Anno liturgico A – 2016 / 2017
INTERO ANNO LITURGICO
Monaci di Tibhirine (Algeria) trucidati da estremisti musulmani
Intero anno liturgico 2016-2017
Anno liturgico A (2016-2017) – Intero anno
L’intero anno liturgico dalla prima domenica di Avvento fino alla più recente, in sequenza cronologica.
AVVENTO
Donna in preghiera in una chiesa distrutta dai terroristi in medio oriente
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IV Domenica T.A.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo di Avvento – IV Domenica – (18 dicembre 2016)
L’aspetto misterioso dell’evento è descritto con la profezia di Isaia: “Stillate dall’alto, o cieli, la vostra rugiada e dalle nubi scenda a noi il Giusto; si apra la terra e germogli il Salvatore” (Is 45,8), ripresa dall’antifona di ingresso. Il testo è riportato secondo la versione della Volgata che attualizza messianicamente il testo ebraico più generico che parla solo di giustizia e di salvezza. Come è possibile che uno contemporaneamente scenda dall’alto e germogli dal basso? È appunto il mistero dell’agire divino che il profeta fa risaltare e che vale anche per noi.
III Domenica T.A.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo di Avvento – III Domenica – (11 dicembre 2016)
“Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”. È la domanda di una vita. Di Giovanni Battista, anzitutto. Tutta la sua vita era consistita nel predisporre la via a un Altro: ‘bisogna che lui cresca e io diminuisca’. Accoglierne il mistero non significa però saperne in anticipo l’esito. Significa, più semplicemente ma più sinceramente, stare comunque disposto ad accogliere tutta l’esperienza umana e spirituale che quel mistero comporta nel suo dispiegamento. Così Giovanni, in carcere, alla fine della vita, riformula la stessa domanda con un risvolto angosciante: mi sono forse illuso?
II Domenica T.A.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo di Avvento – II Domenica – (4 dicembre 2016)
Il grido del Battista risuona forte lungo tutto l’Avvento: “Convertitevi … Fate un frutto degno della conversione”. La liturgia si premura di illustrare appunto il mistero della conversione, che si risolve nel godere la grazia tipica del Messia, cioè quella di gustare il regno di Dio ormai venuto. Conversione non indica tanto cambiamento di mentalità, ma ritorno incondizionato al Dio dell’alleanza, che cancella i peccati e introduce nella comunione di vita con lui.
I Domenica – T.A.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo di Avvento – I Domenica – (27 novembre 2016)
Avvento non significa primariamente attesa, ma presenza. Il periodo liturgico dell’Avvento non è un’attesa della nascita di Gesù a Betlemme, ma la tensione a una capacità di sensazione, di intuizione cordiale della compagnia di Gesù che opera continuamente perché il suo regno conquisti i cuori e la storia. E se di attesa si parla, si tratta dell’attesa della manifestazione del Signore Gesù al nostro cuore.
NATALE
Betlemme, luogo venerato come quello della “mangiatoia”.
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Battesimo del Signore
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo di Natale – Battesimo del Signore – (8 gennaio 2017)
L’immagine di fondo è quella delle nozze: Dio sposa l’umanità. Il mistero d’amore intravisto con la nascita a Betlemme, rivelato essere l’eredità di tutte le genti con l’adorazione dei magi, celebrato nella sua gioia messianica alle nozze di Cana e ripresentato ad ogni celebrazione eucaristica, qui è intuito nel suo percorso di attuazione con la solidarietà dell’agnello innocente con i peccatori, in attesa che si realizzi compiutamente con la sua morte-risurrezione. La deduzione immediata che ne scaturisce è che oramai l’umanità appartiene in proprio a Dio, oramai l’umanità, pur con tutto il suo carico di ferite e di paure, è carne del Figlio di Dio […]
Epifania del Signore
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo di Natale – Epifania del Signore – (6 gennaio 2017)
La cosa straordinaria è che un bambino venga proclamato ‘sovrano, potente e glorioso’! La proclamazione comporta qualcosa di radicalmente nuovo per gli occhi umani o, se vogliamo, comporta la visione di una realtà con occhi radicalmente nuovi. Stessa novità che sta dietro la proclamazione nei vangeli di Gesù come re (soltanto durante la sua passione Gesù accetta il titolo di re) e particolarmente come re della gloria (titolo che fornisce, da una parte, la ragione della condanna sul patibolo della croce e, dall’altra, per la visione di fede dei credenti, la ragione dell’amore di Dio per l’uomo che proprio sulla croce risplende).
Maria SS. Madre di Dio
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo di Natale – Maria SS. Madre di Dio – (1° gennaio 2017)
Quando il canto al vangelo proclama: “Dio ha parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio” allude non semplicemente al fatto che Colui che era stato annunciato dai profeti è venuto, ma che in Lui si compiono tutte le possibilità dei tempi.
Natale del Signore 2016
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo di Natale – Natale del Signore – (25 dicembre 2016)
La settima antifona solenne della novena del Natale, quella del 23 dicembre, illustra a meraviglia il senso della salvezza che la Chiesa ha invocato per tutto l’avvento con la supplica: Vieni, Signore Gesù! L’antifona proclama: “O Emmanuele, Dio con noi, attesa dei popoli e nostro liberatore: vieni a salvarci con la tua presenza”. Facendosi bambino, confondendosi con noi, uno tra noi, Dio ci salva! La salvezza è tornare a godere della presenza del Signore con noi.
