Sesto ciclo
Anno liturgico B (2017-2018)
Solennità e feste
Natività di San Giovanni Battista
(24 giugno 2018)
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Is 49, 1-6; Sal 138; At 13, 22-26; Lc 1, 57-66. 80
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Giovanni Battista è l’unico santo di cui la Chiesa festeggia, come per Gesù e la Vergine Maria, la nascita in questo mondo. La festa dei santi commemora il giorno della loro ‘nascita’ al cielo ossia il giorno della morte. Invece, per il Battista, nella tradizione si danno addirittura tre feste: la festa della sua concezione (23 settembre), la nascita (24 giugno), il martirio o la decollazione (29 agosto). Evidentemente la Chiesa riconosce qualcosa di assolutamente speciale nella figura del Battista, il Precursore, Colui che indica ormai venuto tra gli uomini il Salvatore.
Se consideriamo l’iconostasi nelle chiese di rito bizantino troviamo il Signore Gesù al centro, mentre alla sua destra è rappresentata la Vergine e alla sua sinistra Giovanni Battista, prima degli angeli Michele e Gabriele e degli apostoli Pietro e Paolo. Perché? Spiegano i Padri che il nome Giovanni significa ‘il Signore fa grazia’: indica il dono fatto ai genitori con questa nascita; il dono dello Spirito che riempie Giovanni fin dal seno della madre; il dono accordato ai figli di Israele di essere ricondotti al Signore loro Dio tramite la sua predicazione; il dono della grazia fatto al mondo intero tenendo conto che in Giovanni usciamo dal cerchio della semplice discendenza carnale di Abramo ed entriamo in quello che la Promessa aveva di universale: “e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra” (Gen 12,3). Il nome di Giovanni allude a tutta la grazia dell’economia del Vangelo che lui avrebbe annunciato, indicando la presenza nel mondo dell’Agnello, del Figlio di Dio, per il quale fu donata al mondo questa grazia, come richiama l’evangelista Giovanni nel prologo del suo vangelo.
La definizione più espressiva del mistero della sua nascita l’ascoltiamo dalla bocca di suo padre, Zaccaria, il quale, sciolto dai vincoli che l’avevano imprigionato per la sua incredulità all’annuncio dell’angelo, proclama a gran voce: “E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto” (Lc 1,76-78). ‘Dare al popolo la conoscenza della salvezza’: non si tratta solo di ‘far sapere’ che il Salvatore è venuto, che Dio ha fatto visita al suo popolo. La conoscenza di Dio non si risolve semplicemente nella conoscenza di certi eventi, ma nella conoscenza del senso della nostra storia con Dio, della nostra vita e delle nostre persone. Si tratta di una conoscenza che ‘impegna’ la vita come risposta alla rivelazione di senso del nostro destino in una storia più grande di noi. La straordinaria ‘potenza’ di questa conoscenza si vede dalla vita stessa del Battista, che però non viene narrata dai vangeli ma che noi vediamo riassumersi nella forza trascinante della sua predicazione potente: ‘il regno dei cieli è vicino, convertitevi!’. La sua persona stessa si era fatta eco vivente di quella ‘Parola fatta carne’ di cui si era rallegrato fin nel seno materno quando Maria, che portava in grembo Gesù, saluta sua mamma. Nel deserto, quando predica, lui è la voce, ma la Parola è un altro. E la grandezza di Giovanni, elogiata da Gesù, sarà proprio quella di dar voce alla Parola, di prestare la lampada alla Luce.
