WORDPDF

Ottavo ciclo

Anno liturgico B (2023-2024)

Solennità e feste

Maria Santissima Madre di Dio

(1° gennaio 2024)

___________________________________________________

Nm 6,22-27;  Sal 66 (67);  Gal 4,4-7;  Lc 2,16-21

___________________________________________________

In un inno alla Madre di Dio così canta Pavel Florenskij: “Avendo portato in seno la Parola eterna e avendoci narrato ciò che non è mai stato detto, rallegrati, o Mite, sii lieta, tu che hai rivelato la Parola. … Oh, vieni in aiuto, tu che hai accolto il Verbo divino, tu che sulla terra hai portato le fitte della speranza, tu che hai trovato vie d’uscita ai dolci singhiozzi e le hai dischiuse. … O Soave, o Soave, dacci pace! Nel cuore con abbondanti getti versa la grazia della comprensione… Rallegrati, tu che sei diventata la nostra gioia, mai stanca di frenare l’orgoglio con la mitezza. Rallegrati, Vergine, Regina dei Cieli! Sposa di Dio, per sempre casta! Rallegrati, rallegrati, prescelta da Dio, da Lui illuminata!”.

Sono versi che traducono in supplica la formula di benedizione riportata nel libro dei Numeri, di cui la Madre di Dio è interceditrice per l’umanità e che la chiesa proclama all’inizio del nuovo anno invocando la pace sul mondo. La benedizione concerne Israele, ma la liturgia, con il salmo 66, la estende a tutta l’umanità. In colui, che del Padre è lo splendore, si concentra la pienezza di benedizione. In Lui, che è nato nella pienezza dei tempi, significa che la benedizione, che lui è, copre tutti i tempi e contemporaneamente ogni genere di tempo, tutto il tempo della vita in tutte le situazioni possibili.

Il canto al vangelo proclama: “Dio ha parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio”. Allude non semplicemente al fatto che Colui, che era stato annunciato dai profeti, è venuto, ma che in Lui si compiono tutte le possibilità dei tempi.

È proprio la realtà dell’incarnazione a comportare la variabile tempo. Ogni cosa ha il suo tempo, ogni cosa ha bisogno del suo tempo. Anche la Vergine Maria ha avuto bisogno di tempo per assuefarsi all’agire di Dio. Il brano evangelico la descrive come colei che “custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”. Evidentemente perché anche per lei la realtà non svelava il suo mistero di colpo. I due verbi, custodiva e meditando significano più direttamente: teneva se stessa e queste cose insieme in cuore, facendole rimbalzare l’una sull’altra in modo da ottenerne una visione d’insieme. Sono termini che illustrano il metodo di lettura delle Scritture: una parola si illumina con un’altra parola ed il senso che ne scaturisce si riverbera nel cuore aprendo la parola al cuore e il cuore alla parola. E non se ne tralascia nessuna: tutte queste cose del testo sono sia le parole udite (dall’angelo, dai profeti, dai pastori) sia gli eventi successi; non si cerca solo quella ‘adatta’ a me, ma ci si ‘adatta’ a loro tutte, insieme. Non si preferisce un tempo (il tempo della gioia, del godimento), ma si tengono insieme tutti i tempi (anche il tempo del dubbio, dell’afflizione). Allora, poco a poco, anche al nostro cuore si svelerà quella benedizione che Dio ha posto sull’umanità e la vita torna a risplendere della presenza del nostro Dio.

La colletta, quando prega: “Padre buono, che in Maria, vergine e madre, benedetta fra tutte le donne, hai stabilito la dimora del tuo Verbo fatto uomo tra noi…”, riprende la dichiarazione di Giovanni: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14). Ma anche la promessa di Gesù ai discepoli: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23). La benedizione di Dio per l’uomo consiste proprio nel suo dimorare fra noi, in noi.

L’aspetto straordinario, sconvolgente, dell’amore di Dio per l’uomo, che però spesso nemmeno siamo più capaci di percepire, è dato dal fatto che possiamo essere accolti in quella stessa intimità di vita e di relazione che esiste tra il Padre e il Figlio nel loro amore per noi. Se però non capiamo come Cristo non antepose nulla all’amore per noi, come possiamo noi non anteporre nulla all’amore per Cristo e ritrovarci amati dal Padre, che nel suo Figlio ha posto tutta la sua compiacenza? Non l’ha posta semplicemente nel Figlio eterno, ma in quel Figlio fatto uomo, che ha preso carne, che conosce il nostro patire, che condivide le nostre aspirazioni, i nostri sentimenti. Quel Figlio è il Volto sorridente del Padre, quel Figlio è la benedizione invocata sull’umanità, quel Figlio è il nome pronunciato e posto sull’umanità perché l’uomo e Dio riconoscano la mutua appartenenza. È quello che la Vergine Maria proclama nella sua divina maternità, come le icone del Natale sottolineano. La Vergine non è rappresentata china sul proprio bambino, ma rivolta ai pastori e al mondo a proclamare che quel ‘Figlio’ è la benedizione per loro.

Il mistero della benedizione di Dio sull’uomo sta tutto qui e tutta la vita della Vergine, come il suo parto prodigioso, è lì a dimostrarlo. Come canta s. Efrem: “Benedetto Colui che ha fatto del nostro corpo una tenda per la sua invisibilità! Sia benedetto Colui che nella nostra lingua ha tradotto i suoi segreti!”. La Madre di Dio è colei che, di quei segreti, è il tabernacolo vivente. Il suo invitarci ad andare al Figlio non è che il frutto della sua compassione per noi perché viviamo anche noi degli stessi segreti. Invocarla come interceditrice di tutte le grazie significa proclamare che lei è depositaria e dispensatrice dei segreti di Dio, che lei ha conosciuto nel Figlio e di cui ci vuole partecipi con lei.

***

I TESTI DELLE LETTURE (dal “Messale Romano”):

[I testi delle letture sono tratti dal sito della Chiesa Cattolica italiana: chiesacattolica.it]

Prima Lettura  Nm 6, 22-27

Dal libro dei Numeri

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete gli Israeliti: direte loro:

Ti benedica il Signore

e ti custodisca.

Il Signore faccia risplendere per te il suo volto

e ti faccia grazia.

Il Signore rivolga a te il suo volto

e ti conceda pace”.

Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».

Salmo Responsoriale  dal Salmo 66 (67)

R. Dio abbia pietà di noi e ci benedica.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,

su di noi faccia splendere il suo volto;

perché si conosca sulla terra la tua via,

la tua salvezza fra tutte le genti. R.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,

perché tu giudichi i popoli con rettitudine,

governi le nazioni sulla terra. R.

Ti lodino i popoli, o Dio,

ti lodino i popoli tutti.

Ci benedica Dio e lo temano

tutti i confini della terra. R.

Seconda Lettura  Gal 4,4-7

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati

Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli.

E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: «Abbà! Padre!».

Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.

Vangelo  Lc 2,16-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.

Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.

I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.