QUARESIMA
Immagine di Gesù Cristo crivellata da proiettili in una Chiesa siriana
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Domenica delle Palme e della Passione del Signore
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo di Quaresima – Domenica delle Palme e della Passione del Signore – (9 aprile 2017)
La liturgia della domenica delle Palme introduce alla settimana cruciale per la storia del mondo, quella che permette una visione d’insieme della creazione e della storia dell’umanità: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito … per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi” (Gv 3,16 e 11,52). Le celebrazioni di questa settimana mostrano fino a che punto Dio ha amato il mondo, fino a che punto Gesù ha obbedito a questo amore, fino a che punto l’uomo è prezioso agli occhi di Dio.
V Domenica – T.Q.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo di Quaresima – V Domenica – (2 aprile 2017)
Gesù, che ha appena saputo della malattia mortale del suo amico Lazzaro, non si muove subito: “Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato”. Quando Marta, davanti al sepolcro del fratello, ricorda a Gesù il fetore dei morti, si sente dire: “Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?”. Sembra che la domanda di fondo che serpeggia per tutto il brano non sia: perché la morte?, ma: perché Dio ritarda? Perché Dio non impedisce la morte? Gli amici della famiglia di Lazzaro così pensano.
IV Domenica – T.Q.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo di Quaresima – IV Domenica – (26 marzo 2017)
Il brano di oggi, nella prospettiva battesimale nella quale la chiesa lo proclama, può essere accostato da vari punti di vista. Consideriamo la persona del cieco nella sua progressiva apertura alla fede. Non è lui a chiedere la guarigione: l’iniziativa è di Gesù. Lui ha fiducia e va a lavarsi alla piscina di Siloe […]. Siloe significa piuttosto ‘chi invia [le acque]’e Giovanni, rendendolo al passivo, ‘Inviato’, indica che la nostra guarigione si trova in Gesù, che poco prima si era definito ‘inviato’ dal Padre, v. 4). Nelle parole del cieco guarito Gesù è indicato prima come ‘quell’uomo che si chiama Gesù’, poi ‘un profeta’, poi ‘che è da Dio’ e infine, davanti alla domanda di Gesù che lo va a cercare dopo che è stato cacciato dai farisei: “Tu credi nel Figlio dell’uomo?”, risponde: “Io credo, Signore!”.
III Domenica – T.Q.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo di Quaresima – III Domenica – (19 marzo 2017)
La liturgia quaresimale indica i percorsi della conversione del cuore con le domande di fondo essenziali. Una di queste domande, forse non sempre espressa, ma continuamente serpeggiante nel cuore, è quella del popolo di Israele, esasperato nel deserto dalla fame e dalla sete: “Il Signore è in mezzo a noi sì o no?” (Es 17,7). La domanda del popolo non è provocatoria o irriverente; semplicemente, è angosciante: il Signore è con noi? Ogni prova fa emergere il dubbio: ma Dio vuole davvero il nostro bene? L’insinuazione dell’antico serpente disturba i sogni di felicità dell’uomo.
II Domenica – T.Q.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo di Quaresima – II Domenica – (12 marzo 2017)
Una duplice tensione anima la liturgia: a) proclama l’evento della trasfigurazione di Gesù per esaltarne la tensione alla Pasqua, tensione che Gesù vive in se stesso e nella sollecitudine per i suoi discepoli perché imparino a fidarsi di Dio; b) fa emergere la tensione che lavora il cuore dell’uomo nel suo desiderio di vedere il volto di Dio e saziare la sua nostalgia. […] Il punto di convergenza delle due tensioni non riguarda però il vedere, ma l’ascoltare. Il racconto della trasfigurazione ha il suo culmine nella voce: “Questi è il mio Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo” e nella consegna del silenzio. Come a sottolineare che, se il racconto è per gli occhi, lo scopo che ne costituisce la ragione è per gli orecchi, con l’evidente conseguenza che soltanto ascoltando si potrà vedere.
I Domenica – T.Q.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo di Quaresima – I Domenica – (5 marzo 2017)
Senza tentazioni non c’è verità, dicevano i nostri padri. Nella percezione psicologica la lotta spirituale sembra tesa a ‘dominare le seduzioni’ del male, che non smette mai di far sentire la sua presenza ingombrante e spesso angosciosa con la scusa di attirarci a qualcosa di attraente e fascinoso. Ma nella dinamica spirituale, tipica del nostro cuore, la lotta è per crescere nella ‘conoscenza del mistero di Cristo’, vale a dire per aprirci ad un’umanità che Gesù ha fatto splendere e che il nostro cuore sogna.
