Anno liturgico B (2023-2024) – Tempo Ordinario – XII Domenica (23 giugno 2024)

[…] i verbi usati da Marco nel descrivere la scena non si addicono tanto ad un’azione di potenza sulle cose, ma si riferiscono all’azione di un esorcismo: ‘minacciò’, ‘taci’, verbi che si ritrovano in altre esperienze di esorcismo narrate nei vangeli. L’allusione alla lotta contro il male è evidente. La domanda sottesa suona: quando Dio svelerà tutta la sua potenza contro il male? Quando si addormenterà sulla croce e attraverso quel sonno sconvolgerà il regno degli inferi. La morte in croce di Gesù viene spesso percepita come un sonno perché poi si sveglia, perché poi risuscita e su di lui la morte non avrà più alcun potere e il male è vinto. Nelle catechesi sulla preghiera di monaci del Monte Athos ho letto che il passo riguarda un passaggio del cammino della preghiera del cuore. Certo, Gesù è presente nel cuore dell’orante, ma questi non ne ha ancora l’esperienza diretta. Resta come uno che dorme, come uno di cui non si coglie la presenza. Appena però il cuore comincia a vedere il male che serpeggia e che si agita nelle sue pieghe, comincia ad avere paura e allora grida: “Non t’importa che siamo perduti?”. E Gesù, svegliato dalla supplica del cuore, si fa presente con la sua potenza di salvatore.