Esercizi tenuti da p. Elia Citterio

Centro di spiritualità “Barbara Micarelli”

Suore Francescane Missionarie di Gesù Bambino

7-14 novembre 2017

Lavanda dei piedi. Monastero Ossios Loukas. XI secolo

[I titoli degli incontri, in arancione, sono link al file audio; i numeri dei paragrafi rimandano ai minuti del file audio]

 


8 novembre 2017

LODI

PRIMA MEDITAZIONE

0. La lettera agli Efesini. Le circostanze in cui si trova San Paolo e la via di Dio.

8. Quali sono le condizioni per il nostro cuore per poter godere dei desideri che porta.

10. 2Cor 5,21; Gal 3; 2Cor 8,9; Fil 2,6. Ogni rivelazione di Dio comporta la rivelazione del cuore dell’uomo e ogni rivelazione del cuore dell’uomo comporta la rivelazione del mistero di Dio. Questi due aspetti per noi sono scissi!

16. Sal 149. “L’assemblea dei fedeli” sono i pii, i hassidim: la comunità di coloro che in Gesù si sentono amati da Dio.

28. Il momento della preghiera è efficace in rapporto alla condizione con cui io vivo la vita, se io uso o non uso gli “strumenti del mondo”.

30. Sal 51,1. Il miserere. Hesed, nell’antichità, non è mai tradotto con amore, ma con misericordia. Pietà non vuol dire commuovere Dio alla pietà, ma poter tornare ad essere “graziosi” (belli) agli occhi di Dio, non “graziati”! E solo il riconoscimento del peccato ci rende belli.

35. La preghiera scalza lo sgabello del nostro io. Pescare la vita è prendere il significato di noi stessi a parte dalla cronaca della vita vissuta. Togliere il riferimento individualistico per partecipare all’assemblea dei fedeli.

OMELIA

SECONDA MEDITAZIONE

0. 1Tess 1,3. Le tre virtù teologali: la fede deve essere operosa. Spiegazione.

8. Alla carità è abbinata la fatica. Spiegazione.

13. Alla speranza è abbinata la fermezza. Spiegazione.

18. Quando noi ascoltiamo Gesù non siamo “tabula rasa”, ma non va fatto valere come primo riferimento. O la parola di Gesù arriva alla radice del cuore e frantuma questi nostri filtri, altrimenti prima o dopo diverrà irrilevante. Davanti alla rivelazione Gesù non ci chiede altro che restare aperti.

26. Eb 6,4: definizione di una comunità di credenti. Qui si ravvisano i tre sacramenti dell’iniziazione.

31. Le energie del mondo futuro: chi di noi vive la cronaca per aprirla all’eterno? La cronaca non l’ha cambiata neppure Gesù. Tutto è applicato secondo il successo di questo mondo, solo che noi non ce ne accorgiamo perché lo applichiamo a cose buone. La vera risposta al male non sta nel vincere il male, ma nel non subirne la violenza.

38. Sal 86: percepire il prossimo come solidale in umanità con noi. Non si tratta di “andare d’accordo” (dimensione mondana), ma di “essere in pace con”.


9 novembre 2017

LODI

PRIMA MEDITAZIONE

0. Il primo punto: qual è lo scopo della ricerca? Ammonizione 27. La circostanza che rivela la verità di questo paradigma.

6. Io chi voglio essere? Basta una prova e noi ci ritroviamo di colpo quell’essere me stesso prima (a prescindere) dell’essere discepolo di Gesù. Dove noi peschiamo il principio di identità?

11. “E questo ti sia a salvezza della tua anima”. Nessuno nasce cristiano perché tutti possano essere cristiani.

16. Ammonizione 20. La letizia è ritrovare il principio di identità compiuto. Lo scopo unico della ricerca è di poter portare a questa beatitudine.

20. Il triplice collegamento.

26. Noi capiamo il Vangelo come una fonte di buone esortazioni, ma il Vangelo non è questo.

31. Secondo punto: quale immagine di Gesù risalta dalle Ammonizioni di Francesco? In cinque Ammonizioni: 9, 11, 12, 14, 15. Peculiarità del cristianesimo.

OMELIA

SECONDA MEDITAZIONE

0. “Verba odorifera”; nella traduzione italiana è dire o ascoltare una parola fragrante. Da un lato suscita il desiderio, dall’altro sazia. Perché noi così raramente sentiamo questa fragranza?

