Esercizi spirituali per i giovani sacerdoti
delle Diocesi di Treviso e Vittorio Veneto
tenuti da p. Elia Citterio
Casa Chiavacci – Crespano del Grappa (TV)
7-12 gennaio 2018
[I titoli degli incontri, in arancione, sono link al file audio; i numeri dei paragrafi rimandano ai minuti del file audio]
8 gennaio 2018 – prima parte
0. Il tema: tenere insieme il ministero sacerdotale e la custodia del cuore. Il termine “ministero”: le condizioni per il “minus” e il “mistero” come contenuto del fare.
4’32”. Il comandamento grande: il punto focale è quello dell’amare Dio.
7’37”. Noi cosa cerchiamo dal Signore? Marco 2. Il miracolo è narrato per far conoscere la verità specifica di Gesù che è quella di rimettere i peccati. L’abbinamento liturgico ad Isaia 43 (versione LXX).
19’20”. Di Dio io cosa conosco? E se non conosco nulla di Dio, del mio cuore cosa conosco? Noi non siamo per nulla convinti che Dio è totalmente dalla parte dell’uomo. Verità sfuggita a causa della banalizzazione dell’esperienza religiosa cristiana.
21’34”. Camus, La caduta. Garantire l’innocenza.
28′. Salmo 40. La novità di Gesù rispetto ai tempi che lo precedevano è stata quella di collegare l’attività di guarigione alla remissione dei peccati.
32’45”. Gesù non dice “io ti perdono”. Il rischio della beffa della vita: più si è generosi più si finisce arrabbiati. ripartire dalla vera novità evangelica dell’abbinamento segnalato che è la prima porta.
36’25”. L’essenziale è l’amore di Dio riconosciuto; altrimenti si costruisce sulla morale e poi tutto frana.
38’55”. Il cuore non può restare a lungo sulla sua fame, perciò il secondo comandamento (amore del prossimo) non può essere la morte del primo e per fare esperienza del primo occorre avere vissuto o sentito che l’amore di Dio è perdonante per noi.
8 gennaio 2018 – seconda parte
0. Le opere che compiamo a quale scopo rispondono? Marco 2,18-22: il digiuno.
4′. Il diritto di Sposo apparteneva solo a Dio! Gesù si presenta con la stessa prerogativa di Dio. Tutto ciò che Egli vive nella sua umanità è espressione di questo sposalizio.
7’30”. L’abbinamento liturgico di Osea 2,22 (“conoscerai il Signore”). La donna di cui si parla è adultera (Israele), ma i termini che usa per rivolgersi a lei sono come se fosse vergine. Ciò è collegato al perdonare i peccati. Istintivamente sembra che la dimensione dell’amore pieno preveda l’innocenza e solo Dio può fare questo.
13’50”. Giacomo 1,18. L’amore grande è immeritato ed è ciò che fonda il principio di innocenza.
17’30”. Noi veniamo rinnovati in una situazione di digiuno. Se, proprio perché il Signore è assente, piangessimo davvero, noi avremmo il cuore completamente aperto a qualsiasi uomo.
21’40”. Servire l’umanità che noi siamo (Hadewijch).
24’15”. Le reazioni alla nascita annunciata del Battista. Una donna in gravidanza possiede a massimo titolo questi due sentimenti: la meraviglia e il timore. Ogni volta che ascoltata la parola questo non si prova, vuol dire che in noi non sta nascendo e crescendo niente; vuol dire che ci si muove da padroni. L’immagine per eccellenza della meraviglia e del timore è Maria.
31’20”. Lo stupore dell’impossibile. Il non sapere è essenziale allo sviluppo della vita, però funziona se è all’interno del vivere in fiducia la vita, che significa che Dio è capace di stupirti, cioè che riempie la vita della sua promessa, ma noi non sappiamo “per dove” e “per come” si manifesta. La via si arguisce guardando l’umanità di Gesù.
33’33”. Citazione della beghina Hadewijch e di san Francesco.
