantasette»”, Gn 4,23-24), gli risponde: settanta volte sette, cioè infinite volte, sempre, senza se e senza ma.

XXIII Domenica T.O.

Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XXIII Domenica – (10 settembre 2017)

Una delle espressioni più belle che definiscono la comunità dei credenti la ravviso nell’ultima strofa dell’inno delle Lodi del Comune degli Apostoli, inno che così canta: “L’annuncio che udiste nell’ombra gridatelo alto nel sole: è questa l’estrema consegna del Dio crocifisso e risorto. E voi dite, ridite sui tetti la voce che parla nel cuore: apostoli siate alle genti di Cristo, salvezza e vittoria. Il nuovo messaggio di vita vi ha spinti ai confini del mondo, su lunghi sentieri di croce, araldi del giorno che viene. Su voi, resi saldi in eterno, s’edifica e innalza la Chiesa che eterna, riversa sul mondo da Dio, come un fiume, la pace”.

Le sette parabole del Regno

Audiovideo – LE SETTE PARABOLE DEL REGNO. Esercizi presso le Missionarie Saveriane di Parma (4-9 settembre 2017)

Dal punto di vista dei discepoli il racconto evangelico, stando alla narrazione di Giovanni, comincia con una domanda: ‘maestro, dove dimori?’ Gesù li invita a venire da lui e a costatare di persona e il vangelo annota: “quel giorno rimasero con lui” (Gv 1,39). Ma a quel tempo, i discepoli potevano al massimo rimanere con Gesù, non rimanere in Gesù. Tutto il racconto evangelico della sequela di Gesù da parte dei discepoli non è che la descrizione del passaggio dal rimanere con lui al rimanere in lui.

XXII Domenica T.O.

Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XXII Domenica – (3 settembre 2017)

Il brano di vangelo di oggi, unito a quello della domenica precedente, costituisce un punto nevralgico della narrazione evangelica. Gesù svela il suo mistero e insieme quello dei discepoli. È assolutamente significativo che l’annuncio della passione avvenga dopo la proclamazione della beatitudine a Pietro: “Beato sei tu, Simone, figlio di Giona […]”. In effetti, quando Gesù si rivela come il Messia che dovrà molto soffrire, indica la direzione nella quale poter vivere quella beatitudine. Ed è per questo che Gesù subito dopo parla ai discepoli che lo vogliono seguire di ‘rinnegamento di sé’ e di ‘portare la croce’. Ma cosa intende in pratica?

XXI Domenica T.O.

Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XXI Domenica – (27 agosto 2017)

Possiamo accostarci al brano evangelico di oggi con l’affermazione di Paolo ai Romani: “O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!” (Rm 11,33). Non però perché sono incomprensibili o oscuri, ma perché rispondono alla grandezza di un amore così impensabile che il cuore dell’uomo stenta a riconoscere.