Settimo ciclo
Anno liturgico C (2021-2022)
Tempo di Natale
Natale del Signore
(25 dicembre 2021)
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Messa della notte: Is 9,1-6; Sal 95 (96); Tt 2,11-14; Lc 2,1-14
Messa dell’aurora: Is 62,11-12; Sal 96 (97); Tt 3,4-7; Lc 2,15-20
Messa del giorno: Is 52,7-10; Sal 97 (98); Eb 1,1-6; Gv 1,11-18
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L’annuncio solenne, nella memoria dell’apostolo, con la sua acutezza di sguardo e la commozione del cuore, risuona: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria” (Gv 1,14). Ecco, quell’annuncio comincia a prendere visibilità a Betlemme e la liturgia natalizia, con i suoi tre formulari della messa nella notte, all’aurora e di giorno, ne illustra il mistero nella luce di tre sguardi: lo sguardo del profeta, lo sguardo del discepolo e lo sguardo dei testimoni oculari.
Anzitutto lo sguardo del profeta, quello di Isaia. Il suo sguardo potente si affissa sulla promessa di Dio e sulla visione di consolazione per il popolo. Se la promessa riguarda un bambino che deve nascere: “un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio”, l’immagine di fondo dei brani è invece un’immagine nuziale, che possiamo riassumere nell’espressione: “Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma sarai chiamata Mia Gioia e la tua terra Sposata, perché il Signore troverà in te la sua delizia e la tua terra avrà uno sposo”. Dio è lo sposo che gioisce della sua sposa, la quale passa da una percezione di angosciosa solitudine, di abbandonata e sola, all’emozione di essere svelata a se stessa in una dolcezza di riposo che la fa sentire abitata, mio compiacimento e sposata (forse, meglio: abitata in dolcezza). La percezione di quella nuova realtà, di cui è indegna, ma di cui gode nell’intimo, grata e consegnata, costituisce il contenuto del nome nuovo con la quale è chiamata. È la situazione dell’umanità dopo la nascita di quel Bambino che è nato per svelare quanto è grande l’amore di Dio per l’uomo e come l’uomo possa accogliere e vivere questo amore nella sua storia.
Poi c’è lo sguardo del discepolo, di Paolo, che nella sua lettera a Tito riassume la rivelazione del natale di Gesù con le espressioni: “è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini”, “quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini”. Con la nascita di Gesù, con il Figlio di Dio fatto uomo, questa ‘apparizione’ è diventata visibile, toccabile. Potremmo intendere: proprio la vita umana di Gesù rivela la bellezza di Dio; proprio la pratica di umanità conforme alla volontà di Dio, in Gesù, racconta la salvezza e il progetto di Dio su tutta l’umanità.
Infine, c’è lo sguardo dei testimoni oculari: la Vergine, gli angeli, i pastori. Gesù nasce povero, in condizioni disagiate e senza riconoscimenti, nonostante la potenza delle immagini messianiche che lo preannunciavano. La Vergine, sua madre, però, non gli ha fatto mancare la grazia dell’umanità, quell’umanità che poi lui, da grande, svelerà in tutta la sua portata divina nel suo passaggio pasquale. Gli angeli svelano tutta la preferenza di Dio per l’umanità e la loro gioia deriva dalla condivisione di questo segreto della creazione con il loro Dio. I pastori rappresentano l’umanità che non possiede titoli di gloria o di merito. Sentiamo l’emozione dei loro cuori, che passa ai loro piedi e riempie i loro occhi: quando ritornano ai loro greggi a riprendere la vita di sempre hanno la sensazione che la vita non può essere come quella di prima. Lo intuiamo dalla gioia della condivisione con altri di quanto hanno sperimentato.
Da ultimo, come a sigillo, ecco lo sguardo dell’apostolo Giovanni. Guarda alla storia da dentro una profondità inattingibile, la stessa vita divina intratrinitaria. La particolarità però è che quella vita a noi appare nell’umanità di quel Bambino, perché la luce del Natale rimanda alla Pasqua, come un poema natalizio di s. Efrem canta: “Gloria al Nascosto che non potrebbe essere intravisto con l’intelligenza, ma che si è reso palpabile nella sua bontà tramite la sua umanità! La natura che non fu mai toccata, per le mani fu legata e appesa, per i piedi fu fissata e crocifissa: come a lui è piaciuto, ha preso corpo perché lo si potesse prendere”. Proprio a questo, con tutta la potenza di rivelazione che comporta quanto all’amore di Dio per l’uomo, vanno riferite le parole dell’apostolo Giovanni: “Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia”. È la luce di tale splendore, fonte della nostra dignità, che rifulge nel Natale. La luce, la gioia, la pace, che caratterizzano il clima della festività natalizia tanto da indurre pressoché tutti a riversarle nelle case, nelle strade, nelle città, hanno a che fare proprio con quel Figlio, nato bambino, che vuol condividere all’uomo il segreto di Dio.
