XXIII Domenica T.O.

Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo Ordinario – XXIII Domenica (8 settembre 2024)

Rispetto al mistero di Dio e della vita siamo come sordomuti: non sappiamo ascoltare né parlare ‘bene’. Potremmo chiederci: di quale parola abbiamo bisogno? Nelle preghiere quaresimali, ad es. quella di s. Efrem, domandiamo di venir liberati dalla parola vana, dalla parola vuota. La prima preghiera che la Chiesa fa pronunciare ogni mattina, al sorgere del sole, ripresa dal salmo 50, v. 17, proclama: “Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode”. Ed è significativo che la lode sia contrapposta al sacrificio nel senso che il Signore non vuole il sacrificio, ma la lode di un cuore contrito che torna al suo Signore, pentito e desideroso della sua comunione. Nei riti battesimali dell’apertura e della rinuncia a satana, quando, la vigilia del battesimo, al candidato venivano toccati orecchi e bocca perché diventassero capaci di ascoltare e parlare dei misteri di Dio, la Chiesa si riferisce ai battezzandi come a bambini piccoli che imparano a parlare. E quale parola si suggerisce loro di dire? “Padre nostro” e non: ‘padre mio’, rinunciando così ad ogni dipendenza nei confronti di qualsiasi altro padre terreno e carnale, cioè al diavolo.