5. Con essa (la fragranza) Dio dice la verità di sé e comunica il suo essere Dio con noi (Emanuele). Il motivo di giocondità dell’uomo risiede nell’ascolto di questa parola fragrante.

10. In che cosa la parola deve essere vera per essere buona? La parola vera deve procedere dalla coscienza di essere peccatore, altrimenti la parola buona è detta perché cerca una mercede (moneta di scambio).

18. Lc 12,13-14. E’ un tesoro essere riconosciuti nel proprio diritto, ma guai se quel tesoro vale solo per me, perché se non vale davanti a Dio la mia vita non cambia, anzi peggiora. Noi domandiamo a Dio cose impossibili per Dio: Dio no può volere il compimento delle nostre passioni. La sua risposta è alla radice delle passioni.

27. Ogni volta che vogliamo soddisfare i piccoli desideri, restiamo impediti di accedere ai grandi e il nostro cuore resta sulla sua fame. Diciamo al Signore: io voglio te (non i tuoi doni)?

30. Tolkien, “Foglia di Niggle”: la vita avrebbe potuto essere diversa, ma non migliore! Noi invece chiediamo sempre una vita diversa. Gesù non è giudice o mediatore nelle nostre faccende, mentre noi vincoliamo Dio ad esse.


10 novembre 2017

LODI

PRIMA MEDITAZIONE

0. Lc 12,8. Qui l’immagine di Gesù è di colui che risponde “pan per focaccia”. Ammonizione 18. Il principio del restituire tutti i beni. Il punto vero è riuscire a disporci in solidarietà con la fatica del fratello. Questo circolo per noi no è mai istintivo. Noi pensiamo: prima mi salvo io e poi gli altri e così facendo i nostri sforzi di perfezione giocano contro di noi. Noi siamo mondani nell’interpretare la via della perfezione.

12. Primo detto hassid sul “vedere” in grazia. Chi riconosce il figlio dell’uomo sarà riconosciuto; chi non lo riconosce non sarà riconosciuto. Chi sarà umano presso gli uomini sarà considerato divino presso Dio.

19. Secondo detto hassid: tutto il dimenticato tu ricordi dall’eternità. Se ricordiamo il bene vuol dire che non è restituito e diventa furto; se non ce ne ricordiamo se ne ricorda Dio! Vale anche per il peccato: la coscienza di essere peccatore è commisurata al fatto che non lo dici allo specchio (tra te e te), ma te lo dici con le braccia aperte di un altro. Infatti posso dire di essere perché un altro mi accoglie, altrimenti c’è lo specchio.

32. Se ci impegnassimo meno a fare il bene saremmo più buoni! E così per le ideologie.

OMELIA

SECONDA MEDITAZIONE

0. Lc 11,29ss. Il Gesù demistificatore. Noi siamo mai conquistati dalla sua parola? Come l’ascoltiamo? Noi quando preghiamo è come se dicessimo: “Signore, tu il tuo mestiere non lo sai fare bene; te lo dico io: fammi questo, questo e quest’altro”.

14. Perché ci muoviamo nella paura? In modo da pretendere la salvezza? La salvezza ci è offerta! Non l’avremo se la pretendiamo. Gli esempi dei pagani sono fatti per dire: chi si lascia toccare dalla preziosità della mia parola questa agisce e allarga il cuore.

16. Ammonizioni 11 e 12. Sulla pretesa della salvezza. Nelle parabole del figliol prodigo e dei vignaioli omicidi l’eredità appartiene già al fratello maggiore e ai vignaioli!

27. Il peccato del fratello è l’occasione per: 1) conoscere la nostra anima? 2) Far valere quella carità che abbiamo ricevuto da Dio? 3) Imparare a vivere uno spazio di libertà e di comunione? Senza il peccato del fratello queste cose non le vediamo.

33. Gesù dice che è venuto a portare la divisione o la spada. Quella di Gesù non è mai una visione irenica. La battaglia è necessaria. Lc 12,49. Non potremmo leggere gli affetti familiari nell’ottica della nostalgia di Dio?

40. Nessuno si deve appropriare né del bene che fa, né della capacità di farlo. Fare il bene restando di carne è questo che Gesù vuol sottolineare nell’elogio ai pagani.


11 novembre 2017

PRIMA MEDITAZIONE

0. Lc 11,27-28. Elogio di un’ascoltatrice estasiata. L’intervento di Gesù è volto a far entrare l’ascoltatore nella dimensione più profonda di quello che dice.

