Corpus Domini

Anno liturgico B (2023-2024) – Solennità e feste – Corpus Domini – (2 giugno 2024)

Tre sono i verbi significativi che ricorrono nei prefazi: “… a te per primo si offrì vittima di salvezza”, “in questo grande mistero tu nutri e santifichi”. “Si offrì” vuol dire ‘non si tirò indietro’, ‘non preferì nulla all’amore che lo consumava dentro’, ‘svelò tutta la sua passione d’amore per gli uomini, in tutta intimità con il Padre’. In quell’offrirsi non è accentuato tanto la natura riparatrice del suo sacrificio quanto lo splendore dell’amore del Padre, che tanto ha amato gli uomini da dare quel suo Figlio unigenito, su cui era posto tutto il suo compiacimento. Il nutrire (il suo Corpo si fa pane di vita, il suo Sangue bevanda di salvezza) allude al fatto che comunica la forza del suo amore che risana e vivifica, rendendoci capaci di percorrere la via per il Regno. Il santificare allude alla potenza di trasfigurazione dello Spirito, che ci fa vivere in Cristo e di Cristo fino a che tutto di noi parli di Lui.

SS. Trinità

Anno liturgico B (2023-2024) – Solennità e feste – SS. Trinità – (26 maggio 2024)

Non bisogna dimenticare che l’invocazione del Padre come Abbà, così tipica della preghiera di Gesù al Padre, sulle labbra di Gesù compare solo nella sua preghiera al Getsemani (Mc 14,36), cioè nel momento più angoscioso della sua vita terrena. Le altre due volte, nel Nuovo Testamento, che compare quell’appellativo, è messo sulle labbra dei credenti come proferito dallo Spirito Santo nei nostri cuori: “Voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: Abbà! Padre!” (Rm 8,15); “Che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre!” (Gal 4,6). Non posso non pensare che la circostanza nella quale quell’invocazione sgorgherà più potente sarà quella nella quale la prova opprimerà. L’intimità sta insieme all’angoscia perché così è stato per Gesù e così sarà per la nostra umanità, chiamata alla mensa dell’amore di Dio, insieme a tutti i fratelli.

La preghiera

Volti e parole dei padri del deserto romeno

Padre Balan intervista Padre Cleopa (pp. 70-83)

Pentecoste

Anno liturgico B (2023-2024) – Solennità e feste – Pentecoste – (19 maggio 2024)

La gloria è lo splendore dell’amore e il tempio, per cui si invoca l’abitazione dell’amore, è il cuore. Quando s. Paolo, nella seconda lettura della liturgia di oggi, presenta una umanità agita dallo Spirito nella lotta contro la carne, ne elenca i frutti e così possiamo interpretare: i primi tre (amore-gioia-pace) riguardano il rimanere in Cristo; i secondi tre (magnanimità-benevolenza-bontà) costituiscono le radici di luminosità del cuore in Cristo; gli ultimi tre (fedeltà-mitezza-vigilanza) tengono il vissuto aperto alla grazia che godiamo stando uniti a Gesù. Quei frutti realizzano la promessa di Gesù riguardo allo Spirito Santo nella sua duplice azione di memoria e di testimonianza: “Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà” (Gv 16,13-14).