9 gennaio 2018 – prima parte
0. Un suggerimento di risposta alle due domande poste finora. Al fondo il nostro cuore cerca di entrare nella grazia della vita.
2’50”. La vergine Maria come icona. Luca 2,19. La variabile tempo.
6′. Pulire i filtri con cui ascoltiamo la Parola. Quando si ascolta non fare uscire la Parola dalla Scrittura, ma entrarci noi in modo da non uscirne (modalità di pulizia). Maria può cogliere l’annuncio dell’angelo perché sta nella Scrittura e viceversa.
11’05”. La Parola ascoltata dà il suo frutto se è percepita all’interno di un rapporto. il significato del meditare. Tenere insieme tutti i tempi e tutte le situazioni senza preferenze; allora, poco a poco, si svela la benedizione di Dio che costituisce l’entrata nella grazia della vita.
18’50”. Questa icona dal Rinascimento in poi non è più stata sfruttata. La memoria per gli antichi.
23′. La benedizione che la liturgia abbina al brano di Luca il 1° gennaio.
29′. Giovanni 1,14: ciò che si sottolinea è l’inizio della presenza costante di Dio presso di noi. Vedi sant’Ambrogio il quale afferma che ognuno è madre di Gesù.
33′. Giovanni 14,23: prendere dimora corrisponde al “si fece carne” di Giovanni 1,14 e all’entrare nella grazia della vita. Per avere la percezione che Dio comunque ci accoglie noi dobbiamo guardare in quel Figlio. La psicologia interiore avulsa dal mistero della Fede.
38’25”. Il tempo della mia cronaca è già dentro il tempo della grazia della vita che Gesù ha rivelato. L’abitudine ad oggettivare il mistero rivelato.
39’50”. Dio in ogni circostanza agisce in nostro favore, ma noi non ci crediamo.
43’30”. Perché la generosità non si sposa con l’umiltà?
9 gennaio 2018 – seconda parte
0. Per noi entrare nella grazia della vita significa entrare sotto l’azione dello Spirito Santo. La vita è quella che si esprime a livello del mistero della Trinità.
4’30”. Come si svolge il cammino interiore che dobbiamo fare tutti. Giovanni 1,26-27. L’immagine del sandalo (Rut 4) significa che il gesto del Battista è di tipo nuziale. Giovanni 1,17-19 è la testimonianza del Battista. Tutta la sua vita era tesa a che prima o dopo gli sarebbe toccato indicare il Messia, ma il fulcro della testimonianza è che il Messia è colui che fa conoscere il Padre e lo Sposo d’Israele.
8’55”. Nella liturgia è abbinato a Isaia 61, che anche Gesù rivendica per sé in Luca 4. Il Messia è pieno dello Spirito del Signore perché quest’ultimo fa vivere la compassione di Dio per tutte le creature.
13′. Lo Spirito porta consolazione, riposo; fascia le piaghe dei cuori spezzati; proclama la libertà degli schiavi (intesa come schiavitù dell’inclinazione cattiva che il demonio esercita su di noi); la scarcerazione dei prigionieri, che significa tornare alla luce e al calore; lo Spirito fa vivere ogni tempo come tempo di grazia.
20’45”. 1Tess 5,16-18. I tre criteri dell’azione dello Spirito. Gioiosi, oranti e grati. Non si tratta di qualità da perseguire, ma di condizioni essenziali che permettono di vivere dello Spirito del Messia.
27′. Le mille ragioni nostre non fanno una ragione di Dio.
29’10”. Nella letteratura contemporanea sono totalmente assenti due virtù: la gioia e l’umiltà (se sono citate è solo per deriderle).
34’20”. Detti dei Padri del deserto: il monaco che si ammala.
38’40”. “Il Signore Dio viene con potenza”: di quale potenza si fa forte Dio per l’uomo? Salmo 86 e contesto.
10 gennaio 2018 – prima parte
0. Lo Spirito riempie il Messia per mostrare la compassione di Dio, ma qual è la sua potenza di azione? a) Nella liturgia dell’Epifania davanti ad un bambino si proclama la potenza, la gloria e la regalità. Prima del 1100 non c’erano crocifissi sofferenti!
