Settimo ciclo
Anno liturgico A (2019-2020)
Solennità e feste
Tutti i Santi
(1° novembre 2020)
___________________________________________________
Ap 7,2-4.9-14; Sal 23; 1Gv 3,1-3; Mt 5,1-12a
___________________________________________________
La Chiesa mostra la forza di speranza che l’abita nella visione dei beati attorno all’Agnello. È lui ad attirare gli sguardi degli uomini che possono ormai contemplare la santità di Dio, che è splendore di amore immolato. Il mondo è uscito dall’amore di Dio, di esso è intessuto e percorso, di esso parla, ma quanta tenebra ce ne impediva la visione! Ora tutto è nella luce, tutto splende in verità.
È caratteristico che la visione dei santi descritta dall’Apocalisse sia commentata dal salmo 23 (24). La liturgia sfrutta solo la prima parte del salmo, quella in cui la santità è descritta come vittoria sulla menzogna, come innocenza di mani e di cuori. Ma il salmo continua con l’intronizzazione del re che entra glorioso per regnare. I Padri si servono di questo salmo per illustrare il mistero dell’ascensione di Gesù e s. Ambrogio, che ha un commento straordinario a questo salmo, conclude con l’osservazione: “Non aveva perso nulla ad annientarsi”. Il Figlio di Dio, che aveva lasciato la sua gloria divina per assumere la figura di servo, che si era consegnato alla morte di croce, ora, portando la croce come vessillo di gloria, rientra nel cielo in compagnia di tutti i salvati. Non si può immaginare altra acclamazione da parte degli angeli e dei beati se non quella riportata dall’Apocalisse: la salvezza appartiene a Dio e all’Agnello! Che, tradotta, significa: ora sappiamo, angeli e uomini, quanto è grande l’amore di Dio per i suoi figli che splende su tutto e tutto ingloba nel suo splendore e noi rendiamo lode a Lui che tanto ci ha amati!
Il passo della lettera di Giovanni illustra invece il processo che porta a godere della santità di Dio dicendo: “Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro” perché finalmente lo possiamo vedere così come egli è (1Gv 3,2-3). E come è Dio in se stesso? Tutto Amore, totalmente Amore. Purificarsi significa permettere al nostro cuore di riscoprirsi come la dimora di Dio, in trasparenza di agire e sentire, quando tutto parla ed esprime quell’amore che ci ha fatti e ci ha riempiti. La vittoria sulla menzogna è essenzialmente la vittoria dell’amore che si fa radice di vita in assoluto. E se l’amore, che si descrive nel suo splendore, è dell’Agnello, vuol dire che non può che essere un amore immolato. Vale a dire, un amore capace di sacrificare tutto il resto purché esso risplenda.
Il brano di vangelo, a sua volta, collega la santità all’innocenza nel condividere la gioia di Dio di abitare con noi, in noi. Le beatitudini sono le vie perché torni a splendere l’innocenza dei cuori nella condivisione dell’amore di Dio con tutti. Con le beatitudini il cuore scopre di essere la dimora di Dio, il cielo dove Dio abita, dove l’uomo può lodarlo e cogliere il senso del mondo, perché Dio è scoperto come Padre e noi suoi figli.