PASQUA
Pellicano che nutre i suoi piccoli. Mosaico di Rupnik. Cappella della Fraternità sacerdotale San Carlo Borromeo, Roma
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Pentecoste
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo di Pasqua – Pentecoste – (4 giugno 2017)
L’immagine delle lingue si riferisce al fatto di parlare la lingua del cuore, la lingua della comunione, che corrisponde all’azione dello Spirito Santo nella chiesa: fare di tutti un cuor solo e un’anima sola, come del resto domandiamo in ogni liturgia eucaristica con l’invocazione dello Spirito. Ciò corrisponde al volere di Dio, quel volere che Gesù ha onorato fino in fondo nella sua umanità, custodendo l’intimità di unione con il Padre e la solidarietà con gli uomini nel suo amore per loro proprio accettando di custodire l’amore nella sua passione e morte. L’immagine del fuoco si riferisce invece al fatto che la lingua della comunione può provenire solo dall’amore che divora il cuore […]
Ascensione del Signore
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo di Pasqua – Ascensione del Signore – (28 maggio 2017)
Cielo è il cuore dove Dio è adorato in tutta la sua gloria e la sua gloria è l’amore per gli uomini che in Gesù, morto e risorto, risplende e che il suo Spirito ci partecipa perché possiamo conoscere il Padre nel suo immenso amore per noi. Così, vedere Gesù asceso al cielo significa vedere compiersi l’umanità nella gloria dell’amore, amore che è la vita di Gesù che viene a noi e agisce dal di dentro dei nostri cuori, riempiendo ogni spazio in modo da far risplendere la presenza di Dio.
VI Domenica di Pasqua
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo di Pasqua – VI Domenica di Pasqua – (21 maggio 2017)
Quello che è importante cogliere, in questa promessa, è l’urgenza del dono dello Spirito nel senso che Gesù ha ben presente la situazione nella quale i suoi discepoli si troveranno nel testimoniare la loro fede in lui (sono inviati al mondo e subiranno persecuzioni). Dovranno vivere quel “rimanete in me e io in voi” (Gv 15,4) nel contesto di una lotta perché l’amore di Dio prevalga e redima il mondo. Come è stato per il Maestro, così per i discepoli.
V Domenica di Pasqua
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo di Pasqua – V Domenica di Pasqua – (14 maggio 2017)
Dopo che Gesù ebbe lavato i piedi ai discepoli, Giuda se ne va. Solo dopo l’uscita di scena di Giuda, Gesù parla del comandamento nuovo e rivela: “dove vado io, voi non potete venire” (Gv 13,33). A cosa allude quel ‘dove’? I discepoli non comprendono. Intervengono allora con domande puntuali. Il primo a esporsi è Pietro: “Signore dove vai? … Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la vita per te!” (Gv 13,36-37). Rispondendogli, Gesù non gli preannuncia semplicemente il tradimento, ma dice anche altro. Gesù non può accettare che Pietro dia la vita per lui. Sarà Gesù a dare la vita perché l’amore del Padre per gli uomini sia noto a tutti gli uomini.
IV Domenica di Pasqua
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo di Pasqua – IV Domenica di Pasqua – (7 maggio 2017)
Le parole di Gesù seguono la vicenda della guarigione del cieco nato con l’allontanamento di questi da parte dei farisei e del suo incontro con Gesù. È in questo contesto che Gesù applica a sé l’immagine del pastore, in contrapposizione a coloro che si ritengono pastori. Solo Dio però è il pastore di Israele; solo lui guida il suo popolo perché se l’è scelto, l’ha posto in essere, gli testimonia il suo amore di predilezione e ne esige la santità corrispondente. Ogni altro che ambisce a pascere Israele a titolo proprio è ladro e brigante.
III Domenica di Pasqua
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo di Pasqua – III Domenica di Pasqua – (30 aprile 2017)
Quando le donne si recano al sepolcro il mattino di Pasqua e non trovano il corpo di Gesù, di loro leggiamo: “mentre si domandavano che senso avesse tutto questo …”. In greco il loro stato d’animo è espresso con un verbo solo, che può essere reso con ‘mentre si trovavano senza via di uscita’. È esattamente il medesimo stato d’animo che alberga nei due discepoli di Emmaus, quando di loro stessi dicono al pellegrino che si è accompagnato a loro lungo il cammino: “speravamo” (“noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele”). Vale a dire: sono venute meno le nostre speranze […]
II Domenica di Pasqua
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo di Pasqua – II Domenica di Pasqua – (23 aprile 2017)
Quando gli apostoli ‘vedono’ Gesù risorto non significa che hanno ‘visioni’, ma più concretamente che ‘il Signore si fece vedere’, cioè sperimentano degli incontri. Ma come un cuore può aprirsi all’incontro se già non tende a colui che desidera vedere? Per questo, nella proclamazione di fede della chiesa nella risurrezione sempre si aggiunge ‘secondo le Scritture’. Gesù è risorto, secondo le Scritture; Gesù risorto apre la mente all’intelligenza delle Scritture.
Pasqua di Resurrezione del Signore
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo di Pasqua – Pasqua di Resurrezione del Signore – (16 aprile 2017)
Questo è l’annuncio che oggi risuona in tutto il mondo dalle chiese cristiane. L’annuncio è tanto più evocativo quanto più gli occhi hanno contemplato nei giorni precedenti l’Uomo dei dolori, colui che Pilato aveva presentato: ‘Ecco l’uomo’! È l’Uomo che aveva dato inizio al suo cammino di passione celebrando con i discepoli la sua ultima cena pasquale, diventata per noi ‘la cena del Signore’, l’eucaristia, memoriale perenne della sua passione, morte e risurrezione. In quella celebrazione, con la lavanda dei piedi, l’amore viene definito nel suo mistero di dono (“questo è il mio corpo, che è per voi”) e di servizio (“Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri”). La posta in gioco sarà oramai ‘aver parte con lui’. Si ha parte con lui sia celebrando l’eucaristia sia lavandosi i piedi a vicenda, perché unico è il segreto che viene svelato al mondo: la grandezza dell’amore di Dio per i suoi figli.