10’10”. Se si dovesse giudicare la propria preghiera, cosa bisognerebbe guardare?
11’20”. Isaia 62,4. “Nessuno ti chiamerà più abbandonata… sposo”. Viene svelata a se stessa, abitata in dolcezza. I Padri antichi chiamavano pentimento il passaggio dall’angosciosa solitudine ad essere dolcemente abitati. Arte divina del servire la propria vocazione all’umanità. Percorso: custodire la bellezza delle creature e liberare la dignità (condividendo il perdono) di tutte le persone non mettendosi mai sopra nessuno.
19′. b) Parabola della zizzania, preziosa per il ministero. Domanda di fondo: perché il male è mescolato al bene? Dov’è la potenza e la sapienza (che è Gesù) in questa parabola.
28’25”. La cosa buona è definita in rapporto alla volontà del padrone che vuole che tutti crescano insieme. Il Regno dei cieli sta nello splendore di quella pazienza condivisa con Dio (compassione). Gesù lo illustra con le parabole del granello di senapa e del lievito.
32′. Liturgicamente la parabola è collegata a Sapienza 12,16.19. Dio non toglie di mezzo i malvagi perché sono oggetto della sua pazienza, perché i giusti possano rivelare (compassione) ai malvagi la forza di Dio che non rinuncia al Suo amore se l’uomo lo disattende. All’uomo giusto il malvagio non interessa per il giudizio (“non giudicate”), ma per la segreta provvidenza che comporta.
39′. Il male, i peccati hanno una provvidenza. Va colta. La bontà delle cose non deriva dall’esito, ma da come si vive questa pazienza.
42′. I “piccoli” non sono i bambini, ma coloro che non tengono cari i loro pensieri, ma quelli di Dio. Per poter davvero sapere dobbiamo perdere quello che sappiamo.
45′. Quando si fissa un obbiettivo che è buono, si corre il rischio di confonderci con l’obbiettivo perdendo la vivacità della pratica cristiana.
10 gennaio 2018 – seconda parte
0. Hadewijch: “Tutti vogliamo essere Dio con Dio, ma sono pochi quelli che vogliono essere umani con la Sua umanità”.
5′. Ef 3 cela il senso del ministero sacerdotale. I termini “prigioniero” e “ministro” sono collegati.
16′. Fil 2,5: “gli stessi sentimenti”, ossia la kenosi. Col 3,12, “rivestitevi dei sentimenti di tenerezza, bontà, …” ciò che Gesù dice di sé in Mt 11,29 “imparate da me che sono mite ed umile di cuore”. Rm 15,5 “vi conceda di avere gli stessi sentimenti”. Nelle preghiere antiche non si chiede mai la carità; si chiedono solo le condizioni del cuore perché la carità possa sgorgare. Le condizioni sono quelle di sentirsi peccatori e mai ferire la coscienza del prossimo. Isacco il Siro.
23’30”. Essere prigionieri è l’unico titolo di gloria che possiamo esibire davanti a Dio.
24’20”. Economia e mistero sotto l’ottica della grazia: “dispensatio sacramenti”.
34’50”. Isaia 66,2: “Su chi volgerò lo sguardo? Sull’umile e su chi ha lo spirito contrito”. Etimologicamente contrito è pestare fino a rendere polvere: avere così fiducia che Dio custodisce il nostro diritto da non avere alcuna forma di rivendicazione. Questa immagine regge tutta la liturgia quaresimale. La penitenza è riuscire ad avere un’intelligenza così luminosa da poter entrare e far entrare nel mistero di Dio. Vedere le cose nella luminosità di Dio.
40′. La lotta è la sostanza della vita. La vita ha valore oltre i vantaggi che procura: il principio della compassione.
11 gennaio 2018 – prima parte
0. Salmo 33,11. In greco e latino non si tratta del disegno di Dio, ma del consiglio di Dio, quello trintario (come espresso dalla Tinità di Rublev) che vuole portare l’uomo dentro la Loro comunione. Un consiglio che non verrà mai meno.