E Gesù, quando Giovanni si avvede che non si muove come lui si sarebbe aspettato e gli manda a dire se si deve aspettare qualcun altro, pone la firma in calce alla vita ed alla persona del Battista con l’affermazione ‘beato chi non si scandalizza di me’. Effettivamente, conferma Gesù, Giovanni Battista è il più grande fra i nati di donna. Nell’ordine della grandezza della rivelazione di Dio, il Battista non è più solo un profeta, il cui compito è quello di annunciare. Lui è più che un profeta perché ha indicato presente fra gli uomini Colui di cui tutti gli altri profeti avevano annunciato il mistero e la venuta. Ma Colui che doveva mostrare l’estensione e la profondità di tale mistero è Gesù, il più piccolo nel Regno dei Cieli, che risulta più grande di Giovanni Battista. Gesù, l’Inviato, Colui che “pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio ...” (Fil 2,6-8), proprio per la sua ‘piccolezza’ ha mostrato tutta la grandezza dell’amore di Dio per l’uomo facendone vedere il suo vero Volto. Ma il Volto di Dio lo vedono coloro che non si scandalizzano della sua ‘piccolezza’ quando, ormai sfigurato sulla croce, allorché nemmeno d’uomo aveva più l’aspetto, accolgono tutto il mistero di Dio nel suo amore agli uomini, vedono cioè la sua scelta di essere Dio per gli uomini, non di sembrarlo soltanto. Ilario di Poitiers così commenta: “Il Signore manifesta tutta la gloria di Giovanni dicendo che lui era più che un profeta perché a lui solo fu permesso sia di annunciare che di vedere il Cristo. E come si può pensare che non conoscesse il Cristo uno che è stato inviato con la potenza di un angelo a preparare la sua venuta e che tra i nati da donna è il più grande profeta che sia mai sorto? Però con questa eccezione che colui che è più piccolo di lui e cioè colui che viene interrogato, al quale non si crede, al quale neppure le sue opere danno credito, questi è più grande nel regno dei cieli” (Commento al vangelo di Matteo, 11,6).
Quando l’evangelista Giovanni, nel suo prologo, risale alla storia eterna dell’amore di Dio per gli uomini: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio…”, per arrivare ad annunciare: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Gv 1,1.14), il Battista è il primo testimone di quella gloria che via via apparirà anche agli apostoli, a tutti i discepoli e ai seguaci loro, fino a noi, fino alla fine del mondo. La sua testimonianza è ancora tesa a dissipare le incertezze, i dubbi: ‘io non sono…’. Il Battista non è né il Messia né Elia né il Profeta. Condivide con la gente l’attesa del Messia, senza poter specificare oltre, ma avrà la capacità profetica di riconoscerlo presente nel mondo. Toccherà allo stesso Messia dire, poi, chi sia, mostrarsi nel suo mistero; sarà Lui ad amministrare appunto il battesimo in Spirito, mentre il Battista, con il suo battesimo di acqua, ne prepara solamente la manifestazione. Ma è esattamente il suo titolo di grandezza, per il quale la Chiesa lo celebra al di sopra degli angeli e dei santi.
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I TESTI DELLE LETTURE (dal “Messale Romano”):
[I testi delle letture sono protetti dal © Libreria Editrice Vaticana e ne è vietata la riproduzione, anche parziale e con qualsiasi mezzo]
Prima Lettura Is 49,1-6
Dal libro del profeta Isaìa
Ascoltatemi, o isole,
udite attentamente, nazioni lontane;
il Signore dal seno materno mi ha chiamato,
fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome.
Ha reso la mia bocca come spada affilata,
mi ha nascosto all’ombra della sua mano,
mi ha reso freccia appuntita,
mi ha riposto nella sua faretra.
Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele,
sul quale manifesterò la mia gloria».
Io ho risposto: «Invano ho faticato,
per nulla e invano ho consumato le mie forze.
Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore,
la mia ricompensa presso il mio Dio».
Ora ha parlato il Signore,
che mi ha plasmato suo servo dal seno materno
per ricondurre a lui Giacobbe
e a lui riunire Israele
– poiché ero stato onorato dal Signore
e Dio era stato la mia forza –
e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo
per restaurare le tribù di Giacobbe
e ricondurre i superstiti d’Israele.
Io ti renderò luce delle nazioni,
perché porti la mia salvezza
fino all’estremità della terra».
Salmo Responsoriale dal Salmo 138
Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda.
Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.
Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.
Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda.
Meravigliose sono le tue opere,
le riconosce pienamente l’anima mia.
Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
ricamato nelle profondità della terra.
Seconda Lettura At 13,22-26
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, [ nella sinagoga di Antiochia di Pisìdia, ] Paolo diceva:
«Dio suscitò per i nostri padri Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri”.
Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele.
Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”.
Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata la parola di questa salvezza».
Vangelo Lc 1, 57-66. 80
Dal vangelo secondo Luca
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.