S. Efrem descrive stupendamente lo stupore che assale il cuore: “Quanto sei audace, o bimbo, che a tutti ti concedi. A chiunque ti viene incontro tu sorridi e di chiunque ti guarda tu hai desiderio. È come se il tuo amore avesse fame degli uomini. Non fai distinzione tra i tuoi parenti e gli estranei, tra tua madre e le serve, tra colei che ti ha allattato e le donne impure. È questa la tua audacia o il tuo amore, o tu che tutti ami?”. La liturgia bizantina gli fa eco con espressioni mirabili invitandoci però prima ad elevarci: “Eleviamoci divinamente per contemplare la divina discesa dall’alto a Betlemme, verso di noi, visibilmente” e proclama: “Gloria alla tua condiscendenza, o solo amico degli uomini”; “La tua nascita, o Cristo nostro Dio, ha fatto sorgere per il mondo la luce della conoscenza”. È il calore luminoso che si sprigiona dall’amore finalmente conosciuto nella sua concretezza (Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio unigenito) che ti tocca nella forma più accattivante e, nello stesso tempo povera, di un piccolo bambino. Sempre s. Efrem canta: “Sia benedetto Colui che ha fatto del nostro corpo una tenda per la sua Invisibilità! Sia benedetto Colui che nella nostra lingua ha tradotto i suoi segreti!”.
Se l’amore che ha originato il dono di quel Bambino è intravisto dai cuori, allora si possono risanare le ferite della storia, si è abilitati a costruire un altro tipo di storia, si è raggiunti così nel profondo da non volere altro per sé e per tutti. É l’esperienza che farà dire all’apostolo: se Dio ci ha dato il suo Figlio unigenito, come non ci darà anche tutti gli altri beni? Come a dire: in lui potremo trovare tutti i beni ai quali anela il nostro cuore. É il perenne annuncio profetico al mondo dei credenti in Cristo.
Buon Natale a tutti!
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I TESTI DELLE LETTURE (dal “Messale Romano”):
[I testi delle letture sono tratti dal sito della Chiesa Cattolica italiana: chiesacattolica.it]
MESSA DELLA NOTTE
Prima Lettura Is 9,1-6
Dal libro del profeta Isaia
Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Màdian.
Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 95
Oggi è nato per noi il Salvatore.
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.
Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.
Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.
Seconda Lettura Tt 2,11-14
Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito
Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
Vangelo Lc 2,1-14
Dal vangelo secondo Luca
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
MESSA DELL’AURORA
Prima Lettura Is 62,11-12
Dal libro del profeta Isaia
Ecco ciò che il Signore fa sentire
all’estremità della terra:
«Dite alla figlia di Sion:
Ecco, arriva il tuo salvatore;
ecco, egli ha con sé il premio
e la sua ricompensa lo precede.
Li chiameranno Popolo santo,
Redenti del Signore.
E tu sarai chiamata Ricercata,
Città non abbandonata».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 96
Oggi la luce risplende su di noi.
Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Annunciano i cieli la sua giustizia
e tutti i popoli vedono la sua gloria.
Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.
Seconda Lettura Tt 3,4-7
Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito
Figlio mio,
quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,
e il suo amore per gli uomini,
egli ci ha salvati,
non per opere giuste da noi compiute,
ma per la sua misericordia,
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
che Dio ha effuso su di noi in abbondanza
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,
affinché, giustificati per la sua grazia,
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.
Vangelo Lc 2,15-20
Dal vangelo secondo Luca
Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
MESSA DEL GIORNO
Prima Lettura Is 52,7-10
Dal libro del profeta Isaia
Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».
Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce,
insieme esultano,
poiché vedono con gli occhi
il ritorno del Signore a Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio
davanti a tutte le nazioni;
tutti i confini della terra vedranno
la salvezza del nostro Dio.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 97
Tutta la terra ha veduto la salvezza del nostro Dio.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!
Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.
Seconda Lettura Eb 1,1-6
Dalla lettera agli Ebrei
Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.
Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»? e ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio».
Vangelo Gv 1,1-18
Dal vangelo secondo Giovanni
[In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.]
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
[Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità. ]
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.