SOLENNITÀ E FESTE
Via Crucis al Colosseo. Memoria del martirio e della santità
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Tutti i Santi
Anno liturgico A (2016-2017) – Solennità e feste – Tutti i Santi – (1° novembre 2017)
Oggi la chiesa mostra al mondo la sua visione: è l’Agnello, immolato fin dalla fondazione del mondo (Ap 13,8), ad attirare gli sguardi degli uomini che possono contemplare la santità di Dio, che è splendore di amore immolato. Il mondo è uscito dall’amore di Dio, di esso è intessuto e percorso, di esso parla, ma quanta tenebra ce ne impediva la visione! Ora tutto è nella luce, tutto splende in verità.
Assunzione della Beata Vergine Maria
Anno liturgico A (2016-2017) – Solennità e feste – Assunzione della Beata Vergine Maria – (15 agosto 2017)
Un bellissimo tropario della liturgia bizantina canta: “Nella tua maternità hai conservato la verginità, nella tua dormizione non hai abbandonato il mondo, o Madre di Dio; hai raggiunto la sorgente della Vita, tu che hai concepito il Dio vivente e che con le tue preghiere libererai le nostre anime dalla morte”. Cosa proclamiamo nella festa di oggi riguardo alla Madre di Dio? Che è stata assunta alla gloria celeste col suo corpo e con la sua anima e dal Signore esaltata come Regina dell’universo, partecipando in modo singolare alla risurrezione del suo Figlio e anticipando quella che sarà la risurrezione di noi tutti.
Trasfigurazione del Signore
Anno liturgico A (2016-2017) – Solennità e feste – Trasfigurazione del Signore – (6 agosto 2017)
Agli antichi lettori del vangelo non poteva sfuggire la densità simbolica dell’evento, raccontato sulla falsariga della grande rivelazione di Dio a Mosé sul Sinai. Il Tabor rispecchia il Sinai. Il punto cruciale della narrazione non consiste nella visione, ma nell’ascolto della voce, proprio come al Sinai. Non solo, ma la voce, una replica a quella già udita al battesimo di Gesù nel Giordano, proclama la compiacenza su Gesù come facendo una sintesi di tutte le Scritture.
Ss. Cuore di Gesù
Anno liturgico A (2016-2017) – Solennità e feste – Ss. Cuore di Gesù – (23 giugno 2017)
Molti testi della liturgia di oggi possono illustrare emblematicamente l’immagine del cuore di Gesù, spalancato sul mondo, che la ferita del colpo di lancia del soldato al calvario lascia intravedere. “Di generazione in generazione durano i pensieri del suo cuore”, canta l’antifona di ingresso, riprendendo il salmo 32: “Ma il disegno [consiglio] del Signore sussiste per sempre, i progetti del suo cuore per tutte le generazioni” (Sal 32,11).
Corpus Domini
Anno liturgico A (2016-2017) – Solennità e feste – Corpus Domini – (18 giugno 2017)
Quando s. Agostino si domanda quale sia la virtù specifica dell’Eucarestia, non può che rispondere: “La virtù propria di questo nutrimento è quella di produrre l’unità, affinché, ridotti ad essere il corpo di Cristo, divenuti sue membra, siamo ciò che riceviamo”. In effetti, quando ci accostiamo alla comunione eucaristica, l’amen che il fedele risponde non significa: sì, credo che quel pezzo di pane è il corpo di Cristo, ma, più in verità: sì, so che faccio parte di quel corpo e accetto di vivere come un corpo solo!
Santissima Trinità
Anno liturgico A (2016-2017) – Solennità e feste – Santissima Trinità – (11 giugno 2017)
Proclamare Dio come Trinità di Persone significa riconoscere che di Dio null’altro possiamo conoscere che il suo amore per noi. E colui che di quell’amore è il Testimone per eccellenza è quel Figlio inviato a patire, morire e risorgere perché quella conoscenza diventi la radice di vita che alimenta i nostri cuori. Perché questo è il mistero: proclamare l’amore di Dio per noi significa attingere alle radici della vita.
Immacolata Concezione
Anno liturgico A (2016-2017) – Solennità e feste – Immacolata Concezione – (8 dicembre 2016)
La benedizione che Paolo implora ed annuncia nell’esordio della sua lettera agli Efesini ha ricoperto e intriso in modo singolare la Tutta Santa, la Vergine Maria. In lei quella benedizione si fa così concreta che prende addirittura corpo: da lei nasce il Salvatore, che costituisce la Benedizione di Dio sugli uomini, benedizione oltre la quale non c’è nulla di prezioso da desiderare. La tradizione venera la Vergine come “la madre del creatore di tutte le cose, colei che ha divinizzato il genere umano e ha divinizzato la terra, che ha fatto di Dio il figlio dell’uomo e ha reso gli uomini figli di Dio”.
ORDINARIO
Statua di Maria illesa (custodia della fede, speranza e carità) e chiesa in fiamme. Perseguiteranno anche voi.