9′. Il commento al Padre nostro di Massimo il Confessore. Abbassamento come legge intrinseca delle Persone trinitarie.
12’25”. Tutti gli inviti del Vangelo non sono pratiche morali o comandamenti etici; sono aperture veritative, indicazioni di essere.
16’43”. “Perché se ne possa cogliere lo splendore e la potenza”, dice il Confessore. Noi perdiamo l’80% della Parola che allude allo splendore e potenza dell’amore di Dio per noi.
19′. Ogni attività pastorale che non pesca in questo consiglio trinitario (mistero) e non esprime la tensione di rivelazione di questo amore di Dio per l’uomo è destinato a svuotare lo stesso annunciatore!
21’05”. a) Livello personale (se il mistero non ha già nutrito colui che annuncia, il suo annuncio sarà vuoto); b) livello ecclesiale (essere facilitatori non controllori della grazia). a1) affinare l’ascolto (la Scrittura riguarda la radice della vita, non l’ideale della vita). Ascolto, faccio, comprendo. Quello che avviene per la Parola avviene anche per gli eventi della vita: se io non li accolgo come provvidenza di Dio non potrò comprenderli e non potrò comprendermi. Bisogna essere sostenuti da autori significativi che facciano vedere come liberare l’orizzonte interiore; uno di questi è Isacco il Siro.
32’20”. a2) Più che combattere direttamente un difetto, stare attenti al clima nel fare questo e il clima è quello della confidenza in Dio. Le due condizioni della buona salute dello spirito: la gioia della salvezza (e la salvezza che è gioia) e l’umiltà.
41’10”. a3) L’esperienza dell’incontro con Dio e con i fratelli avviene dentro il dramma della propria storia personale. Gesù come porta stretta all’interno della vita nuova. Non ci si libera per ribellione, ma attraverso le ferite della vita.
51’50”. a4) Il principio di san Paolo. Perché la debolezza di Dio è solo in ragione di comunicare e far vivere l’amore. Tutto ciò che è fuori di quella debolezza risulterà illusione e causerà ulteriore sofferenza, tragica e insensata, che porterà divisione.
11 gennaio 2018 – seconda parte
0. b) Evangelii gaudium. Osservazioni di Armando Matteo. Che tipo di Chiesa corrisponde meglio alla rivelazione della grandezza dell’amore compassionevole di Dio per l’uomo? E’ venuta a mancare l’osmosi vivente tra le istruzioni per vivere e quelle per credere (esempio della morte improvvisa).
12’50”. b1) Il cambiamento opportuno deve essere ecclesiale. Accogliere la realtà per trasfigurarla.
16’58”. b2) Il nostro modo di pensare corrisponde al Catechismo che abbiamo imparato o all’esperienza che abbiamo vissuto? Il rischio di passare sopra la vita, non dentro la vita. “Chi non muta quando tutto muta, resta semplicemente muto”.
25’25”. Occorre imparare ad essere facilitatori della grazia e non controllori, ma occorre che la grazia anche in noi abbia già lavorato.
29’30”. b3) Serve una Chiesa ferita dallo sguardo d’amore di Gesù. Cipriano di Cartagine nel Commento al Padre Nostro: “rimetti i nostri debiti come noi…”. Noi recitandolo cosa intendiamo? Non la capacità di perdonare, ma la coscienza di essere peccatori.
32’10”. Test di sensibilità religiosa in Inghilterra.
34’30”. Sette espressioni di Papa Francesco (Evangelii Gaudium): non lasciamoci rubare l’entusiasmo missionario (n. 80); la gioia dell’evangelizzazione [la tristezza chiude nel peccato, è il veleno del peccato] (n. 83); la speranza (n. 86); la comunità (n. 92); il Vangelo (n. 97); l’ideale dell’amore fraterno (n. 101); le sfide esistono per essere superate … non lasciamoci rubare la forza missionaria (n. 109).