4. La beatitudine (viene dal godere un rapporto non dall’aver fatto una cosa). Gv 5: “Giudico secondo quello che ascolto”. La sua parola è l’eco di un colloquio eterno nel suo amore per gli uomini. Il significato di “ascoltare la parola” (non è uno sforzo di metterla in pratica). Beato chi nella parola che Gesù dice ascolta questa intimità (Sua con il Padre).

9. Gv 8,55: “osservo la sua parola” = la mia vita (di Gesù) è la traduzione del suo amore (del Padre) per noi (uomini).

12. Gv 8,43. Descrizione del circolo virtuoso sull’ascolto della parola.

18. Es 24,7. “Lo eseguiremo e lo comprenderemo” perché il comandamento è una promessa, quindi solo quando siamo nella disponibilità di mettere in pratica la parola, ne avremo intelligenza godendone col cuore. Le parole vanno godute all’interno di un rapporto!

29. Il cuore desidera godere quello che fa e il godere è legato al vedere. Il fare è in funzione del vedere; è ciò che permette di vedere colui che noi amiamo e che ci ama.

33. Isacco il Siro. Segnali negativi e positivi.

OMELIA

SECONDA MEDITAZIONE

0. Gesù sa come funzioniamo; noi non lo sappiamo, lo sa perché noi siamo chiamati alla gloria di un amore che ci definisce nella nostra struttura quanto all’agire e che ci orienta quanto al desiderio perché tutto parli dell’amore di Dio. Le parole che ascoltiamo hanno a che fare sia con l’amore di Dio sia con il nostro cuore che le riconosce. Il collegamento tra le due è garantito dall’umanità di Gesù. Perciò ascoltare e osservare le sue parole sono le coordinate di una libertà.

5. Talmud. Trovarsi nel momento in cui le parole di Dio sono risuonate per la prima volta; tutte le volte successive sono la riproposizione della prima volta. L’ascoltiamo nel fuoco?

15. Lc 12,33 ss. L’immagine di Dio che serve la sua creatura. Riusciamo mai a percepire il servizio di Dio per le sue creature? Gesù si presenta non solo come servo, ma schiavo ed anzi schiavo dello schiavo. Leggiamo gli eventi della vita come servizio che Dio fa a noi?

25. L’immagine di Dio servo delle sue creature è esclusiva del cristianesimo. Il servizio di Dio per le sue creature è illustrato proprio da Dio che si fa uomo. Dante, nell’ultimo canto del Paradiso, al centro della Trinità vede il volto umano di Gesù che rivelerà anche a noi il nostro volto. Ed è esclusivo dell’esperienza cristiana.

34. Rm 5,20-21. Il surplus che salva. Senza surplus di umanità anche l’umanità che si crede di avere si perde. Questo viene prima e a prescindere dai nostri peccati! Quello che Gesù fa vedere di sé nell’essere servo degli uomini durerà per l’eternità. Il Paradiso sarà questo.


12 novembre 2017

LODI

PRIMA MEDITAZIONE

0. Lc 11,21 ss. Siamo sicuri di non fraintendere Gesù, se già lo facevano i farisei? Mc 2: il paralitico calato dal tetto collegato alla parabola della zizzania e a Sap 12: La forza di Dio che è la mitezza.

19. Dio non toglie di mezzo i malvagi, non solo perché sono oggetto della sua pazienza, ma perché i giusti possano rivelare ai malvagi la forza di Dio. Il giudizio è solo di Dio. La Chiesa mentre professa la verità dell’inferno non può dire che uno è già condannato all’inferno.

23. All’uomo giusto il malvagio non interessa per il giudizio, ma per la segreta provvidenza che comporta. Essere liberati dal male non vuol dire mai vincere il fratello o vincere sul fratello, anche se mettiamo una causa nobile.

32. Gv 9,35. Qualsiasi favore che riceviamo nella vita non è per rincalluzzirci, ma per aprirci alla fede in colui che ci ha dato quel favore.

OMELIA

SECONDA MEDITAZIONE

0. Ammonizione 24. Amare in latino è “amare” e “diligere”. Francesco usa sempre diligere in riferimento ai fratelli difficili: nemici e peccatori. Il malato è da diligere perché è l’occasione per vedere da quali sentimenti sono mosso (la gratuità o la falsità con cui si segue il Signore). La sincerità del cuore si gioca effettivamente nelle relazioni.