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XXXIV Domenica T.O. – Cristo Re
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XXXIV Domenica – Cristo Re – (26 novembre 2017)
La liturgia di oggi ci pone nel punto di intersezione tra questo mondo e il mondo futuro, facendoci contemplare nello stesso tempo, con uno sguardo d’insieme, la verità di questo mondo e quella del mondo futuro. Non si tratta però di guardare a quello che avverrà alla fine dei tempi, ma di renderci conto di quello che è in gioco in questo tempo dal punto di vista dell’eternità. La parabola/visione del giudizio finale riprende il tema della vigilanza delle due parabole precedenti e si prospetta come il punto naturale di confluenza di tutto l’insegnamento precedente di Gesù. Non solo, ma è anche posto a cerniera tra ciò che precede e l’inizio del racconto della passione di Gesù.
XXXIII Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XXXIII Domenica – (19 novembre 2017)
La parabola di oggi è incastonata tra la parabola delle dieci vergini, che invita a stare vigilanti e la parabola del giudizio finale, che rivela su cosa saremo giudicati nel nostro fare, cioè sull’amore. La parabola dei talenti invita invece alla fedeltà nell’operare. Il padrone distribuisce i suoi beni per mettere gli uomini nella opportunità di giocare la loro vita, concepita nei termini di un esercizio di responsabilità. La domanda di accesso al mistero della parabola può essere la seguente: cosa è in gioco nella nostra operosità? In che cosa siamo servi? Servi per che cosa?
XXXII Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XXXII Domenica – (12 novembre 2017)
L’anno liturgico volge al termine e in queste ultime tre domeniche vengono proclamate le tre parabole del cap. 25 di Matteo: la parabola delle dieci vergini, oggi, quelle dei talenti e del giudizio finale nelle prossime domeniche. Tre immagini di Dio: quella dello sposo, del padrone e del giudice, a fronte della vita dell’uomo che si gioca nella profondità dei desideri, nell’esercizio di una responsabilità e nella maturità di un frutto che diventa criterio di discernimento dell’autenticità di una vita ben spesa.
XXXI Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XXXI Domenica – (5 novembre 2017)
Le parole di Gesù non sono invettive di un riformatore, come leggiamo nel profeta Malachia: “Se non mi ascolterete e non vi darete premura di dare gloria al mio nome, dice il Signore degli eserciti, manderò su voi la maledizione” (Ml 2,2). Il profeta parla ai sacerdoti e ai leviti, ai quali è affidato l’annuncio e la custodia dell’alleanza di Dio per il popolo. Potremmo rendere così il pensiero del profeta: se non fate splendere il suo amore per i suoi figli, liberi da ogni forma di violenza e rivalità, per attirare tutti all’amore del Signore, resterete nei vostri peccati, che vi opprimeranno.
XXX Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XXX Domenica – (29 ottobre 2017)
Sebbene fosse usuale tra gli scribi del tempo la domanda circa la determinazione del comandamento più grande tra i tanti precetti, negativi e positivi, della Legge, mai nessuno prima di Gesù e neanche dopo, ha mai collegato insieme i due passi scritturistici che Gesù cita esplicitamente: Dt 6,4-5: “Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze” e Lv 19,18: “Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore” (cfr. anche i passi paralleli, nel contesto più cordiale di Mc 12,28-34 e Lc 10,25-28).
XXIX Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XXIX Domenica – (22 ottobre 2017)
La vita di Gesù volge al termine e il confronto-scontro con i farisei si fa implacabile. Cercano di incastrarlo con un pretesto politico per consegnarlo all’occupante romano e farlo fuori. Dal loro punto di vista, la strategia è vincente, perché al processo contro Gesù sarà proprio un’accusa di tipo politico a farlo condannare. La questione, scottante allora, era il tributo che ogni cittadino ebreo doveva pagare all’occupante romano. Non era una questione di esosità di tasse, ma di umiliazione di un popolo. […] Come al solito, Gesù evita il tranello ma non evita la domanda e la sua risposta lascia pieni di ammirazione i suoi stessi avversari: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”. Gesù non ha furbescamente evitato il tranello: se rispondeva sì, si sarebbe attirato l’antipatia del popolo; se rispondeva no, si sarebbe messo contro l’autorità. Gesù, pur conoscendo la malizia della domanda, risponde in verità.
XXVIII Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XXVIII Domenica – (15 ottobre 2017)
Ascoltando la parabola di oggi insieme alle altre due delle domeniche precedenti, ci accorgiamo che Gesù, nel contrasto che si sta consumando tra lui e i capi del popolo, nel suo tentativo di svegliare le coscienze, aggiunge due particolari nuovi. Se prima aveva parlato del padrone di una vigna e dell’invio del figlio che sarà ucciso, ora parla del padrone che ha preparato le nozze per il figlio e degli invitati che non ne vogliono sapere di intervenire. L’accento ora è solo sugli invitati. È a loro che dobbiamo guardare per cogliere il senso della parabola.
XXVII Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XXVII Domenica – (8 ottobre 2017)
La parabola di oggi, da leggere insieme a quella di domenica scorsa e di domenica prossima, ha un sapore profetico preciso: allude alla imminente passione di Gesù che incontra l’ostilità ormai dichiarata dei capi religiosi. Il contesto narrativo è altamente drammatico, come la conclusione, tirata dagli stessi ascoltatori, capi dei sacerdoti e anziani del popolo, lascia perfettamente intendere. Avviene come nel caso di Davide, dopo il peccato di adulterio e assassinio, allorquando si condanna con le sue stesse parole rispondendo all’apologo del profeta Natan (cfr. 2 Sam 12,1-13). L’intensità emotiva dello scontro però non deriva dall’ira, ma da una passione d’amore.