12 gennaio 2018 – prima parte
0. La questione del discernimento. La cornice; in base a cosa si discerne e i livelli di discernimento.
0’55”. La cornice in cui leggere la vita. Prologo di san’Angela da Foligno: vedere la gloria. Giovanni 14,23. Godere dell’intimità che il cuore cerca, modellata sulla stessa realtà goduta da Gesù.
7′. Realizzazione di se stessi: in funzione del compimento della promessa di Gesù per noi. M. Zundel: non si può amare veramente se non nella disappropriazione.
19’45”. Le dinamiche interiori che viviamo a cosa obbediscono? Allo stesso modo: il senso d’insieme delle Scritture qual è? Gregorio Magno: carità come elezione e come santità. Correlazione. La Chiesa come spazio di rivelazione della carità di Dio per il mondo (altrimenti sarebbe già finita). “Davvero non ha perso nulla ad annientarsi” (sant’Ambrogio) e su questo dobbiamo esercitare il discernimento.
27′. Gv 6: “Nessuno può venire a me se…” Agostino cita le Egloghe di Virgilio. Salmo 37,4 modificato. Ger 31.
35′. Il discernimento non è sapere se una cosa è buona o cattiva, riguarda il frutto dell’azione. La tensione non è di tipo morale, ma sapienziale, perché la moralità non ha in se stessa la radice di vita.
42′. Nell’altra vita si vede solo l’amore, non (come in questa vita) la mancanza. La conoscenza del Signore in intimità: il discernimento si esercita su questo punto. Il cibo, il respiro e il muoversi corrispondono ai tre livelli in cui viviamo: il primo alla mente, il secondo al cuore, il terzo al corpo. Il nutrimento, la preghiera, le opere.
47’10”. Il demonio denominato pittore. Esempio della gelosia, dei limiti, della mancanza di fiducia in se stessi, dell’ossessione della propria immagine, della volontà di risolvere i problemi degli altri al posto loro: cinque maniere di esiliarsi al di fuori di se stesso, al di fuori del dono ricevuto che impediscono di entrare nella grazia della vita. La soluzione è riportarsi alla realtà che conta, la cornice in cui leggere la nostra vita; solo così queste cose si sciolgono da sole.
12 gennaio 2018 – seconda parte
0. LA MENTE: qual è la posta in gioco? Quando si osservano i comandamenti, vengono messe in moto la rettitudine (contrario di menzogna) e la compassione (contrario dell’amore di sé e quest’ultimo è custode della menzogna). Cos’è che più velocemente porta alla rettitudine e alla compassione? Osservare i comandamenti è vivere una umanità fiorita. Noi facciamo molti peccati per oscurare il peccato vero.
8’55”. San Francesco scrive a un ministro sulla vera obbedienza e carità ove si vede che il comandamento non è lo scopo della nostra fatica ma lo strumento. Non aggiungere nulla al comandamento. Il discernimento va inserito nel desiderio di riappropriarsi di una saggezza della vita.
16’40”. IL CUORE: qual è il tesoro che difendo? Due versanti. Verso Dio: rapporto affettuoso dell’anima col suo Signore e cosa lo favorisce (san Francesco di Sales). Delle colpe bisogna avere un disgusto calmo, sereno e fermo: non attivare il movimento psicologico del pendolo!
27′. Non confondere la confessione dei peccati con la confessione dei pensieri. Gregorio Magno: “Si deve sapere che la volontà di Satana è sempre malvagia, ma il suo potere mai ingiusto” perché tiene conto delle cose che sono sue. L’uomo non è ciò che sente, ma ciò che decide, ciò che vuole il suo cuore.
34’10”. IL CORPO: per quale ricompensa ci muoviamo? Lc 6,27-38. Agite in modo bello. Quale grazia (splendore) risplende nel vostro agire? Le opere non sono mai strumento di contrattazione con Dio, ma solo di azione.
41′. I due spiccioli della vedova: ha dato di ciò che le mancava. Ha portato la sua vita fiduciosa che Dio gliel’avrebbe ridata. Il Signore non chiede né poco né tanto né tutto, ma di più.
46’50”. I segnali di un cammino positivo.