Ora, chi sono i figli di Dio? Sono coloro che lo Spirito di Dio guida – risponde tutta la tradizione della chiesa. Le beatitudini evangeliche sono le vie che lo Spirito di Dio fa percorrere per essere trovati in quel Figlio, che è la rivelazione dell’amore di Dio per gli uomini. E potremmo commentare:
beati i poveri: beati coloro che non fanno consistere la loro ricchezza che nell’essere figli di Dio, che non hanno nulla di più caro al mondo se non quel Figlio che ha loro manifestato l’amore grande di Dio per l’umanità;
beati gli afflitti: beati coloro che non hanno lacrime più amare di quelle versate quando dovessero allontanarsi dall’agire come figli di Dio e, pentiti, ritornano al loro Signore, ritrovando la consolazione della solidarietà con Dio e con gli uomini;
beati i miti: beati coloro che con pazienza sopporteranno ogni prova per non venir meno al loro essere ed agire come figli di Dio, fino a che la terra del loro cuore splenda della presenza del loro Signore;
beati quelli che hanno fame e sete della giustizia: beati coloro il cui unico tormento è quello di perseverare nella fedeltà all’essere figli di Dio, fin tanto che il volto di Dio si manifesti al loro cuore e li consoli;
beati i misericordiosi: beati coloro che, avendo sperimentato quanto è grande l’amore di Dio che li ha resi figli suoi, per sua sola misericordia, saranno capaci di estendere a tutti la possibilità di tale esperienza aprendo il loro cuore al perdono;
beati i puri di cuore: beati coloro che avranno sperimentato la luce dell’amore di Dio in modo da collocare i loro cuori nella luce e poter vedere tutto in questa luce;
beati gli operatori di pace: beati coloro che, come figli di Dio, vivono nella dinamica dell’amore di Dio per gli uomini che vuole tutti riconciliati; beati coloro che non hanno altro scopo se non di perseguire la pace con tutti ottenutaci dal Figlio di Dio;
beati i perseguitati per causa della giustizia: è l’ottava beatitudine, quella che ingloba le altre nel senso che di tutte rappresenta la condizione suprema: qualsiasi cosa abbiate a soffrire, non vi turbi e non vi distolga dalla volontà di vivere da figli di Dio, fiduciosi nella promessa del Signore, nella sua parola che è potente, cioè capace di far vivere quello che promette.
È d’altronde assai significativo che l’antifona alla comunione, riprendendo la serie delle otto beatitudini proclamate nel vangelo, le riduca a tre nel mostrare la vittoria sulla menzogna: puri di cuore, operatori di pace, perseguitati a causa della giustizia. La purità di cuore capace di vedere Dio è quella che scaturisce dall’esperienza della compassione, della misericordia, così tipica della santità di un cuore che consola e conforta, che accoglie in benevolenza e solidarietà, che rimanda a tutti quello che lui stesso riceve, cioè il perdono rigenerante del suo Signore, che viene così conosciuto come il Salvatore, come l’Amore che ti sottrae all’abisso. La purità però, intrisa di gioia, è solo quella che si traduce in un agire che porta pace a tutti, che rende capaci i cuori di pace, che si fa dono di pace, capace di far grazia di sé come il Figlio di Dio che fa dono di sé perché l’amore di Dio risplenda. E la pace donata è a prova di persecuzione, perché niente è più caro al cuore di colui che gli ha restituito la dignità di uomo e di figlio di Dio. L’amore a prova di persecuzione procede dal fatto di sentire la mia dignità sullo stesso piano della dignità di tutti. Dire che di questi è il regno di Dio significa proclamare che il cuore dell’uomo non può saziarsi che della verità di quell’amore che giunge sanante e potente, sebbene ora si sia sempre nell’occasione di perderlo di vista, di impedirci di goderlo, di impedire agli altri di farne esperienza. Eppure, così proclama tutta la liturgia di oggi, quella verità è la verità del mondo come dei cuori. È la verità di felicità per il cuore dell’uomo, che intravede nelle beatitudini evangeliche le coordinate precise per non fallirla.
***
I TESTI DELLE LETTURE (dal “Messale Romano”):
[I testi delle letture sono protetti dal © Libreria Editrice Vaticana e ne è vietata la riproduzione, anche parziale e con qualsiasi mezzo]
Prima Lettura Ap 7,2-4.9-14
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio».
E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele.
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».
E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».
Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello».
Salmo Responsoriale dal Salmo 23
Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore.
Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.
Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.
Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.
Seconda Lettura 1 Gv 3,1-3
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.
Vangelo Mt 5,1-12a
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».