XXVI Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XXVI Domenica – (1 ottobre 2017)
La parabola che viene proclamata oggi va ascoltata insieme alle altre due, quella dei fittavoli malvagi e quella del banchetto nuziale per il figlio del re, che saranno proclamate nelle prossime due domeniche. Dopo l’entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme si consuma il rifiuto dei capi della nazione. Gesù aveva scacciato venditori e cambiavalute dal tempio e soprattutto aveva guarito ciechi e zoppi, persone che, secondo l’indicazione del re Davide (cfr. 2Sam 5,8), non potevano accedere al tempio. Come a dire: qui c’è uno più grande di Davide, cosa che i capi intendono bene. Non solo, ma Gesù, dopo aver ammaestrato il popolo nelle sinagoghe delle varie città e villaggi, ora insegna nel tempio, senza alcun ‘permesso’ ufficiale. È chiaro che dimostra una ‘autorità’ assolutamente insolita.
XXV Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XXV Domenica – (24 settembre 2017)
L’antifona di ingresso canta: “Io sono la salvezza del popolo, dice il Signore, in qualunque prova mi invocheranno, li esaudirò, e sarò il loro Signore per sempre”. Evidentemente una dichiarazione del genere non ci convince troppo se, di fronte agli eventi che caratterizzano la nostra storia esteriore e interiore e che sono retti dalla Provvidenza di Dio, abbiamo spesso da ridire. Cosa impedisce ai nostri cuori di fidarci di Dio? Perché guardiamo a Gesù con il filtro della nostra idea preconcetta di Dio senza accogliere la rivelazione di Dio che da lui proviene? Cosa andiamo cercando da Dio, dalla vita?
La domanda di fondo la presenta il profeta Isaia: perché i pensieri di Dio non corrispondono ai nostri? Perché i nostri pensieri sono sempre così diversi e distanti da quelli di Dio?
XXIV Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XXIV Domenica – (17 settembre 2017)
L’accento del brano di oggi non verte su una norma di comportamento all’interno della comunità, come nel caso della correzione fraterna che era stato proclamato domenica scorsa. Qui viene mostrata la ragione di fondo, il mistero su cui può far leva l’invito al perdono. Pietro, oltrepassando le tre volte di perdonare al fratello che la legge rabbinica ingiungeva al credente, avanza il numero di sette volte, già abbondantemente oltre le norme consuete. Ma Gesù, facendo riferimento alla selvaggia decisione di Lamec che rivelava come la violenza dilagava nell’umanità (“Lamec disse alle mogli: «Ada e Silla, ascoltate la mia voce; mogli di Lamec, porgete l’orecchio al mio dire. Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido. Sette volte sarà vendicato Caino, ma Lamec settantasette»”, Gn 4,23-24), gli risponde: settanta volte sette, cioè infinite volte, sempre, senza se e senza ma.
XXIII Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XXIII Domenica – (10 settembre 2017)
Una delle espressioni più belle che definiscono la comunità dei credenti la ravviso nell’ultima strofa dell’inno delle Lodi del Comune degli Apostoli, inno che così canta: “L’annuncio che udiste nell’ombra gridatelo alto nel sole: è questa l’estrema consegna del Dio crocifisso e risorto. E voi dite, ridite sui tetti la voce che parla nel cuore: apostoli siate alle genti di Cristo, salvezza e vittoria. Il nuovo messaggio di vita vi ha spinti ai confini del mondo, su lunghi sentieri di croce, araldi del giorno che viene. Su voi, resi saldi in eterno, s’edifica e innalza la Chiesa che eterna, riversa sul mondo da Dio, come un fiume, la pace”.
XXII Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XXII Domenica – (3 settembre 2017)
Il brano di vangelo di oggi, unito a quello della domenica precedente, costituisce un punto nevralgico della narrazione evangelica. Gesù svela il suo mistero e insieme quello dei discepoli. È assolutamente significativo che l’annuncio della passione avvenga dopo la proclamazione della beatitudine a Pietro: “Beato sei tu, Simone, figlio di Giona […]”. In effetti, quando Gesù si rivela come il Messia che dovrà molto soffrire, indica la direzione nella quale poter vivere quella beatitudine. Ed è per questo che Gesù subito dopo parla ai discepoli che lo vogliono seguire di ‘rinnegamento di sé’ e di ‘portare la croce’. Ma cosa intende in pratica?
XXI Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XXI Domenica – (27 agosto 2017)
Possiamo accostarci al brano evangelico di oggi con l’affermazione di Paolo ai Romani: “O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!” (Rm 11,33). Non però perché sono incomprensibili o oscuri, ma perché rispondono alla grandezza di un amore così impensabile che il cuore dell’uomo stenta a riconoscere.
