Anno liturgico C (2024-2025) – Tempo Ordinario – VI Domenica – (16 febbraio 2025)

Il salterio inizia con “beato l’uomo …”. In ebraico ’ašre-ha’îš. È il nome di Adamo davanti a Eva quando si ritrova percorso da una gioia indicibile, gioia che non aveva trovato di fronte al mondo e agli animali. Il salmo 2, l’altro battente della porta del salterio, interpreta l’uomo giusto come il re messia, il Figlio eterno che raduna le genti. Il termine ebraico ‘beato’ si potrebbe rendere letteralmente: ‘in cammino’, ‘su, avanti’, ‘progredisci’. La felicità non è designata come una cosa, ma come un processo, un cammino che ha una meta, il cui raggiungimento produce quella felicità a cui il cuore anela. Se pensiamo che Gesù si è definito ‘via, verità e vita’, allora possiamo afferrare il senso della felicità per l’uomo quando cammina nella via tracciata da Gesù, nella verità d’amore da lui testimoniata, per la vita che si fa splendore di amore.