12. Lc 10,25-37. Domanda per sapere (fasulla) e domanda per fare.

20. Se la giustizia delle opere non tocca la natura della relazione con Dio rimaniamo insoddisfatti. Il comandamento è proposto non per l’esecuzione materiale che le opere comportano, ma per la partecipazione alla santità di Dio che è partecipazione dei suoi sentimenti (cfr. parabola figliol prodigo).

30. Fare da prossimo a chi è debole, fragile, ecc. toglie i “confini”, consente di sentire con Dio. Il frutto c’è se la fatica che io compio è in ragione di condividere i sentimenti di Dio.

36. Da quale radice procede la vita. Questa visione è molto più liberante (es. del bambino che deve imparare a camminare).


13 novembre 2017

LODI

PRIMA MEDITAZIONE

0. Qual è il timbro del porsi di Gesù, tenendo conto delle reazioni che aveva suscitato. Mt 22,16  presenta Gesù come uomo sovrano: “maestro sappiamo che sei veritiero…”. Gesù però presenta un’altra immagine: non rivendica nulla da parte sua, ma tutto è riferito a Dio in quello che ha da annunciare. Il timbro è dato da questa mitezza.

11. Mitezza e umiltà: coordinate concrete del vivere in libertà. La mitezza è in ragione dell’intimità che gode col Padre nel riferimento di amore verso di noi. Il punto di collegamento tra le due immagini è (dal punto di vista della sua vita) questa intimità e libertà (dal punto di vista della sua umanità).

18. I tre doni che Gesù dice che nessuno li potrà togliere se dati da lui: pace, gioia e libertà. Quando li perdiamo vuol dire che non venivano dal Signore. La vita è drammatica: Gesù per mostrare la sua pace è stato messo in croce. Questo segnala proprio che è un dono da accogliere, non è da conquistare. E’ sempre detto che darai la pace, non che l’altro ti darà la sua.

23. Dove sta la difficoltà per noi? La vera difficoltà di fondo è che vogliamo essere proprietari della nostra vita, mentre Francesco dice: “Sine nullo proprio”. Vuol dire che non cerchi più la gloria presso nessuno.

29. Le ferite vanno lette all’incontrario: le proprie ferite non vanno coperte, bisogna entrarci e attraverso le ferite (lo stare male) si capisce cos’è veramente prezioso per il nostro cuore. La fiducia non è la precondizione ma il frutto della fede.

35. Dicono i Padri: non temete il male, il peccato, il diavolo, temete l’effetto velenoso del peccato e del male che è quello di chiudervi nella tristezza, ma la tristezza è solitudine e la solitudine è non permettere più che qualcosa di grande possa toccare noi piccoli e rivelare che siamo fatti per una cosa grande.

37. Differenza tra sogno (serbatoio di energie) e progetto.

OMELIA

SECONDA MEDITAZIONE

0. Dieci suggerimenti per camminare nella via di Dio: tre da un bambino e sette da un ladro.

4. Lc 11,5-13. Sulla preghiera: se non si domanda lo Spirito non si ottiene nulla.

9. Non ricevi quello che chiedi perché Dio dà i suoi doni gratuitamente, ma non li dà a caso. Cioè: le cose vengono date, ma solo perché si cerca.

21. Alla fine noi abbiamo paura che se l’altro non ci ascolta noi non valiamo e non valendo è come se noi disprezziamo quella vita che abbiamo ricevuto da Dio e non la possiamo più vivere per il verso giusto (quello della grazia). La vita però non viaggia nella grazia quando le cose vanno bene! Per questo motivo la preghiera è una cosa complicatissima, ma d’altra parte è il respiro stesso della vita. La preghiera – come dicevano i Padri – è la cosa più difficile da portare.

26. La fede è quella possibilità che il cuore dà a Dio di intervenire nella sua potenza a portare la vita proprio là dove noi viviamo il dramma.

37. Nessuno legge la tentazione come una circostanza di grazia, perché siamo così occupati dalla nostra immagine che non riusciamo a cogliere la via di Dio per noi. Siamo strutturati sullo Spirito ma occupati da tanto altro!

42. L’indisponibilità alla fede.

46. Se noi non consideriamo Dio potente nel perdonarci, dunque salvarci, questo è il peccato contro lo Spirito.

57. L’incontro di Dio con noi non va cercato nella preghiera. La preghiera ci dispone a quell’incontro che Gesù il Signore stabilisce nella nostra vita. Non esiste possibilità di preghiera senza obbedienza alla vita. Preghiera del mangiare e preghiera del respirare.

60. Bisogna imparare a pregare oltre la nostra sensibilità.


14 novembre 2017

OMELIA