XX Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XX Domenica – (20 agosto 2017)
[…] siamo abituati a considerare l’universalità della salvezza del Signore nella sua dimensione storica: da una persona a tutto un popolo (Abramo e Israele), da un popolo a tutti i popoli (Israele e le genti). Comporta però anche una dimensione personale. Il che significa: se io ho accolto l’alleanza del Signore, non tutto di me l’ha accolta; se io ho accolto la buona novella, non tutto di me è stato evangelizzato e poco a poco l’insieme di me deve poter godere dei beni di questa alleanza. Se le mie qualità e virtù mi riportano al Signore, anche i miei difetti e peccati devono potermi riportare a Lui attraverso il pentimento. Se un pensiero buono mi svela qualcosa del mio Signore, mi introduce nella sua intimità, anche un pensiero cattivo cela qualcosa da scoprire per il mio cuore in rapporto al Signore, e così un mio peccato, una mia debolezza. “Tutti i confini della terra” del salmo 66 alludono proprio alla totalità degli aspetti che ci compongono e ci strutturano: tutti appartengono al Signore, tutti sono destinati a essere riportati al Signore.
XIX Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XIX Domenica – (13 agosto 2017)
Potremmo interpretare sinteticamente i brani proposti oggi dalla liturgia, per l’esperienza di fede dei discepoli, in questo modo: la protezione di Dio non elimina le tempeste, ma è nelle tempeste che la si sperimenta! La sperimenta chi corre il rischio dell’obbedienza e rinuncia alle proprie sicurezze. Probabilmente, l’evangelista Matteo vuole sottolineare una caratteristica fondamentale dell’esistenza cristiana: la fede dei discepoli è sempre ‘poca fede’, cioè una miscela di coraggio e paura, di ascolto del Signore e angoscia per il vento contrario, di fiducia e di dubbio.
XVII Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XVII Domenica – (30 luglio 2017)
Nelle parabole sul tesoro nascosto nel campo e sulla perla di gran valore l’accento non è posto sul fatto che l’uomo è chiamato a lasciare tutto per il Regno dei cieli, ma che lascia tutto perché trasportato dalla gioia di una scoperta che gli riempie il cuore. Il Regno non si contrappone a nulla di per sé. Non è la perla più bella delle altre. È, più semplicemente ma più potentemente, la perla di ‘grande valore’; è il tesoro tra i beni e non un bene più prezioso degli altri beni. Saper cogliere questo è frutto di sapienza e la colletta fa pregare: “concedi a noi il discernimento dello Spirito, perché sappiamo apprezzare fra le cose del mondo il valore inestimabile del tuo Regno, pronti ad ogni rinunzia per l’acquisto del tuo dono”.
XVI Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XVI Domenica – (23 luglio 2017)
La parabola della zizzania risponde alla domanda che tutti angoscia: perché il bene è mescolato al male? Gesù, quando racconta le parabole, spesso conclude con l’avvertimento: chi ha orecchi intenda! Ma qui, l’avvertimento non è dato alla fine del racconto della parabola, ma dopo la spiegazione stessa della parabola che avrebbe dovuto chiarirne adeguatamente i significati nascosti. Il passaggio dal nascosto al chiaro è continuo, non è mai dato una volta per tutte e segue l’evoluzione del rapporto di intimità con Gesù, il Figlio di Dio, ‘potenza e sapienza’ di Dio. La spiegazione della parabola in effetti non racconta semplicemente l’evento che succederà alla fine della storia, ma illustra la prospettiva nella quale vivere il presente della storia, segnata dalla presenza dei malvagi e dall’imperversare del male.
XV Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XV Domenica – (16 luglio 2017)
La parola è paragonata all’acqua, che sembra scomparire nella terra, in realtà la feconda. […] È quella parola, che ha l’efficacia dell’acqua che feconda la terra, ad essere seminata nei cuori degli uomini; è la parola che rivela i misteri del Regno in chi l’accoglie. Da notare che la parabola del seminatore è preceduta dalla solenne dichiarazione di Gesù: “Poi tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: ‘Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre” (Mt 12,48-50). E subito segue la parabola del seminatore. Possiamo comprendere: accogliere la parola significa diventare familiari di Dio, condividere i suoi segreti, diventare eredi del Regno del Padre.
XIV Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XIV Domenica – (9 luglio 2017)
La liturgia di oggi può essere letta come una rivelazione del Nome di Dio. L’antica richiesta di Mosè: “Mostrami la tua gloria” (Es 33,18), esigita a conferma della promessa di Dio di non ripudiare il popolo dopo il peccato del vitello d’oro, di stare ancora in mezzo al popolo, di guidarlo verso la terra promessa, trova un’ulteriore soddisfazione. Sul Sinai, non potendo vedere il volto di Dio, Mosè ascolta la proclamazione del Nome di Dio: “Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà” (Es 34,6).
XIII Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XIII Domenica – (2 luglio 2017)
In due occasioni Gesù invita a prendere la propria croce e a seguirlo. La prima, che viene proclamata oggi, allorquando Gesù istruisce i discepoli che manda in missione. Dopo aver ricordato loro che saranno perseguitati, che lui non è venuto a portare pace sulla terra ma spada e che la fede in lui sopravanza l’amore per i propri cari (l’amore per i propri cari non può essere ragione sufficiente per separarsi da lui), Gesù invita: “chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me” (Mt 10,38). La seconda, in occasione della confessione di Pietro a Cesarea, quando Gesù decide di rivelare la sua prossima passione e redarguisce l’apostolo per aver pensato in termini mondani […]
XII Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – XII Domenica – (25 giugno 2017)
Gesù ha appena avvertito i discepoli che subiranno persecuzioni ma li invita a non aver paura. […] La paura che prendesse il discepolo nella tribolazione non equivarrebbe semplicemente alla mancanza di coraggio, ma alla mancata intimità con il suo maestro.
VIII Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – VIII Domenica – (26 febbraio 2017)
Quello che il salmo responsoriale proclama, a commento della straordinaria dichiarazione d’amore di Dio per il suo popolo riportata dal profeta Isaia: “Solo in Dio riposa l’anima mia” (Sal 61/62, 2), raramente è vera per noi! Per questo, l’invito di Gesù che non si possono servire due padroni, non è salutare preoccuparsi del domani, non serve affatto preoccuparsi, è piuttosto disatteso da noi, come non fosse alla nostra portata, data l’oppressione e la fatica del vivere quotidiano. Non ci accorgiamo che la soluzione sta appunto nell’aprire il cuore alla verità di quanto Gesù proclama.
VII Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – VII Domenica – (19 febbraio 2017)
Occorre riandare al contesto in cui il nome di Dio era stato proclamato per cogliere la portata della santità che definisce Dio nei confronti dei suoi figli e che abilita i suoi figli ad essere tali, come a Lui è gradito, per rivelare al mondo la grandezza del suo amore. Il popolo nel deserto, esasperato e impaziente, costruisce il vitello d’oro e rifiuta l’alleanza con il suo Dio che non sentiva più accanto. Quando Mosè discende dal monte e vede l’idolo eretto nell’accampamento si infuria, spezza le tavole della Legge e cade in profonda prostrazione […]
VI Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – VI Domenica – (12 febbraio 2017)
Le parole del Signore, i suoi comandamenti, non sono semplici ingiunzioni o precetti alla cui osservanza è promessa la nostra beatitudine futura. Sono assai di più, sono rivelazione di Lui, modalità di partecipazione alla stessa vita divina, spazi di comunione con lui e con i fratelli, luoghi di intimità. Gesù allude sempre nel suo annuncio del Regno a una eccedenza, a una sovrabbondanza rispetto alla giustizia che cerchiamo con le nostre opere. In effetti, il senso della nostra vita si gioca non nel fare il bene, ma nel farlo per entrare nel segreto di Dio.
V Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – V Domenica – (5 febbraio 2017)
Gesù proclama: “Voi siete il sale della terra… Voi siete la luce del mondo…”. Quel ‘voi’ si riferisce ai discepoli la cui vita esprime la potenza delle beatitudini che immediatamente prima Gesù aveva proclamato. Si tratta di quei discepoli che, insultati, perseguitati, sparlati, custodiscono la letizia dell’incontro con il Signore Gesù, che è diventato per loro ragione di vita e principio dell’agire. Non per nulla la liturgia fa leggere, abbinato al brano evangelico di Matteo, un passo del profeta Isaia dove si profetizza l’esistenza dell’Israele gradito a Dio come una esistenza ricca di misericordia per tutti […]
IV Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – IV Domenica – (29 gennaio 2017)
Di fronte alla magna carta del cristianesimo, come vengono definite le Beatitudini annunciate da Gesù sul monte ai suoi discepoli, non si può non registrare come la comunità cristiana abbia come perso la potenza sconvolgente di questo annuncio: beati i poveri, beati coloro che sono nel pianto, beati i miti … beati i perseguitati per la giustizia!. Gesù non sta esortando ad essere felici; sta rivelando l’accesso alla felicità, sta mostrando come partecipare alla sua intimità di Figlio inviato a mostrare la grandezza dell’amore di Dio per l’uomo. Molto spesso noi prendiamo il vangelo come una specie di correttore/perfezionatore della nostra visione umana del mondo. La sua, però, di Gesù dico, non è una visione complementare alla nostra, ma una visione radicale, che svela i segreti della nostra umanità.
III Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – III Domenica – (22 gennaio 2017)
Convertitevi, dice Gesù, riprendendo la stessa predicazione di Giovanni Battista. Come ci dicesse: ‘aprite gli occhi, riconoscete la via di Dio; tornate a sentire la bontà di Dio per voi; rinverdite il cuore, svegliatelo all’intelligenza degli eventi, alla libertà del desiderio, svegliatelo all’amore; tornate a gustare la vita nella comunione col vostro Dio’! Siccome nella lingua ebraica e aramaica il termine cielo non esiste al singolare, Gesù chiama il suo regno ‘regno dei cieli’, cioè il regno di Dio. Intendendo due cose: quel regno non è relegato nei cieli ma si manifesta sulla terra; quel regno è diverso dai regni della terra, è di natura celeste.
II Domenica T.O.
Anno liturgico A (2016-2017) – Tempo Ordinario – II Domenica (15 gennaio 2017)
La chiesa, che ha lo sguardo fisso sul suo Signore, morto e risorto, introduce il tempo ordinario dell’anno liturgico con la proclamazione che l’Agnello è il Figlio di Dio, come viene riportata nel vangelo di Giovanni, il quale non riferisce direttamente né il battesimo di Gesù né le tentazioni nel deserto. La verità di Gesù è presentata sulla base della testimonianza del Battista, testimonianza che indurrà i suoi discepoli a seguire oramai il nuovo Maestro.